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Economia

Fs, Ita e Lufthansa, intesa per un biglietto

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In treno e aereo acquistando un solo biglietto. Grazie ad una intesa che unisce non solo Ferrovie dello Stato e Ita, ma anche Lufthansa che non ha ancora acquisito la quota della società italiana ma già si muove in sintonia, condividendo la stessa strategia. All’indomani del memorandum siglato fra il Tesoro e il gruppo tedesco per l’acquisizione di una quota di Ita Airways, le due compagnie già stringono un’accordo con le Fs per semplificare gli spostamenti dei viaggiatori che potranno prendere in modo interconnesso treno e aereo: con un impatto non solo sui biglietti ma anche sul check in, sulla consegna dei bagagli, sui programmi fedeltà e così via. In attesa del matrimonio definitivo che dovrebbe tenersi a giugno, Lufthansa e Ita Airways hanno siglato due memorandum d’intesa con Fs (rpt. due memorandum di intesa con Fs).

Il Gruppo FS Italiane, guidato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris, ha quindi sottoscritto uno schema d’intesa congiunta con la compagnia di bandiera italiana, e uno con il Gruppo Lufthansa. Quest’ultimo memorandum, oltre alla compagnia di bandiera tedesca, coinvolge anche le sue controllate Swiss, Austrian Airlines e Brussel Airlines, e le compagnie locali Lufthansa CityLine, Air Dolomiti e Eurowings Discover. I principali obiettivi dei due accordi di massima sono – si legge in una nota di Fs – “realizzare efficaci servizi multimodali fra aereo e treno, connettendo modalità di trasporto diverse; sviluppare un’offerta congiunta fino a consentire l’acquisto in un’unica soluzione di biglietti aerei e ferroviari; definire programmi di loyalty combinati”. In particolare, la cooperazione prevedrà numerosi collegamenti ferroviari FS da e per vari aeroporti italiani. Le intese saranno sottoposte a ulteriori colloqui per arrivare a una struttura completa del programma.

Nel caso di esito positivo degli ulteriori step dell’intesa, i viaggiatori avranno la possibilità di avere un unico biglietto sia per le tratte aere che per quelle ferroviarie, una sola procedura di check-in, l’accredito dei punti sul programma fedeltà e anche la consegna del bagaglio già nella struttura alla stazione ferroviaria per poi ritirarlo a destinazione. Il Gruppo Lufthansa – si legge nella nota del gruppo tedesco – è già a capo di cooperazioni analoghe nel settore intermodale, attive nei suoi mercati nazionali con Deutsche Bahn, ÖBB e SBB, tra gli altri. Complessivamente, le compagnie aeree del Gruppo Lufthansa offrono ai loro passeggeri oltre 3.000 collegamenti settimanali in treno o in bus da più di 40 città. Il primo accordo risale già al 2001, anno in cui Lufthansa ha stipulato un accordo di cooperazione con Deutsche Bahn per i collegamenti ferroviari con i suoi aeroporti (LH Express Rail). “Con questo accordo – spiega la compagnia di bandiera – Ita dimostra ancora una volta il suo impegno nel perseguire un futuro orientato all’intermodalità a garanzia della connettività tra i territori italiani. L’intesa siglata oggi rappresenta un ulteriore passo a sostegno del processo di modernizzazione della mobilità dell’intero Paese e rispecchia i principali pilastri su cui si fonda l’attività di ITA Airways: sostenibilità, innovazione e centralità del cliente” Infine per il Gruppo FS “i due accordi s’inquadrano in una più ampia strategia di collaborazioni e partnership, con gli altri operatori di mobilità collettiva e condivisa, coerente con gli obiettivi del proprio Piano Industriale 2022-2031”.

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Economia

Poste Italiane, utile netto a 1,77 miliardi: risultati record e acconto sul dividendo in crescita del 21%

Poste Italiane chiude i primi nove mesi del 2025 con risultati record: utile netto a 1,77 miliardi (+11,2%), ricavi a 9,6 miliardi e acconto sul dividendo a 0,40 euro per azione.

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Poste Italiane chiude i primi nove mesi del 2025 con i migliori risultati dalla quotazione in Borsa, avvenuta nel 2015. L’utile netto sale a 1,77 miliardi di euro, in crescita dell’11,2% su base annua, mentre i ricavi raggiungono 9,6 miliardi, con un incremento del 4% rispetto al 2024.
Il risultato operativo (Ebit) adjusted tocca i 2,5 miliardi (+10%), superando le attese del mercato e confermando la solidità di tutti i segmenti di business.

