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Cronache

Falsi esami medici per pazienti fantasma: agli arresti un medico e il titolare di un laboratorio

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Radiografie, Tac ed altri esami costosi inesistenti per pazienti ignari di tutto: un medico e il titolare di una struttura sanitaria convenzionata con l’Azienda sanitaria locale avevano escogitato un sistema per ottenere rimborsi fin troppo facili e soprattutto non dovuti. A scoprire la truffa che ha portato il professionista, un 64 enne con studio a Mugnano, Napoli, e il proprietario del laboratorio accreditato  agli arresti domiciliari, sono stati i Carabinieri del Nas coordinati dalla Procura di Napoli Nord.

Il medico di base compilava le ricette mediche del servizio Sanitario Nazionale, la documentazione veniva poi consegnata al titolare del Centro di radiodiagnostica, un 53 enne, che provvedeva a chiedere e ad ottenere il pagamento delle prestazioni mai eseguite.

I due sono accusato di falso e truffa aggravata ed avrebbero causato un danno alla Pubblica Amministrazione di almeno 70 mila euro.

 

 

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Cronache

Napoli saluta Marisa del Vecchio, la signora del cioccolato Gay Odin e icona dell’imprenditoria

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Napoli piange la scomparsa di Marisa del Vecchio, storica imprenditrice e amministratrice della celebre azienda di cioccolato Gay Odin. All’età di 94 anni, Marisa si è spenta dopo una lunga malattia, lasciando un vuoto non solo nella sua famiglia, ma anche nella città che l’ha vista protagonista di una vita fatta di successi e amore per il lavoro.

Recentemente, aveva partecipato alla celebrazione degli 800 anni dell’Università Federico II, contribuendo alla grande festa con la creazione di un imponente uovo di cioccolato alto due metri e pesante 350 kg, frutto di dieci giorni di lavorazione. Un gesto che simboleggiava il legame tra la sua azienda e i valori di cultura, educazione e inclusione che l’università rappresenta.

La sua attività, Gay Odin, fondata oltre un secolo fa e situata a Largo Vetriera, era stata recentemente riconosciuta come una “Bottega Storica”, insieme al ristorante “Al 53” di piazza Dante. Questo era solo uno degli ultimi riconoscimenti della lunga carriera di Marisa, che ha saputo guidare l’azienda con passione e dedizione, tenendo alto il nome di un marchio iconico di Napoli.

Una vita tra imprenditoria e amore

Marisa del Vecchio non è stata solo una grande imprenditrice, ma anche una donna di cultura, discreta e appassionata. Dopo aver insegnato matematica per 25 anni, nel 2006 ha preso le redini di Gay Odin in seguito alla scomparsa del marito Giuseppe Maglietta, che aveva guidato l’azienda per oltre mezzo secolo. Il loro legame, nato quando Marisa aveva appena 21 anni, era stato forte e duraturo, segnando l’inizio della sua “seconda vita lavorativa”.

Ma la vita di Marisa è stata anche segnata da un secondo grande amore: il medico Adalberto Thau, conosciuto nel 2007 in un punto vendita Gay Odin a Roma. Nonostante la differenza d’età di 16 anni, il loro incontro fu un colpo di fulmine, e Marisa trovò con lui una nuova complicità e affetto.

Un esempio di imprenditoria femminile di successo

Marisa del Vecchio rappresenta uno dei più luminosi esempi di imprenditoria femminile a Napoli. La sua capacità di coniugare tradizione e innovazione ha permesso a Gay Odin di restare un punto di riferimento per la città e per gli amanti del cioccolato in tutto il mondo. Con il supporto dei figli Davide, Sveva, Dimitri, Adalberto, Massimo e Mariella, Marisa ha continuato a portare avanti l’eredità dell’azienda, mantenendo intatti i valori della famiglia e del lavoro.

I funerali di Marisa del Vecchio si terranno domani alle ore 11 presso la chiesa dell’Ascensione a Chiaia, dove la città le renderà l’ultimo saluto. Le sue parole, pronunciate solo pochi mesi fa durante la celebrazione degli 800 anni dell’Università Federico II, resteranno impresse come simbolo del suo spirito: “Con il nostro uovo gigante vogliamo celebrare anche noi gli 800 anni dell’Università Federico II con cui condividiamo valori quali l’educazione dei giovani, l’inclusione, la cultura che unisce popoli e generazioni”.

Napoli perde una figura di riferimento, ma il ricordo di Marisa del Vecchio e il suo contributo all’imprenditoria resteranno vivi, continuando a ispirare le future generazioni.

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Napoli, la tragica morte di Chiara Jaconis: un bambino potrebbe aver lasciato cadere la statua fatale

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Un tragico incidente ha scosso Napoli lo scorso fine settimana, quando la turista trentenne Chiara Jaconis è stata colpita da una statuina caduta dall’alto mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli. La Procura, impegnata nell’indagine, ha avanzato un’ipotesi sconvolgente: potrebbe essere stato un bambino a maneggiare l’oggetto, una statuina a forma di elefante, e a lasciarla cadere dal balcone di un appartamento in via Santa Teresa agli Spagnoli.

