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Europei: Uefa ribadisce, si gioca dove programmato

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L’atmosfera si surriscalda intorno a Euro2020, e non solo per l’imminenza dei quarti di finale. A tener banco e’ anche la questione della sicurezza legata al rischio pandemia e della scelta delle sedi di gara, ma l’Uefa al momento tiene la barra dritta sul programma, che prevede domani due incontri a San Pietroburgo e Monaco di Baviera, l’attesissimo Italia-Belgio, e sabato gli altri due a Baku e a Roma, oltre alle semifinali e finale a Wembley. Un piano che infiamma la polemica e i timori, visto che la variante Delta del Covid-19 sta colpendo duro la Gran Bretagna e da piu’ parti l’Uefa e’ invitata a riconsiderare la scelta. Per ora, l’organizzazione presieduta da Aleksander Ceferin tiene il punto e ribadisce che tutte le rimanenti partite si svolgeranno come programmato, in quanto “le misure di mitigazione adottate in ciascuna sede sono allineate con le normative fissate dalle locali autorita’ sanitarie”. A queste, concede l’Uefa, “spettano comunque le decisioni finali sul numero di spettatori ammessi negli impianti e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi”, alle quali promette di adeguarsi. I quasi duemila scozzesi contagiati assistendo alla sfida della loro nazionale con l’Inghilterra sono pero’ piu’ che un monito, tanto che la Commissione salute del Parlamento Ue lancia l’allarme, sollecitando l’Uefa “a rivedere la scelta di giocare” a Wembley, o almeno a “rafforzare le restrizioni sanitarie e le regole di accesso del pubblico”. La Commissione invita intanto ad adottare “la massima vigilanza” contro il virus. Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, definisce “irresponsabile” il comportamento della Uefa su Wembley. “Sospetto – afferma – che ci siano motivi commerciali, che mai dovrebbero prevalere sulla protezione della salute”. “In Inghilterra non c’e’ una situazione che permetta di affrontare con tranquillita’ l’evento – dichiara il sottosegretario alla Salute Andrea Costa -.Spero che l’Uefa preveda un’alternativa. Qualora fosse tutto confermato – conclude – deve assumersi la responsabilita’ di questa scelta”. Durissimo il virologo Roberto Burioni su twitter: “L’ottusa irresponsabilita’ dell’Uefa che si rifiuta di spostare le partite da citta’ dove esiste un grave pericolo di contagio e’ inaccettabile. Inaccettabile anche che i Paesi lo accettino, mettendo a rischio la salute dei cittadini”. L’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) sollecita un “migliore monitoraggio” degli spettatori invitando le citta’ ospitanti a fare controlli piu’ accurati sugli spettatori, prima del loro arrivo e dopo l’uscita dallo stadio. Intanto, il presidente del Coni, Giovanni Malago’, invita ad attendere: “Penso che ci potrebbero essere novita’ legate all’eventuale innalzamento della curva dei contagi in Inghilterra e credo che l’Uefa valutera’ tutte le opzioni anche in considerazione dell’andamento dei quarti”. Le final four in Italia? C’e’ uno stadio in grado, ma non mi sembra che sia oggi un’opzione sul tavolo”.

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Jannik Sinner: “A Roma torno con una mentalità diversa. Ho anche pensato di lasciare il tennis”

Jannik Sinner si confessa al Tg1: “Momenti difficili, ho pensato di lasciare. Ora pronto a tornare a Roma con una nuova mentalità”. La forza della famiglia e del team.

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Jannik Sinner si prepara a rientrare in campo agli Internazionali d’Italia di Roma con uno spirito nuovo, dopo mesi difficili segnati dalla sospensione per doping patteggiata con la Wada. In un’intervista esclusiva rilasciata al Tg1, il numero uno del tennis mondiale si è raccontato senza filtri al direttore Gian Marco Chiocci, svelando emozioni, fragilità e speranze alla vigilia del suo ritorno.

«Sono molto contento di rientrare in campo a Roma. Sicuramente torno con una mentalità diversa», ha detto Sinner, pronto a rimettersi in gioco dopo aver attraversato momenti complessi. «In campo non stavo come un giocatore si dovrebbe sentire. Il divertimento era andato via, pensavo ad altre cose. Ma ora sono felice di tornare, non c’è posto più bello di Roma per ricominciare».

Il campione altoatesino ha rivelato di aver pensato persino di lasciare il tennis: «Prima degli Australian Open non mi sentivo a mio agio, nemmeno negli spogliatoi. I giocatori mi guardavano in modo diverso, e lì ho pensato: è pesante vivere il tennis in questo modo».

Sinner ha ricordato la difficile gestione del caso Clostebol, la sostanza proibita che ha portato alla sua squalifica: «In quel momento non ho capito nulla. Non sapevo da dove venisse. È stato pesante accettare tre mesi di squalifica sapendo di non aver fatto nulla di sbagliato. Ma con il mio avvocato abbiamo deciso di patteggiare, per evitare rischi peggiori».