Dopo cinque trimestri consecutivi di performance record, abbiamo nuovamente raggiunto risultati straordinari”, ha dichiarato l’amministratore delegato Matteo Del Fante (foto Imagoeconomica in evidenza), annunciando anche un acconto sul dividendo record di 0,40 euro per azione, pari a 518 milioni di euro complessivi, in crescita del 21% rispetto all’anno scorso.

Guidance confermata e bilancio solido

Del Fante ha confermato la guidance 2025, che prevede un risultato operativo adjusted a 3,2 miliardi e un utile netto di 2,2 miliardi.
La solidità dei risultati raggiunti conferma la nostra capacità di generare una crescita sostenibile e redditizia — ha spiegato l’ad — grazie a una solida esecuzione commerciale e a un’efficace gestione dei costi”.

Poste mantiene inoltre un bilancio robusto, con un livello di indebitamento contenuto e un coefficiente di solvibilità Solvency II al 312%, ben al di sopra delle ambizioni manageriali e garanzia di una notevole flessibilità finanziaria.

Crescono tutti i comparti del gruppo

Il comparto Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione registra ricavi per oltre 2,8 miliardi, trainati dall’aumento dei volumi dei pacchi e da una maggiore diversificazione della base clienti.

I servizi finanziari crescono del 5% anno su anno, raggiungendo 4,2 miliardi di ricavi grazie alla solida performance del portafoglio di investimenti e a una spinta commerciale costante.

Nel ramo assicurativo, i ricavi salgono del 10% a 1,4 miliardi, con risultati positivi sia nel comparto Investimenti e Previdenza sia nel business della Protezione.

I servizi Postepay confermano la loro spinta innovativa, con ricavi in crescita del 5% a 1,2 miliardi e un Ebit adjusted di 416 milioni (+9%), sostenuti da un aumento del transato del 9,3% e da una crescita delle transazioni dell’ecosistema del 12,8%.

Anche Poste Energia, il marchio dedicato alle forniture di luce e gas, si avvicina all’obiettivo di un milione di clienti entro la fine dell’anno, avendo già raggiunto 950.000 sottoscrizioni.

Partnership strategica con Tim e focus sull’innovazione digitale

Del Fante ha inoltre annunciato un’accelerazione delle sinergie con Tim:

  • nel primo trimestre 2026, Poste Mobile inizierà la migrazione verso l’infrastruttura mobile di Tim come operatore virtuale (Mvno);

  • il 29 settembre è stato lanciato “Tim Energia powered by Poste Italiane” in oltre 750 punti vendita Tim, con risultati commerciali “solidi e promettenti”;

  • è stata firmata una lettera di intenti per una joint venture con Tim Enterprise dedicata ai servizi IT basati sul cloud.

Del Fante ha spiegato che “stiamo lavorando su ulteriori opportunità di cross-selling e ottimizzazione dei costiattraverso attività di procurement congiunto”, sottolineando come innovazione e sinergie industriali rappresentino il motore della crescita futura del gruppo.

Con i numeri migliori dalla quotazione e una strategia di sviluppo sostenibile e tecnologicamente avanzata, Poste Italiane conferma il suo ruolo di pilastro economico e industriale del Paese.

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Economia

Generali, utile netto a 3,2 miliardi e premi in crescita: boom del comparto Danni e solidità patrimoniale in aumento

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Il gruppo Generali archivia i primi nove mesi del 2025 con risultati in forte crescita, confermando la propria solidità e la capacità di generare valore anche in un contesto economico complesso. I premi lordi salgono a 73,1 miliardi di euro, in aumento del 3,7%, grazie soprattutto al comparto Danni (+7,2%), mentre la raccolta netta Vita raggiunge i 10,4 miliardi.

L’utile netto si attesta a 3,215 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,962 miliardi dei primi nove mesi del 2024, che includevano la plusvalenza derivante dalla cessione di Tua Assicurazioni (58 milioni al netto delle imposte).

Risultato operativo sopra 5,9 miliardi: +10,1%

Il risultato operativo complessivo tocca i 5,9 miliardi di euro, con un incremento del 10,1%. La performance è trainata dal settore Danni, che cresce del 23,9% a 2,737 miliardi, grazie anche al combined ratio migliorato al 94,2% (96,3% nei primi nove mesi del 2024).

Secondo il gruppo, la limitata incidenza delle catastrofi naturali ha contribuito a consolidare i risultati. Generali sottolinea che le decisioni prese in termini di accantonamenti e gestione prudente rafforzano ulteriormente il bilancio e aumentano le probabilità di superare i target finanziari del piano strategico “Lifetime Partner 27: Driving Excellence”.

