Il Milan spreca, soffre, trepida poi conquista grazie ad un gol all’89’ di Olivier Giroud tre punti pesantissimi contro lo Spezia, sorpassa l’Atalanta impadronendosi del secondo posto e mantenendo a distanza le romane e l’Inter. Una partita che doveva essere una pratica di semplice archiviazione per il Milan, si rivela ostica e insidiosa. A complicare la gara un gol di Daniel Maldini – tornato a San Siro da rivale – che pareggia la rete di Theo Hernandez del primo tempo. In campo si alza la tensione, il Milan percepisce l’urgenza di non sprecare un turno favorevole nella giornata degli scontri diretti. Ne escono ammonizioni a raffica, a Theo Hernandez che – diffidato – salterà la Cremonese.
Non ci sarà neppure Giroud che – ammonito – si toglie la maglia per celebrare il suo gol in mezza rovesciata che forse gli può valere la convocazione al Mondiale. Espulsione ed assenza pesantissima perché Origi non convince ancora e il Milan dipende tantissimo dai gol del francese.
I rossoneri soffrono nella ripresa perché incapaci di concretizzare le tante occasioni del primo tempo e per merito di una prestazione di altissimo livello di Dragowski. La prima chance arriva al 14′ con la progressione di Leao, cross rasoterra per Tomori ma tentativo respinto. Due minuti più tardi traversa di Krunic che calcia di controbalzo e, sull’azione successiva, colpo di testa di Brahim Diaz a botta sicura ma gioia negata dal portiere dello Spezia che respinge con i piedi. E’ il secondo intervento decisivo di Dragowski. E’ lui il grande protagonista, efficace anche con la parata in volo sulla conclusione dalla distanza di Messias.
La porta dello Spezia sembra stregata ma Dragowski nulla può al 21′ quando dall’ottimo cross di Bennacer, Theo Hernandez controlla di petto e insacca di prima intenzione. Il gol è dubbio per una posizione di fuori gioco e la Var si prende quasi cinque minuti per controllare.
Poi la convalida. E’ un primo tempo dominato dal Milan che non riesce però a chiudere la partita. Nel recupero altra traversa colpita dal tiro deviato di Leao. Ci prova Krunic a ribadire in rete ma il salvataggio in extremis di Kiwior mantiene il risultato sull’1-0. Ad inizio ripresa il portiere dello Spezia tiene ancora la partita aperta respingendo in tuffo la conclusione di Origi. Non trovare il raddoppio è la grande colpa del Milan che al 14′ si fa rimontare proprio da Daniel Maldini.
L’ex rossonero in prestito allo Spezia, si libera di Krunic e trova il gol con un gran tiro a giro che colpisce il palo interno prima di insaccarsi. Tonali, sei minuti più tardi, – subentrato a Bennacer – riporta in vantaggio i rossoneri con un tiro da fuori ma la Var richimaa Fabbri e il gol viene annullato per un fallo di Tomori su Nzola.
C’è tensione in campo, lo si vede anche dalla reazione di Tonali che spinge Nzola dopo un contrasto. Arriva anche Theo Hernandez che fa lo stesso. Momenti di tensione, mischione e tre gialli estratti dall’arbitro. Il portoghese, diffidato, salterà la Cremonese, poi ammoniti Nzola e Giroud (entrato per Origi). La beffa sembra ormai concretizzarsi ma ancora una volta da vero campione, dopo la straripante prestazione in Champions con il Salisburgo, Giroud all’89’ segna il gol vittoria con una prodezza sul bell’assist di Tonali. E’ sempre lui a 36 anni superati l’immagine di questo Milan che non molla mai.
Prendete dei gol spettacolari, tanta qualità, grande tattica e un po’ di sana difesa all’italiana che non guasta mai. Mischiate tutto insieme e uscirà il pirotecnico pareggio tra Barcellona e Inter, che hanno mostrato tutto quello che i tifosi vorrebbero vedere in una semifinale di Champions League. Il tabellone dello stadio Olimpico di Montjuic al 90′ dice 3-3, in una partita in cui succede di tutto: l’Inter va avanti sul 2-0 con due magie di Thuram e Dumfries dopo 20 minuti, poi si accende Lamine Yamal che riporta tutto in equilibrio.
Nella ripresa Dumfries esalta ancora i nerazzurri, ma Raphinha trova immediatamente il gol del 3-3. Per decidere la finalista serviranno i 90′ di San Siro tra una settimana, ma intanto la squadra di Simone Inzaghi esce indenne dalla trasferta catalana pur arrivando da tre sconfitte di fila, anche se preoccupano le condizioni di Lautaro Martinez uscito per un infortunio muscolare dopo 45′. L’Inter parte fortissima, come meglio non si può. L’orologio non ha nemmeno fatto un giro completo quando Dumfries con un cross trova Thuram in area, il francese si inventa un colpo di tacco che sorprende Szczesny e i nerazzurri si ritrovano subito in vantaggio, ammutolendo il Montjuic con il gol più veloce segnato in una semifinale nella storia della Champions League.
