Collegati con noi

Esteri

Gli 007 egiziani, “sì, abbiamo spiato Regeni”

Pubblicato

del

Prove cancellate, reticenze e timide ammissioni, tentativi di depistaggio. Dalle carte dell’indagine sull’omicidio di Giulio Regeni emergono le tante, tantissime, difficolta’ con cui gli inquirenti italiani hanno dovuto fare i conti per cercare di arrivare ad una “verita’” su quanto accaduto al Cairo quasi cinque anni fa. Il sostituto procuratore Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo, ieri ha firmato l’atto di chiusura delle indagini a carico di quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati a vario titolo del sequestro, delle sevizie e dell’omicidio del ricercatore italiano. Sulla conclusione delle indagini e’ intervenuto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. “Il quadro probatorio consentira’ di poter celebrare un processo italiano, con le nostre regole e garanzie, per assicurare la verita’ su una morte che si e’ rilevata efferata, cruenta e crudele. Vogliamo la verita’ e come governo continueremo ad operare tutti i passi necessari e valuteremo ogni iniziativa”, ha detto. Per la quinta persona indagata, sempre uno 007, la Procura ha chiesto l’archiviazione. E proprio dall’atto con cui si chiede di fare cadere le accuse per Mahmoud Najem, emergono alcuni particolari inediti delle indagini. “Sul piano indiziario – scrivono i magistrati – devono essere valutate le condotte di alcuni ufficiali della National Security: all’inizio viene negata dagli stessi ogni azione nei confronti di Regeni, poi si ammette di averlo attenzionato ma solo per tre giorni, infine si ammette di averlo controllato per un periodo piu’ lungo”. I pm di piazzale Clodio, inoltre, sono convinti che alcuni elementi di prova di quanto avvenuto il 25 gennaio del 2016, quando Regeni venne prelevato dagli agenti “in borghese”, forse sono stati scientemente cancellati. Per l’accusa e’, infatti, “verosimile” che siano stati eliminati i video della metropolitana del Cairo. “Ufficiali appartenenti al team investigativo – e’ detto nella richiesta di archiviazione – riferiranno di avere visionato i video della metropolitana del Cairo, circostanza che dapprima sara’ smentita e che, poi, portera’ verosimilmente alla cancellazione dei video di interesse”. Nel provvedimento si afferma inoltre che “il 24 marzo sera i vertici della National Security indicheranno ufficialmente i cinque componenti della banda, deceduti, come i responsabili dei fatti in danno di Regeni. Successivamente ufficiali della National Security saranno arrestati dalla Procura egiziana per omicidio premeditato plurimo e falso”. Per quanto riguarda il movente “deve escludersi certamente che sia da ricondurre a ragioni sessuali, ad una rapina, ad una lite per strada o ad attivita’ di raccolta di informazioni per conto di servizi di informazione”. Il movente “trae origine – scrivono i magistrati – in occasione delle attivita’ di osservazione partecipata delle attivita’ del sindacato indipendente dei rivenditori di strada il cui capo, il sindacalista Abdallah, equivocando le ragioni per cui Regeni gli parla di un bando della fondazione inglese Antipode, lo denuncia come ‘spia’ alla National Security”. E mentre i media egiziani hanno sostanzialmente ignorato la notizia della chiusura indagini, sulla vicenda e’ tornato oggi il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha confermato l’interruzione dei rapporti diplomatici fra la Camera dei deputati e il Parlamento egiziano, decisa da Montecitorio nel novembre 2018. “Siamo stati senza dubbio sconcertati – ha detto Fico nel corso di una intervista ad Al Jazeera Arabic – da quello che hanno scritto i magistrati della Procura italiana: sono delle accuse gravissime alla National Security egiziana”. Dal canto suo il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, afferma che “gli assassini che hanno torturato e ucciso Regeni vanno assicurati alla giustizia. L’Italia non deve fare passi indietro”. “Resistere”, ha infine scritto la mamma di Giulio, Paola Deffendi, sui social.

Advertisement

Esteri

Chico Forti lascia il carcere di Miami: presto in Italia?

Pubblicato

del

Chico Forti, il 65enne trentino condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike avvenuto il 15 febbraio 1998, ha lasciato il carcere di Miami. Attualmente, è sotto la custodia dell’Agenzia statunitense per l’immigrazione in attesa del trasferimento in Italia.

Secondo una fonte vicina a Forti, il trasferimento potrebbe avvenire entro due o tre settimane. Tuttavia, altre fonti che seguono attentamente il caso suggeriscono maggiore cautela, stimando un’attesa media di 4-5 mesi per la consegna. Questo periodo di attesa è tipico dopo la sentenza italiana di riconoscimento di quella straniera, un processo di conversione recentemente deciso dalla corte d’Appello di Trento.

La comunità italiana segue con grande interesse e trepidazione gli sviluppi del caso Forti, sperando che il ritorno in patria possa avvenire nel più breve tempo possibile.

Continua a leggere

Esteri

Fico operato: è vigile e in condizioni stabili

Pubblicato

del

Il premier slovacco Robert Fico è “vigile” ed “in condizioni stabili” dopo l’operazione subita per gli spari che lo hanno colpito nel pomeriggio. Lo riferisce la tv slovacca TA3 che parla di “intervento riuscito”.

Continua a leggere

Esteri

Il premier Robert Fico colpito da più proiettili in un attentato è in fin di vita

Pubblicato

del

Un responsabile del partito Smer del premier slovacco Robert Fico ha confermato al Guardian che il primo ministro è stato colpito da più proiettili  all’addome ed è ora sottoposto ad un intervento chirurgico. Quali siano le sue condizioni cliniche è difficile da dire. C’è molta confusione ancora su dinamica e su identità dell’uomo arrestato.

In un aggiornamento postato sulla pagina Facebook del premier slovacco Robert Fico e rilanciato dai media slovacchi, c’è scritto che “Fico è stato vittima di un attentato. Gli hanno sparato più volte ed è attualmente in pericolo di vita. E’ stato trasportato in elicottero a Banská Bystrica, perché il trasporto a Bratislava richiederebbe troppo tempo a causa della necessità di un intervento urgente. A decidere saranno le prossime ore”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto