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Ambiente

Francia: lince boreale rischia estinzione, piano per salvarla

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A rischio estinzione in Francia, anche per l’assenza decennale di misure di protezione specifiche, la lince boreale potrebbe ora salvarsi grazie ad un piano nazionale di 5 anni che prendera’ il via nel 2022. Grande predatore molto agile ed elegante, la lince si muove tra gli alberi delle profonde foreste del Giura, nell’Est, come un’ombra silenziosa. A documentarla e’ il film intitolato “Lynx” di Laurent Geslin in uscita al cinema il 19 gennaio. Ma prima di essere sotto i riflettori, il predatore delle foreste, con il suo mantello dorato macchiato di nero e le orecchie sormontate da una spazzola di pelli, ha sofferto per la sua estrema ‘discrezione’ e la mancanza di copertura mediatica. E’ sempre stato un cacciatore solitario, molto meno visibile rispetto all’orso o al lupo, anche perche’ con una capacita’ predatoria di gran lunga inferiore – un centinaio di animali domestici attaccati in media in un anno contro 650 per l’orso e 3 mila per il lupo – pertanto la sua scomparsa nella foresta dei Vosgi e’ passata quasi inosservata. Tornata dalla Svizzera negli anni ’70, la lince boreale si e’ insediata nel massiccio del Giura, che ospita i due terzi dei 150 individui presenti in Francia, oltre che sulle Alpi e, sporadicamente, sui monti Vosgi, dove ricompare dopo recenti reintroduzioni nel Palatinato, in Germania. Nel 2021, “il 10% della popolazione e’ passato sotto un’auto”, ovvero 12 esemplari, deplora il Centre Athe’nas, specializzato nella protezione della lince. “La specie umana invade sempre di piu’ la natura, ci sono sempre piu’ veicoli, con un flusso significativo di lavoratori frontalieri”, analizza il suo direttore, Gilles Moyne, che si batte per la “creazione di zone di rifugio”. A questa piaga si aggiunge la minaccia dei bracconieri, responsabili del 10% delle lince ritrovate morte, ma contro i quali lo Stato non fa ancora abbastanza. Nel 2020 la giustizia ha aperto indagini per “distruzione di specie protette” dopo la morte di quattro linci uccise con armi da fuoco. Dopo anni di campagne e pressioni delle associazioni ambientaliste specializzate, il ministero della Transizione Ecologica ha annunciato lo sviluppo del primo Piano d’Azione Nazionale (PNA) a favore della lince, in vigore dal 2022 al 2026, con l’obiettivo di “determinare le azioni da attuare in Francia per il ripristino della specie ad un buono stato di conservazione”. Il piano mira a “ridurre la mortalita’ legata alle collisioni” e a “lottare contro la distruzione illegale della lince” che sono le principali minacce dirette che gravano su questa specie classificata “in via di estinzione”, nella “lista rossa” francese delle specie minacciate di estinzione dell’Unione Mondiale per la Conservazione. Il piano lince prevede inoltre “azioni sociologiche per ripristinare l’immagine della lince tra i cacciatori, alcuni dei quali la considerano un concorrente, ma anche per mostrare il suo interesse per la biodiversita’ e per ripristinare la verita’ sul suo impatto sulle popolazioni di cervidi” hanno spiegato i difensori del predatore. Per il presidente della Federazione dei cacciatori del Giura, Christian Lagalice, “la lince fa parte del nostro ambiente, e’ un animale protetto di cui rispettiamo lo status”, auspicando che il piano governativa favorisca una migliore conoscenza dell’importante specie. Se alcune associazioni animaliste chiedono la reintroduzione di nuovi esemplari, cacciatori ed allevatori sono invece contrari, preferendo una sua “espansione naturale”.

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Qualità dell’aria in Italia, allarme inquinamento: superati i limiti UE e OMS già nel primo trimestre 2025

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I dati raccolti nei primi tre mesi del 2025 confermano una situazione drammatica per la qualità dell’aria nelle città italiane. Secondo l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile, promosso da Clean Cities Campaign e Kyoto Club, in molti capoluoghi i livelli di PM2,5 (polveri sottili) e biossido di azoto (NO₂) hanno superato abbondantemente i limitifissati dalla Direttiva europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

In alcune zone urbane, come Torino Rebaudengo, non si è registrato neanche un giorno sotto i limiti dall’inizio dell’anno, evidenziando un’emergenza ormai strutturale.

Le città più colpite: Padova, Milano, Napoli, Torino e Palermo

Per quanto riguarda il PM2,5, i superamenti dei limiti sono stati registrati già nel primo trimestre nelle città di Padova, Milano, Brescia, Torino, Vicenza, Modena, Bergamo, Parma, Terni, Trento e Bologna.
La maglia nera per il biossido di azoto (NO₂) va invece a Palermo, Napoli, Messina, Genova, Torino, Catania, Milano, Vicenza, Venezia e Trento.

L’inquinamento come emergenza sanitaria

«L’inquinamento atmosferico è una vera emergenza sanitaria», afferma Roberto Romizi, presidente dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE Italia). «Le evidenze scientifiche dimostrano l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, neurodegenerative, problemi riproduttivi e disturbi dello sviluppo nei bambini. Non possiamo più permetterci esitazioni. Servono politiche urgenti e coraggiose, in linea con le indicazioni dell’OMS».