Vita e asset management: crescita più contenuta

Nel segmento Vita, il risultato operativo è in modesta crescita dell’1,8% a 3,091 miliardi, mentre il valore del nuovo business sale a 2,264 miliardi (+3,7%), sostenuto dall’aumento dei volumi e da una migliore redditività.
Per quanto riguarda l’Asset & Wealth Management, il risultato operativo è stabile a 843 milioni (+0,7%), con l’Asset Management in crescita del 9,9% a 429 milioni, includendo un contributo di 57 milioni da Conning.

Escludendo Conning, la crescita organica sarebbe pari al +3,5%. In calo invece l’utile operativo di Banca Generali, che scende del 7,3% a 414 milioni di euro.

Premi Vita e Danni: solidi in tutti i comparti

Nel ramo Vita, i premi lordi aumentano dell’1,8% a 46,2 miliardi, con le linee puro rischio e malattia (+8%) e risparmio tradizionale (+10,3%) in crescita, mentre i prodotti ibridi e unit-linked segnano una flessione del 4,7%.
Il comparto Danni mostra invece una dinamica molto positiva con premi lordi in crescita del 7,2% a 26,8 miliardi: il ramo non auto segna +7,6% (che salirebbe a +8% includendo Europ Assistance), mentre la linea auto cresce del 7,1%.

Solvibilità e capitale in rafforzamento

Generali conferma una solida posizione patrimoniale, con un Solvency II ratio al 214%, in miglioramento rispetto al 210% di fine 2024.
Il dato riflette 51,1 miliardi di fondi propri ammissibili e 23,9 miliardi di requisiti patrimoniali, beneficiando della robusta generazione di capitale e di un effetto di mercato positivo.

La crescita dell’utile netto normalizzato (+14%) porta l’utile per azione a 2,16 euro, in aumento del 16% su base annua.

Con questi risultati, Generali consolida il suo ruolo di leader europeo nel settore assicurativo, dimostrando una gestione prudente ma capace di garantire redditività e solidità patrimoniale in linea con gli obiettivi del piano industriale.

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Economia

Produzione industriale in ripresa a settembre: +2,8% su agosto ma il trimestre resta negativo

Dopo mesi di cali, la produzione industriale italiana torna a crescere a settembre: +2,8% su agosto e +1,5% su base annua. Bene elettronica e alimentare, male tessile e chimica.

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Dopo la brusca frenata di agosto, la produzione industriale italiana torna in positivo a settembre, segnando un aumento del 2,8% su base mensile e dell’1,5% rispetto a settembre 2024, secondo i dati diffusi dall’Istat. Un recupero che interessa tutti i principali settori produttivi, ma che non riesce a cancellare il bilancio negativo del trimestre, ancora in calo dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti.

I settori trainanti: tecnologia e alimentare

A trainare la ripresa sono la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica, che registrano un incremento annuo del +12,3%, e le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco, in crescita del +9,2%. Bene anche la produzione di farmaci, che segna un +3,8%.
In difficoltà, invece, restano i comparti legati alla moda e alla chimica: tessile, abbigliamento, pelli e accessori arretrano del -4,4%, mentre calano anche industria del legno, carta e stampa (-4,1%) e prodotti chimici (-4,0%).

Le reazioni dei consumatori

I segnali di ripresa sono accolti con cautela dalle associazioni dei consumatori. Il Codacons parla di “segnali positivi che non bastano a colmare il trend negativo del 2025”, mentre l’Unione nazionale consumatori definisce il rialzo “insoddisfacente” dopo i cali tendenziali “durati ininterrottamente da febbraio 2023 a marzo 2025”.
Confcommercio, pur riconoscendo gli indizi di ripresa autunnale, sottolinea come “per importanti segmenti di consumo, quali abbigliamento e calzature, si rilevano riduzioni marcate”, segno di una domanda ancora debole.

Le analisi degli esperti

Secondo Paolo Mameli, economista del Research Department di Intesa Sanpaolo, “la produzione industriale italiana è rimbalzata assai più del previsto a settembre” e potrebbe “tornare a mostrare una crescita, seppur modesta, nel 2026, dopo tre anni di contrazione”.

Il sostegno del governo e il piano Transizione 5.0

Sul fronte politico e industriale, resta aperta la questione del sostegno alle imprese attraverso il piano Transizione 5.0, che prevede crediti d’imposta per digitalizzazione ed efficienza energetica.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ricordato i 4 miliardi di euro previsti per il 2026 e ha assicurato l’impegno con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per prorogare la misura “anche nel biennio successivo”.
Urso si è detto convinto che “saranno trovate risorse aggiuntive per poter soddisfare tutti, affinché nessuna impresa resti indietro”.

Una ripresa, dunque, che riaccende la fiducia ma richiede stabilità e continuità di politiche industriali per consolidare il rilancio del settore produttivo italiano.

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