Fondamentale per lui è stato l’appoggio delle persone più vicine: «La mia fortuna è stata avere il mio team, la mia famiglia, persone che mi hanno protetto. Mi sono costruito una bolla, e questo mi ha dato la voglia di continuare a lottare».

Sul piano mentale, Sinner ammette di vivere le emozioni in modo intenso: «Anche io ho scatti di rabbia, ma il tennis è come il poker: devi nascondere le emozioni. Quando capisci che l’altro è in difficoltà, ti dà forza». E aggiunge: «Il tennis è importante, ma fuori dal campo c’è qualcosa di ancora più importante: la vita privata, la famiglia. Senza il mio team non sarei nessuno».

Con il rientro ormai imminente, Sinner si dice pronto ad affrontare la nuova sfida con consapevolezza: «Mi manca la competizione, la pressione della partita vera. Adesso voglio solo tornare a divertirmi giocando, ritrovare il piacere del campo. Siamo pronti a ripartire».

 

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A Madrid si gioca, Tsitsipas ko e Musetti vola a ottavi

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Torna l’elettricità in Spagna ed anche il Masters 1000 di Madrid riprende la sua corsa dopo la sospensione obbligata di ieri. L’Italia sorride con Lorenzo Musetti che batte ancora Stefanos Tsitsipas e raggiunge gli ottavi di finale del torneo madrileno (dove affronterà l’australiano Alex De Minaur). E’ costretto invece al ritiro Matteo Berrettini per un fastidio accusato agli adduttori dopo aver perso al tie break il primo set del terzo turno contro Jack Draper. Una scelta prudenziale, quella del romano, per evitare problemi più seri. A due settimane dal torneo di Montecarlo, quando (ai quarti) Musetti ha battuto per la prima volta Tsitsipas, il carrarino si ripete sulla terra rossa spagnola con un match in rimonta con l’azzurro che ha conquistato il primo parziale col punteggio di 7-5, risalendo dal 2-5, annullando anche un set point.

Nel secondo ha invece chiuso i conti al tie break. “E’ stata una partita difficile, all’inizio, perchè non avevo mai provato questo campo, il Manolo Santana, neanche in allenamento, e ho trovato molta differenza. Poi però mi sono adattato e la voglia di vincere questo match ha fatto la differenza”, ha spiegato Musetti a fine match. “Sono felice e orgoglioso perchè ci tenevo molto a vincere”, ha aggiunto. L’azzurro ha poi parlato della strana giornata di ieri, quando il black out in Spagna ha portato alla cancellazione di tutti gli incontri in programma, tra i quali quello appena vinto. “Ieri è stata una giornata dura, nel complesso. Quando succedono questa cose comprendi quanto siamo miserabili senza energia elettrica – ha detto Musetti -. Ma non è stato tutto brutto, per tornare in albergo siamo partiti insieme con Flavio e Matteo (Cobolli e Arnaldi, ndr). Abbiamo camminato due ore per rientrare, una bella camminata ma valeva la pena. E’ stata una bella preparazione per la partita di oggi”, ha concluso. Saluta Madrid con un ritiro Berrettini.

Il tennista romano, dopo aver perso al tie break il primo set contro il britannico Draper ha alzato bandiera bianca per il riacutizzarsi del fastidio all’addome emerso già dopo il match del primo turno contro Giron. E’ stato lo stesso Berrettini, con una nota affidata ai media, a chiarire i motivi del suo infortunio e a fornire aggiornamenti sulle sue condizioni: “Ho voluto provare a giocare nonostante il problemino dell’altro giorno, perché questi due giorni di riposo mi hanno aiutato a scaricare un po’ la zona dell’addome, che era molto carica e contratta – fa sapere l’ex n.6 del mondo -. Ma il ritiro è avvenuto perché il gioco non valeva la candela, c’era un rischio grosso di farsi male. E l’ultima cosa che vogliamo è infortunarsi agli addominali durante la stagione. E soprattutto per giocare contro i migliori al mondo ho bisogno delle mie armi al 100%. E questo oggi non c’era, soprattutto nella seconda parte, quando ho ricominciato a sentire forte il fastidio. Farò di tutto per recuperare per Roma. Mi dispiace perché tengo molto a questo torneo, anche oggi stavo giocando bene nonostante tutto. Il prossimo anno ci riproveremo”.

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Tennis: Djokovic non ci sarà agli Internazionali di Roma

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Novak Djokovic non sarà a Roma per gli Internazionali. Il tennista serbo ha comunicato poco fa all’ATP e alla direzione del torneo che non verrà nella Capitale dopo che risultava iscritto all’entry list del mille italiano.

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