I blaugrana reagiscono, ma l’Inter è feroce, oltre che ad essere in vena di capolavori: su corner Dumfries, approfittando di una torre di Acerbi, tira fuori dal cilindro una semirovesciata che regala il raddoppio ai nerazzurri. Il palcoscenico è di altissimo livello e alla serata si iscrive anche Lamine Yamal, il più talentuoso dei ventidue in campo. Alla centesima presenza col Barcellona, l’ala spagnola trova una perla per riaprire la gara con una serpentina conclusa da un mancino morbido a giro che tocca il palo e si infila. Non contento, il 17enne (diventato il più giovane a segnare in una semifinale di Champions) subito dopo prova a saltare ancora tutti, ma sul tiro stavolta trova la deviazione di Sommer che spedisce il pallone sulla traversa.
L’Inter fatica ad uscire dalla propria area, il Barça si esalta e trova il pareggio quando Bisseck si perde Raphinha su un lancio di Pedri, torre di testa per l’accorrente Ferran Torres (su cui si distrae Acerbi) che alla terza volta non sbaglia e riporta la gara in equilibrio. Il Barcellona perde Koundé per infortunio, ma la perdita per i nerazzurri è decisamente più grave, perché Lautaro è costretto a uscire per un risentimento muscolare ai flessori della coscia sinistra, lasciando il campo quasi in lacrime e non rientrando poi dagli spogliatoi ad inizio ripresa venendo sostituito da Taremi.
Nella ripresa, però, è ancora Dumfries ad esaltare i nerazzurri, riportando avanti gli uomini di Inzaghi con un colpo di testa saltando sulle spalle di Dani Olmo. Una gioia che però dura pochi istanti, perché Raphinha impatta subito il risultato: uno schema su corner lo libera dal limite, mancino che sbatte sulla traversa e poi sulla schiena di Sommer prima di rotolare in porta per il 3-3. Thuram si invola lanciato da Mkhitaryan, ma al momento del tiro viene chiuso da Cubarsi, poi lo stesso Mkhitaryan segna ma il gol viene annullato per un fuorigioco millimetrico.
Nel finale, il pallone arriva sempre a Lamine Yamal, resta pericoloso anche quando colpisce male, tanto che a 3′ dalla fine centra la traversa con un tiro sbilenco ma che per poco non beffa Sommer. Il Montjuic ruggisce, l’Inter torna alle corde, Sommer ancora risponde a un gran sinistro di Raphinha. È l’ultima emozione, tra una settimana sarà il palcoscenico di San Siro a decidere chi volerà in finale a Monaco di Baviera.
Lorenzo Musetti batte l’australiano Alex de Minaur e vola ai quarti di finale del Master 1000 di Madrid. Tutto facile per il toscano, che si è imposto per 6-4 6-2 e che al prossimo turno incontrerà il canadese Gabriel Diallo, numero 78 al mondo. Con la vittoria odierna, il tennista azzurro entra al nono posto della top ten del tennis mondiale.
Il circus della Formula 1 ha attraversato l’Atlantico per l’ultima gara extraeuropea che chiude il primo quarto di stagione, il Gp di Miami, dove è prevista anche una sprint al sabato. Un doppio impegno che renderà più difficile la messa a punto delle monoposto, magari non per una McLaren fin qui dominante ma di certo per le rivali, dalla Red Bull, alla Ferrari fino alla Mercedes, dal rendimento altalenante. La Scuderia “è pronta”, fa sapere il team principal, Frederic Vasseur, in Florida “vogliamo continuare a fare progressi sul piano della prestazione, sull’onda delle incoraggianti prove offerte nelle gare di Bahrain e Gedda”, dove Charles Leclerc ha conquistato il primo podio stagionale per le Rosse in gara lunga. Lewis Hamilton ha trionfato nella Sprint in Cina ma dopo di allora ha mostrato solo difficoltà nel gestire la SF-25, che avrà disponibili aggiornamenti al ritorno dagli Stati Uniti, per il Gp di Imola.
“Dopo qualche giorno trascorso a Maranello, utile per analizzare i dati raccolti nella prima tripletta stagionale, siamo pronti per scendere in pista a Miami – sottolinea Vasseur -, dove è previsto il secondo weekend Sprint della stagione. Ci siamo preparati al meglio in fabbrica dal momento che avremo solo un’ora di prove libere prima della qualifica Sprint, e dunque il peso specifico del lavoro fatto al simulatore e nei briefing preparatori è ancora più elevato”. La Ferrari spera in un risultato brillante anche per celebrare un anno di collaborazione con il title partner, HP. Per questo motivo le due SF-25 scenderanno in pista con una livrea speciale, mentre Leclerc e Hamilton useranno una tuta diversa da quella classica, in bianco e in blu, colori del logo del colosso dell’informatica. Nel 2024 a Miami a vincere fu Lando Norris ed è probabile che sia ancora una monoposto papaya a trionfare tra sabato e domenica prossimi, ma per ottenere il bis il britannico dovrà fare i conti con Oscar Piastri, primo sul podio già tre volte in questa stagione. Unico a interrompere il dominio delle McLaren è stato Max Verstappen, che è ancora una volta il più accreditato riprovarci nonostante gli attuali limiti della Red Bull, dato che le caratteristiche del circuito, sulla carta, potrebbero aiutare, lui e gli altri a ridurre il gap.