Le richieste di Kyoto Club: mobilità sostenibile e transizione energetica

Per Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, è essenziale «procedere rapidamente verso la decarbonizzazione, investendo in efficienza energetica, fonti rinnovabili e soprattutto mobilità sostenibile».
Una critica netta viene rivolta al Governo per la Legge di Bilancio 2025, che avrebbe dirottato risorse verso il Ponte di Messina, sottraendole a trasporto pubblico locale e mobilità attiva: «Così si aggrava l’emergenza climatica e sanitaria».

I numeri che preoccupano l’Europa

Secondo l’OMS, oltre 7 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento atmosferico. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima decine di migliaia di morti premature ogni anno solo in Italia per esposizione a inquinanti.

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Istituito dal ministro Gilberto Pichetto il 25/o Parco nazionale, è quello del Matese

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Nasce il 25/o parco nazionale italiano, è quello del Matese, area protetta tra Campania e Molise per 87.897,7 ettari. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha firmato il decreto che individua “la perimetrazione, la zonizzazione e le misure di salvaguardia del Parco Nazionale del Matese”. Lo rende noto un comunicato del Mase. Il provvedimento, in ottemperanza alla pronuncia del Tar del Lazio dell’ottobre 2024, spiega la nota, “è il frutto del lavoro e della concertazione che ha coinvolto, oltre il Mase, l’Ispra e numerosi enti territoriali interessati: 52 amministrazioni comunali, quattro province e due Regioni. Viene così ampliato il vecchio Parco Regionale, entrato in funzione solamente nel 2002, a causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale, e che si estendeva su una superficie di oltre 33mila ettari”.
“La firma di oggi, nella Giornata della Terra – ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto – afferma in concreto il valore della biodiversità del nostro Paese: il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra formalmente nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”. “Da oggi il territorio acquisirà – ha aggiunto il sottosegretario Claudio Barbaro a cui il Mase ha attribuito la delega alle aree protette – una visibilità nazionale e il trasferimento di notevoli risorse, al fine di rendere il Parco anche un’occasione, tra le altre cose, di rilancio turistico.
Il Mase, con il nuovo Governo, ha costituito l’Area marina protetta di Capospartivento, il Parco Ambientale di Orbetello e adesso il Parco Nazionale del Matese, a dimostrazione che esiste una strategia e una visione precisa sullo sviluppo delle aree da tutelare, pur nel convincimento che fra l’uomo e il territorio occorra consolidare un equilibrio che sappia preservare sia la natura che lo sviluppo” ha rilevato Barbaro. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia è stato quello dell’Isola di Pantelleria, nel 2016.

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Efficienza energetica e valore degli immobili: in Italia cresce la consapevolezza, ma resta indietro il 75% del patrimonio edilizio

Ristrutturare conviene: +43% di valore per gli immobili efficienti. Risparmi per le famiglie fino a 19 miliardi l’anno.

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In Italia, tre edifici su quattro restano in classi energetiche basse, nonostante il miglioramento registrato tra il 2018 e il 2023, con un aumento degli immobili in classe A dal 8% al 15%. Lo rivela l’ultima analisi della Community Smart Building di Teha Group, che mette in luce le gravi conseguenze in termini economici, ambientali e sociali legate al ritardo del Paese nell’efficientamento del parco immobiliare.

Gli immobili efficienti conquistano il mercato

Il mercato immobiliare premia sempre di più l’efficienza energetica. Le compravendite di edifici nuovi in classe A o B sono passate dal 49% al 70% in dieci anni, mentre quelle di immobili ristrutturati ad alta efficienza sono salite dal 7% al 38%. Di conseguenza, anche il valore medio di mercato cresce:

  • 2.316 euro/m² per edifici ristrutturati

  • 1.615 euro/m² per edifici abitabili

  • 1.290 euro/m² per edifici da ristrutturare

Un divario che evidenzia la valorizzazione degli immobili smart e sostenibili, capaci di coniugare risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale.

Povertà energetica: 5,3 milioni di italiani in difficoltà

Nonostante gli sforzi, l’Italia resta tra i Paesi UE più colpiti dalla povertà energetica, con l’8,8% delle famiglie che non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Un dato preoccupante, legato all’elevata percentuale di edifici inefficienti e ai costi energetici crescenti, aggravati da redditi insufficienti.

L’efficienza come opportunità economica

Secondo l’analisi del Teha Group, l’efficientamento energetico degli edifici può ridurre i consumi energetici fino al 29% e quelli idrici fino al 5%, generando un risparmio netto stimato tra i 17 e i 19 miliardi di euro annui per famiglie e sistema economico.

Benedetta Brioschi, responsabile della Community Smart Building, sottolinea:
“Il rinnovamento green e smart degli edifici è una necessità, ma anche una grande opportunità. Il Real Estate si sta già muovendo, ma servono ulteriori investimenti pubblici e privati per accelerare il cambiamento”.

Serve un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini

Il report invita a superare il modello del solo pensiero (“think tank”) e diventare un “act tank”, in grado di influenzare concretamente le scelte dei policy maker. La collaborazione tra governo, aziende e cittadini è essenziale per trasformare il patrimonio immobiliare italiano in una leva di sostenibilità e benessere diffuso.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale)

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