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Cronache

Frase contro Falcone e Borsellino, minacce ad un consigliere regionale dei Verdi: è bufera su Realiti di Lucci

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“Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro”. E’ bufera su Realiti, il programma di Rai2 condotto da Enrico Lucci, per aver ospitato nella puntata d’esordio del 5 giugno un giovane cantante neomelodico, che ha pronunciato questa frase riferita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Parole indegne”, secondo la Rai, che avvia un’inchiesta interna. “Quello che è avvenuto è inaccettabile e non può e non deve accadere”, sottolinea l’ad Fabrizio Salini. “Abbiamo il dovere di essere garanti della legalità. In questo caso non lo siamo stati, chiediamo scusa ai parenti di Falcone e Borsellino, ai familiari di tutte le vittime della mafia e ai telespettatori”. Il presidente della commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, punta il dito contro “un evidente omesso controllo da parte della governance del servizio pubblico”.

I vertici Rai finiscono nel mirino di esponenti di Forza Italia e Pd, che chiedono “un chiarimento urgente nella bicamerale”, ma anche del Movimento 5 Stelle. Dura condanna dal presidente di Articolo 21, Paolo Borrometi, minacciato dalla mafia, oltre che da Fnsi e Usigrai. “La Fondazione Falcone ha apprezzato molto la sensibilita’ con cui la Rai ha stigmatizzato quanto accaduto – commenta Maria Falcone, sorella di Giovanni -. E’ fonte di sollievo inoltre che tantissimi italiani si siano indignati davanti alle scellerate parole di un giovane che ha mostrato la sua ignoranza”. Insomma la Rai2 di Carlo Freccero, che parlera’ di mafia anche il 13 giugno in occasione della messa in onda de La Trattativa di Sabina Guzzanti, ora e’ nella bufera per Realiti. La trasmissione, che ha esordito con un non lusinghiero 2,45% di share e 428 mila spettatori, sara’ spostata dalla prossima puntata in seconda serata. Non sara’ chiusa, ma proprio per consentire, soprattutto a Lucci, un maggior controllo sugli ospiti, che in virtu’ del format non sono abituati ad andare in tv, verra’ mandata in onda in differita. Il cantante invitato all’esordio e’ Leonardo Zappala’, 19 anni, in arte ‘Scarface’. La frase e’ stata pronunciata quando il conduttore Enrico Lucci, dopo aver piu’ volte invitato l’ospite a studiare la storia degli eroi siciliani e sottolineato che la mafia e’ il male, ha mandato in onda una grande foto dei due giudici, accolta da un applauso. La polemica richiama alla mente quella scatenata dalla presenza del figlio di Riina a Porta a Porta nel 2016, ma Lucci spiega che si tratta di un contesto del tutto diverso.

Francesco Emilio Borrelli. Il consigliere regionale della Campania dei Verdi minacciato a Realiti

“Non abbiamo invitato Riina o Provenzano. Abbiamo invitato un ragazzetto che fa il cantante neomelodico, perche’ il programma si occupa di fenomeni sul web – spiega -. Io mi rivolgo a questo ragazzetto con toni paterni, perche’ non si massacra un ragazzetto che dichiara di non essere mafioso, anche se ha degli idoli orribili come Scarface e le idee confuse”. Zappala’ era al centro di un video trasmesso dal programma, che raccontava il fenomeno degli interpreti neomelodici siciliani che cantano in napoletano. Nel video si raccontava anche la storia di Niko Pandetta, detto ‘Tritolo’, con anni di carcere alle spalle e nipote del boss Turi Cappello. Nella clip Pandetta, che nelle sue canzoni inneggia anche allo zio Turi, raccontava, tra l’altro, di aver finanziato il suo primo cd con una rapina. In un video su Facebook, pubblicato dopo la trasmissione, il cantante ha inoltre minacciato, mostrando la sua pistola d’oro, il consigliere della Regione Campania Francesco Emilio Borrelli, dei Verdi, che durante la puntata aveva criticato il messaggio dei neomelodici e parlato di Pandetta come di “un delinquente, che inneggia alla mafia”. Polemiche, infine, per la foto del voucher dell’albergo, con il logo della Rai, pubblicata su Facebook da Pandetta, che aveva fatto sospettare che la tv pubblica gli avesse pagato l’hotel. Il voucher, pero’, inviato in un primo momento – si apprende – e’ stato subito annullato, perche’ si e’ valutato di non invitare piu’ il cantante in trasmissione.

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Cronache

Falso terapista accusato di stupro, vittima minorenne

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Accoglieva le sue pazienti all’interno di un finto studio allestito in una palestra di Fondi e, una volta solo con loro nelle stanze della struttura, le molestava nel corso di presunti trattamenti di fisioterapia, crioterapia e pressoterapia, facendo leva sulle loro fragilità psicologiche e fisiche affinché non raccontassero nulla. Dolori e piccoli problemi fisici che spingevano ciascuna delle vittime, tra cui anche una minorenne, a recarsi da lui per sottoporsi alle sedute, completamente all’oscuro del fatto che l’uomo non possedesse alcun titolo di studio professionale, né tanto meno la prevista abilitazione, e che non fosse neanche iscritto all’albo. È finito agli arresti domiciliari il finto fisioterapista trentenne di Fondi, per il quale è scattato anche il braccialetto elettronico, accusato di aver commesso atti di violenza sessuale su diverse donne, tra cui una ragazza di neanche 18 anni, e di aver esercitato abusivamente la professione.

