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Europei 2021, la Spagna stecca all’esordio: è 0-0 con la Svezia

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Spagna-Svezia era gia’ stata marchiata come la partita del Covid, vista la singolare coincidenza delle positivita’ eccellenti su entrambi i fronti, Busquets e Kulusevski, che hanno escluso due protagonisti dalla gara d’esordio all’Europeo. Il virus ha pesato di piu’ sugli scandinavi, che gia’ privi di Zlatan Ibrahimovic hanno dovuto anche fare a meno dell’attaccante della Juve, ma la Spagna non ne ha approfittato all’esordio nel gruppo E, uscendo con un misero 0-0 dalla torrida serata di Siviglia, altro presunto ‘aiuto’, e con qualche dubbio in piu’. La Nazionale di Luis Enrique – che ha scelto di non chiamare un’altra colonna come Sergio Ramos e ha schierato da titolari il 27 enne esordiente Laporte in difesa e il 18enne Pedri a centrocampo -, ha avuto un approccio molto complicato al torneo, tra le polemiche sui vaccini e le difficolta’ negli allenamenti ma in campo la giovane formazione non ne ha risentito dal punti di vista fisico, dominando da subito il gioco nel tentativo di scardinare la difesa svedese. Questa, pur ballando in qualche occasione, ha pero’ tenuto fino alla fine -, riuscendo almeno in parte a fare la ‘prestazione eccezionale’ che il ct Janne Andersson aveva auspicato per un esordio cosi’ complicato -, sfruttando anche la ripetitivita’ e poca incisivita’ dell’attacco di casa, con un Morata poco ispirato. Il match e’ iniziato come previsto, con la Svezia dietro la linea della palla e la Spagna che con pazienza cercava il varco giusto su tutto il fronte d’attacco. Nelle poche occasioni in cui gli svedesi cercavano di ripartire, la pressione su di loro era immediata fin da fuori da loro area. Il portiere Olsen ha cominciato davvero a lavorare, e bene, al 16′, quando ha deviato in angolo una conclusione ravvicinata di testa di Olmo. Poi sono stati gli stessi spagnoli a graziarlo, prima Koke, che al 23′ ha sparato fuori dallo specchio da ottima posizione e quindi Morata, il quale solo in area davanti all’ex romanista per un ‘regalo’ di Danielson ha messo fuori di poco sprecando l’occasione piu’ chiara del match. La squadra di Luis Enrique ha rischiato la beffa al 40′, quando in contropiede Isak ha creato il panico e solo un palo, su deviazione di Marcos Llorente, ha salvato Simon. I ritmi sono calati nel secondo tempo, complice il caldo nonostante l’ora tarda, e la Svezia ha potuto alzare un po’ il baricentro, con Isak che al 16′ ha creato di nuovo il panico in area spagnola, servendo a Berg un assist che questi ha malamente sprecato. Al 21′, Luis Enrique ha tolto un poco ispirato Morata e Rodri inserendo Sarabia e Thiago Alcantara per cercare di sbloccare il risultato. Poco dopo lo ha imitato Andersson, togliendo le due punte Berg e Isak per inserire gli agili Quaison e Claesson. E’ cambiato poco, se non nel forcing finale delle Furie Rosse, rivitalizzate dagli ingressi, forse tardivi di Gerard Moreno e Fabian Ruiz. La copertina l’ha meritata Olsen parando d’istinto un colpo di testa a botta sicura di Moreno nel recupero. Le Furie Rosse hanno steccato all’esordio, ma hanno tempo per rifarsi, mentre la Svezia dopo l’insperato punto conquistato vedeo alla portata il secondo posto, in un gruppo non irresistibile, anche se l’inattesa vittoria della Slovacchia sulla Polonia ha un po’ sparigliato le carte.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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