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Economia

Gas, dall’Algeria 4 miliardi di metri cubi in più

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E’ una missione squisitamente politica quella che attende lunedi’ Mario Draghi ad Algeri, dove si rechera’ con il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Non ci sono accordi gia’ preparati dall’Eni da firmare, come e’ avvenuto nei mesi scorsi, in occasione delle missioni di ministri del governo italiano per cercare gas con cui sostituire quello russo. C’e’ semmai una volonta’ di consolidare i rapporti con un paese diventato strategico per noi, al di la’ delle strette necessita’ delle forniture, e di costruire collaborazioni su diversi temi, da quello sociale a quello ambientale. Per dare il benvenuto a Draghi, Sonatrach (l’azienda petrolifera algerina) ha annunciato che quest’anno aumentera’ di altri 4 miliardi di metri cubi le sue forniture di gas all’Italia, oltre ai 2 miliardi e passa gia’ decisi. Il che vuol dire che nel 2022 l’Algeria ci fornira’ 6 miliardi di metri cubi di gas supplementari (dall’inizio dell’anno, ce ne ha gia’ venduti 13,9 miliardi). In una nota congiunta, MiTE e Farnesina definiscono i 4 miliardi in piu’ “un ulteriore passo nella strategia portata avanti dall’esecutivo e che, grazie anche al lavoro degli operatori italiani, mette in sicurezza il Paese, gia’ nel breve termine, sul fronte dell’approvvigionamento di gas”. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il paese maghrebino e’ diventato rapidamente il primo fornitore di metano al nostro paese, sfruttando al massimo il gasdotto Transmed, che arriva a Mazara del Vallo passando per la Tunisia. Il paese maghrebino all’inizio dell’anno ci vendeva 21 miliardi di metri cubi all’anno, ed era secondo alla Russia, che ce ne vendeva 29 miliardi. Draghi era gia’ andato ad Algeri ad aprile con l’ad di Eni, Claudio Descalzi, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Li’ aveva chiuso un accordo che dal prossimo inverno portera’ circa 10 miliardi di metri cubi di metano algerino in piu’ in Italia, un terzo di quello che compravamo dalla Russia. In questi mesi, al centro dello sforzo italiano per sostituire il gas russo c’e’ sempre stato l’Eni. L’ad Descalzi ha accompagnato il premier e i ministri degli Esteri, Luigi Di Maio, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nelle numerose missioni in giro per il mondo. Tutte in paesi dove il Cane a sei zampe lavora gia’, ha gia’ impianti, e sa come muoversi. Ai primi di marzo, Di Maio e Descalzi sono volati in Qatar. Dall’emirato e dall’Egitto arriveranno via nave 3 miliardi in piu’ di gas naturale liquefatto entro il 2022, che diventeranno 5 nel 2023. Eni inoltre partecipera’ allo sfruttamento del giacimento di gas North Field, il piu’ grande al mondo. Dopo il Qatar, Di Maio e Descalzi sono andati in Mozambico, dove hanno siglato un accordo per cominciare a importare metano, estratto dall’Eni. Un’intesa consolidata pochi giorni fa dalla visita a Maputo del presidente Sergio Mattarella. All’inizio di aprile, Di Maio e’ volato in Azerbaigian. Qui ha incassato l’impegno di Baku ad aumentare le forniture di gas naturale di oltre 2,5 miliardi di metri cubi. Dal paese asiatico ne arriveranno complessivamente 9,5 miliardi, soltanto quest’anno. E nel paese si rechera’ lunedi’ anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson, per rafforzare la cooperazione tra Ue e Azerbaijan nel settore dell’energia. Bruxelles e Baku sono al lavoro anche per un’alleanza a lungo termine sull’energia pulita e l’efficienza energetica Tornando all’Italia, a fine aprile Draghi doveva partire per una missione in Angola e Congo, ma ha preso il covid ed e’ stato sostituito da Di Maio e Cingolani, accompagnati dall’immancabile Descalzi. Il bottino e’ stato ricco. Dal Congo arriveranno 4,5 miliardi di metri cubi di gnl entro il 2024, l’Angola aumentera’ la sua fornitura. Tutte queste nuove forniture dovrebbero sostituire gia’ nel 2023 il 50% del gas russo, per rimpiazzarlo del tutto nella seconda meta’ del 2024.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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