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Cronache

Figliuolo commissario, ma il nodo sono le risorse

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Dai vaccini alla ricostruzione post-alluvione: dopo un mese e mezzo l’inondazione che ha allagato la pianura romagnola e devastato l’Appennino il governo ha scelto il generale Francesco Paolo Figliuolo per il ruolo di commissario per la ricostruzione. La nomina non è ancora stata formalizzata, ma il Consiglio dei ministri ha indicato il nome: Figliuolo prenderà possesso nei prossimi giorni e sarà affiancato dai presidenti di Emilia-Romagna, Marche e Toscana nel ruolo di subcommissari. Il ministro della protezione civile Nello Musumeci ha però anche precisato che “in Emilia-Romagna siamo in stato di emergenza con un commissario delegato (ovvero Bonaccini, ndr) per rimuovere le condizioni che impediscono un ritorno alla normalità”. Ma il Consiglio dei ministri ha dato il via libera anche al disegno di legge, come ha spiegato Musumeci, “per arrivare ad un modello unico nella ricostruzione sui territori colpiti dalle calamità, per garantire certezza, stabilità e velocità”. L’obiettivo è “porre fine ad una normativa disomogenea, poco organica, frammentaria, stratificata nel tempo e differenziata per territori”.

Tra i punti principali del disegno di legge, i cinque anni per ricostruire, prorogabili fino ad un massimo di 10 in caso di particolari calamità, un commissario nominato d’intesa con le regioni che si avvarrà di una struttura composta da personale della P.a., un fondo ad hoc e dei meccanismi di controllo sull’attività del commissario. Questo il futuro. Il presente dice però che sul post alluvione resta il nodo delle risorse: l’Emilia-Romagna, dove è localizzata la stragrande maggioranza dei danni, ha chiuso il conto a quasi nove miliardi. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha più volte ribadito che quasi due miliardi servono subito, per fare, entro l’autunno, quegli interventi necessari su strade, frane e argini dei fiumi, per impedire che un nuovo acquazzone provochi e aggravi i problemi. E lo ribadisce senza mezzi termini: “resta da capire con quali risorse potrà lavorare il commmissario. Si è scelto un modello centralistico che riteniamo sbagliato, ma che, vede la nomina di una persona con cui abbiamo collaborato bene durante la pandemia”. La nomina di Figliuolo arriva dopo un mese e mezzo di feroci polemiche attorno alla figura del commissario. Regione e sindaci premevano perché la scelta cadesse su Bonaccini, per replicare il modello che è stato applicato per la ricostruzione post sisma.

Il governo e la maggioranza (pur con varie sfumature) hanno invece sempre detto di preferire un tecnico. La scelta, alla fine, è caduta su chi ha gestito la seconda fase dell’emergenza Covid (dal marzo 2021 al marzo 2022) caratterizzata soprattutto dall’allestimento della campagna vaccinale. La soluzione è stata, alla fine, di compromesso: il nome di Figliuolo non è destinato a suscitare polemiche come avrebbero probabilmente fatto scatenare altri nomi che sono stati ipotizzati in queste settimane e la filiera istituzionale è coinvolta nella struttura commissariale. Stefano Bonaccini (come pure Eugenio Giani per le aree dell’alto Mugello e Francesco Acquaroli per quelle del Montefeltro) sarà infatti il subcommissario. Lavorerà, cioè, a strettissimo contatto con Figliuolo. La soluzione è stata apprezzata da sindaci e imprenditori del territorio, soddisfatti della nomina del generale e del coinvolgimento di Bonaccini: ma tutti chiedono al governo una dotazione di fondi adeguata alle necessità.

Francesco Paolo Figliuolo, potentino di nascita e torinese d’adozione, ha 62 anni ed è un ufficiale degli alpini che vanta una lunga esperienza, soprattutto nel settore della logistica e in contesti operativi. È diventato un personaggio celebre quando, nel marzo 2021, il governo Draghi lo ha nominato commissario per l’emergenza Covid, con il compito specifico di organizzare la campagna vaccinale di massa.

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Cronache

Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Cronache

Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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Genova, sindacalista inventa un’aggressione fascista: indagato per simulazione di reato

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Un grave episodio di simulazione scuote il clima politico e sindacale a Genova. Fabiano Mura, segretario genovese della Fillea-Cgil (categoria degli edili), è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato, dopo aver inventato una presunta aggressione subita alla vigilia del 25 aprile.

Mura aveva denunciato pubblicamente e in Procura di essere stato aggredito da due persone che gli avrebbero urlato insulti fascisti, fatto il saluto romano, sputato addosso e colpito con pugni e spintoni. Un racconto drammatico che aveva suscitato un’immediata ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione antifascista a cui avevano preso parte esponenti politici e sindacali, tra cui Anpi Genova, la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex leader Cgil Sergio Cofferati.

La verità emerge: nessuna aggressione

Le indagini della Digos hanno rapidamente sollevato dubbi sulla versione dei fatti fornita da Mura. I riscontri video delle telecamere di sorveglianza e le incongruenze sugli orari hanno smontato il suo racconto. Messo alle strette dagli investigatori, il sindacalista ha infine ammesso davanti al magistrato di essersi inventato tutto e ha ritirato la denuncia.

La Cgil, dopo aver appreso l’esito delle indagini, ha annunciato la sospensione di Mura, prendendo ufficialmente le distanze dal suo comportamento.

Le reazioni politiche

Il caso ha suscitato reazioni forti nel panorama politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato: «Che tristezza. Per tre giorni è stato lanciato l’allarme sulla violenza fascista a Genova, e poi si è scoperto che gli unici fascisti immaginari stanno a sinistra».
Anche Fratelli d’Italia ha denunciato l’episodio, sottolineando che «le falsità fomentano l’odio».

Dal centrosinistra, Silvia Salis ha preso le distanze: «È un atto gravissimo. Noi siamo parte lesa e ci dissociamo completamente da questa azione irresponsabile».

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