Un’ordinanza, quella emessa dal giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina ed eseguita nella giornata di oggi dagli agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, arrivata al termine di un’indagine di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Latina. Durata all’incirca un anno, quest’ultima ha permesso di svelare, attraverso le indagini condotte anche con accertamenti tecnici, acquisizioni di dichiarazioni ed esami documentali, i numerosi atti di violenza da parte dell’uomo nei confronti delle pazienti del finto studio da lui gestito. Tutto accadeva all’interno di un'”Associazione sportiva dilettantistica” adibita a palestra nella città di Fondi, nel sud della provincia di Latina: quella che il trentenne spacciava per il suo studio, sequestrata in queste ore dalle fiamme gialle quale soggetto giuridico formale nella cui veste è stata esercitata l’attività professionale, in assenza dei prescritti titoli di studio, della prevista abilitazione e della necessaria iscrizione all’albo, nonché dei locali, attrezzature e impianti utilizzati. Un’altra storia di abusi a Lodi.

Vittima una ragazza siriana di 17 anni arrivata in Italia per sfuggire alla guerra e al sisma del 2023: finita nelle mani dei trafficanti è stata sottoposta a violenze e maltrattamenti e poi abbandonata. La Polizia, coordinata dalla Procura di Lodi e dalla Procura presso la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha arrestato i due aguzzini.

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Aggressione omofoba a Federico Fashion style, ‘botte e insulti’

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Preso a schiaffi e pugni sul treno e insultato da un passeggero solo perchè gay. Un’aggressione omofoba che ha visto sul treno Milano-Napoli vittima Federico Lauri, conosciuto come Federico Fashion Style, parrucchiere e volto tv. Lo racconta lui stesso sui social e un’intervista al Corriere della Sera on line. “Preso a schiaffi e pugni in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti — scrive Federico, che è anche un volto di Real Time —Essere insultato, denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso. Vi prego smettetela di chiamare la gente fr… L’omosessualità non è una malattia». L’aggressione è avvenuta sul Milano Napoli all’altezza di Anagni. Il treno si ferma per un guasto, Lauri chiede informazioni e un passeggero prima lo insulta con frasi omofobe e poi lo picchia. Lauri finisce all’ospedale a Colleferro cn un trauma cranico e una prognosi di 15 giorni. Ora promette che denuncerà tutto. “Questa bestia mi ha dato un cazzotto, ma se avesse avuto un coltello mi avrebbe accoltellato -dice al Corriere- Il rischio è uscire di casa e non rientrare più. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Loro si devono curare”.

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Lo stupro di Palermo, la difesa vuole la vittima in aula

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Dentro l’aula è scontra tra accusa e difesa. Fuori dal tribunale di Palermo i familiari dei detenuti che arrivano con il pullman della polizia penitenziaria sono in attesa di salutare ‘i loro ragazzi’ mentre non lontano una decina di associazioni hanno dato vita ad un sit in per chiedere di essere ammesse come parti civili. Sono in aula cinque dei sei giovani indagati per lo stupro di gruppo a una 19enne avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Uno solo segue l’udienza in videoconferenza, collegato da una sala del carcere dove è recluso. Assente la vittima dello stupro, ospite in una comunità protetta, fuori dalla Sicilia. L’unico minorenne del branco è in un istituto minorile, dopo essere stato già condannato a 8 anni e 8 mesi in abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup Cristina Lo Bue per i sei maggiorenni – Elio Arnao, Cristian Barone, Gabriele Di Trapani, Angelo Flores, Samuele La Grassa e Christian Maronia – si apre in un clima di scontro aperto tra le parti. I legali degli indagati hanno già preannunciato le contromosse per ribaltare le accuse nei confronti dei loro assistiti.

La linea difensiva è chiara ed è legata alla richiesta di ascoltare nuovamente la vittima alla luce delle “nuove prove” che gli avvocati avrebbero raccolto. Alla prossima udienza chiederanno l’abbreviato condizionato a una nuova audizione della vittima, già ascoltata dal gip di Palermo Clelia Maltese due mesi fa nel corso dell’incidente probatorio. Il materiale raccolto dalla difesa già in un’udienza stralcio a marzo non era stato ammesso fra le carte del procedimento, ma i legali insistono. Secondo gli avvocati le nuove prove dimostrerebbero in sostanza che la giovane era consenziente. Una linea difensiva che non sorprende l’avvocato Carla Garofalo, legale della ragazza. “Questa è letteratura – spiega -, lo fanno in tutti i processi per stupro. Lo farei anche io, ma è improbabile perché mai difenderò un indagato per stupro. In ogni caso questa tesi è insostenibile, perché ci sono i filmati che parlano (i video girati con i cellulari dagli stessi indagati ndr)”.

La legale parla di “un ambiente tossico” attorno alla sua assistita “che a Pasquetta è stata pesantemente minacciata e aggredita” e denuncia “una campagna denigratoria nei confronti della ragazza durata tutta l’estate”. “Io, purtroppo – aggiunge -, sono entrata nel processo solo a gennaio per cui non ho potuto gestire e seguire la parte precedente”. L’avvocato Garofalo sottolinea anche lo stato di profonda prostrazione vissuto dalla giovane: “ha alti e bassi, momenti di angoscia e di speranza. Per fortuna abbiamo un buon rapporto. Sta raccogliendo i cocci di tutto lo sfacelo attorno a lei, con aggressioni continue. E a volte si chiede chi glielo ha fatto fare”. Attorno alla ragazza vittima dello stupro si sono strette una decina di associazioni che oltre a manifestare davanti al tribunale hanno chiesto di costituirsi parte civile, così come ha fatto il Comune di Palermo. Il Gup ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 29 aprile. Se il giudice non ammetterà l’abbreviato condizionato i legali degli imputati dovranno scegliere tra l’abbreviato “secco” o l’ordinario.

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