Il fatto è avvenuto domenica, poco prima delle 16, quando Chiara, in visita turistica nella città, è stata tragicamente colpita da questa statuina, un oggetto in onice pesante circa tre chili. Le indagini hanno subito rivelato che non si trattava di un ornamento esterno, ma di un diffusore di profumo decorato con motivi egiziani, appartenente all’interno di un’abitazione.

La ricostruzione dei fatti

Secondo le ricostruzioni, la statuina sarebbe stata prelevata dall’interno di un appartamento al civico 4 e portata sul balcone, dove è stata lasciata cadere accidentalmente. La posizione degli inquirenti, guidati dal pm Ciro Capasso sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, si concentra ora sulla famiglia del presunto responsabile, un bambino, che potrebbe aver agito inconsapevolmente. Tuttavia, anche i genitori del piccolo e chi era presente in casa al momento dell’incidente, come una badante, sono sotto esame.

Il tragico incidente è stato ulteriormente complicato dalla traiettoria dell’oggetto, che sembra aver colpito prima un balcone sottostante, deviando il colpo verso la testa della vittima. Gli investigatori stanno ora cercando di confermare questa dinamica e di verificare il ruolo delle persone coinvolte.

L’incertezza sulla responsabilità

Un elemento che complica ulteriormente l’inchiesta è l’età del bambino: se fosse lui ad aver lasciato cadere l’oggetto, non sarebbe imputabile, poiché non ha ancora raggiunto i 14 anni. Questo scenario apre a un altro interrogativo: la responsabilità oggettiva dei genitori. Tuttavia, le testimonianze raccolte finora parlano di un incidente imprevedibile, dovuto probabilmente a un gioco o a un momento di distrazione del bambino.

Le testimonianze dei vicini

Alcuni residenti hanno fornito dettagli utili alle indagini, riportando episodi precedenti in cui oggetti sono stati lanciati da quel balcone, come mollette per i vestiti e altri piccoli accessori domestici. Tuttavia, la situazione rimane complessa: nessuno degli abitanti dello stabile ha riconosciuto la statuina con i fregi egiziani come propria.

Quando gli agenti hanno mostrato l’oggetto alla famiglia sospettata, la risposta è stata netta: “Quella statua non è nostra, non l’abbiamo mai vista”. Una dichiarazione che ha spinto gli inquirenti a proseguire con ulteriori verifiche, cercando di stabilire chi fosse presente negli appartamenti durante l’ora della tragedia e chi possa aver portato quell’oggetto fuori dall’appartamento.

Il proseguimento delle indagini

La Procura di Napoli, sotto la guida di Nicola Gratteri, sta ora cercando di fare chiarezza, con un intero gruppo di lavoro impegnato a risolvere il mistero della morte di Chiara Jaconis. La vicenda ha scosso profondamente la città, sollevando interrogativi sulla sicurezza nei centri urbani e sui rischi legati a oggetti caduti dai balconi. Intanto, i genitori di Chiara chiedono giustizia per la loro figlia, tragicamente scomparsa in circostanze che sembrano ancora avvolte nel mistero.

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Auto investe 7 persone in Versilia, morte due ragazze

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Alla guida di una Mercedes ha travolto sette persone, causando la morte sul colpo di due ragazze tedesche, e mandando le altre tutte in ospedale. È il tragico bilancio dell’investimento avvenuto poco dopo le 19 in Versilia, a Lido di Camaiore (Lucca). All’ospedale è finita, per gli esami tossicologici, anche la conducente, una 44enne di origine brasiliana, come rende noto la Questura di Lucca: gli accertamenti sono condotti dalla polizia stradale. Teatro dell’incidente via Italica. Sempre secondo quanto spiegato al momento dalla Questura, l’auto avrebbe bucato due semafori rossi: al primo incrocio tra via Italica con via Roma ha travolto le due ragazze tedesche, sembra due turiste, classe 2005 e 2006.ù

Auto investe 7 persone in Versilia, morte due ragazze

Poi al secondo incrocio, con viale Colombo, gli altri pedoni: tra loro una sessantenne portata poi in codice rosso per un politrauma, con l’elisoccorso, all’ospedale Cisanello a Pisa. Smistate tra gli ospedale di Massa e al Versilia le altre persone investite. L’auto si è poi fermata dopo aver urtato due auto: la conducente è scesa dalla macchina fino all’arrivo della polizia stradale che l’ha portata in ospedale per gli esami tossicologici. Sul posto per i soccorsi sono intervenute numerose ambulanze e i vigili del fuoco oltre agli agenti della polizia stradale e anche la municipale di Camaiore.

Sul posto è accorso anche il sindaco di Camaiore Marcello Pierucci. “E’ un episodio che ha sconvolto tutta la comunità, una cosa così non era mai accaduta – ha raccontato il primo cittadino in diretta tv all’emittente televisiva 50 Canale – un’auto a folle velocità su via Italica ha travolto ed ucciso due persone e ferite altre cinque, ha danneggiato una decina di auto in sosta e travolto tutto quello che ha trovato durante la sua corsa, anche dopo il secondo impatto. Noi ci siamo resi subito disponibili mettendo la nostra polizia municipale a disposizione della polizia del commissariato di Viareggio titolare delle indagini”.

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