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Esteri

Escalatorgate all’Onu: Trump e Melania bloccati sulla scala mobile, la Casa Bianca parla di complotto

La scala mobile si blocca all’Onu mentre Trump e Melania salgono all’Assemblea generale. È già “Escalatorgate”: la Casa Bianca chiede un’indagine, Trump ironizza ma accusa l’Onu.

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L’America ha un nuovo scandalo mediatico, ribattezzato “Escalatorgate”: la scala mobile del quartier generale dell’Onu si è bloccata mentre Donald Trump e Melania stavano salendo verso la sala dell’Assemblea generale per l’intervento del presidente Usa. Un episodio che, immortalato in un video subito virale, ha generato ironie, speculazioni e polemiche.

L’ipotesi del complotto e l’indagine

Se Trump ha scherzato pubblicamente sull’accaduto, la Casa Bianca ha invece assunto toni più seri. “Se qualcuno all’Onu ha intenzionalmente fermato la scala mobile mentre il presidente e la First Lady stavano salendo, deve essere licenziato e indagato immediatamente”, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt su X. L’Onu, tramite un portavoce, ha spiegato che il blocco sarebbe stato causato dall’attivazione accidentale di un meccanismo di sicurezza.

Le voci sullo staff Onu

A gettare benzina sul fuoco è stato un articolo del Times of London, secondo cui membri dello staff delle Nazioni Unite avrebbero scherzato sul possibile spegnimento delle scale mobili come risposta ai drastici tagli ai finanziamenti americani. Diversi commentatori conservatori e figure vicine alla Casa Bianca hanno alimentato l’ipotesi del complotto contro Trump.

I problemi con il gobbo e la replica di Trump

La sfortuna del tycoon non si è fermata lì: durante il discorso il gobbo elettronico non ha funzionato. “Chiunque stia usando questo gobbo è nei guai”, ha detto il presidente Usa. Trump ha poi legato i due incidenti ai fallimenti che, a suo dire, caratterizzano le Nazioni Unite: “Tutto ciò che ho ricevuto dall’Onu è stata una scala mobile che si è fermata a metà e un pessimo gobbo. Se la First Lady non fosse stata in ottima forma sarebbe caduta, ma siamo entrambi in ottima forma”.

Tra ironia e accusa

Tra battute e frecciate, Trump ha trasformato l’episodio in un nuovo capitolo della sua polemica con le Nazioni Unite, accusate di inefficienza e ostilità nei suoi confronti. Intanto la Casa Bianca ha chiesto un’indagine formale sull’accaduto, trasformando quello che poteva restare un banale guasto in un caso politico internazionale.

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Esteri

Mosca, Zakharova: “Avvertimento europeo di abbattere aerei russi è una fantasia russofoba”

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha definito “fantasia russofoba” le notizie su un presunto avvertimento europeo di abbattere aerei militari russi.

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La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha respinto con forza le notizie su un presunto avvertimento dell’Europa a Mosca riguardo la disponibilità ad abbattere aerei militari russi.

In un’intervista rilasciata all’agenzia Tass, Zakharova ha definito queste ricostruzioni “una fantasia alimentata dalla russofobia”.

“Retorica aggressiva e inventata”

Secondo la diplomatica, “questa notizia è stata inventata per sviluppare una retorica assolutamente russofoba, aggressiva e anormale degli europei occidentali”.

Le dichiarazioni arrivano in un contesto di tensioni sempre più elevate tra Mosca e i Paesi europei, con continui episodi di avvistamenti di jet russi vicino allo spazio aereo della NATO e un confronto diplomatico che resta ai minimi termini.

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Corea del Nord, Seul: “Pyongyang nella fase finale dello sviluppo di un missile nucleare intercontinentale”

Il presidente sudcoreano Lee Jae-myung avverte che la Corea del Nord è nella fase finale dello sviluppo di un missile balistico intercontinentale nucleare in grado di colpire gli Stati Uniti.

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La Corea del Nord è nella “fase finale” di sviluppo di un missile balistico intercontinentale (ICBM) capace di trasportare testate nucleari e colpire gli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il presidente sudcoreano Lee Jae-myung, parlando a New York durante una visita alla Borsa, secondo quanto riportato dai media di Seul.

Lee ha spiegato che Pyongyang, pur non avendo ancora risolto del tutto il nodo tecnologico del rientro atmosferico, “potrebbe superare presto anche questa difficoltà”, completando così un’arma in grado di minacciare direttamente il territorio americano.

Un arsenale in crescita

Il presidente sudcoreano ha sottolineato come il leader nordcoreano Kim Jong-un continui a rafforzare il proprio arsenale nonostante le pressioni internazionali. Secondo le stime di Seul, il Nord produrrebbe ogni anno materiale fissile sufficiente per 15-20 nuove bombe nucleari, aumentando costantemente il proprio potenziale.

Lee ha aggiunto che fermare lo sviluppo di nuove armi nucleari e missili a lungo raggio rappresenterebbe un “vantaggio decisivo in termini di sicurezza” per la stabilità regionale e globale.

La politica di dialogo di Lee

Da quando è entrato in carica lo scorso giugno, Lee ha avviato una politica di riduzione delle tensioni lungo il 38° parallelo, puntando a congelare i programmi nucleari e missilistici di Pyongyang.

Parlando a New York, ha ribadito che “l’obiettivo deve essere interrompere la produzione e lo sviluppo di nuove armi nucleari”, un passo che permetterebbe di contenere la minaccia e creare margini per un negoziato più ampio.

Le mosse di Kim Jong-un

Nonostante i ripetuti test e le dichiarazioni di forza, Kim Jong-un ha segnalato in questi giorni la disponibilità a riaprire il dialogo con Washington. Tuttavia, secondo l’agenzia ufficiale Kcna, la condizione posta dal leader nordcoreano sarebbe quella di mantenere intatto l’arsenale nucleare, escludendo qualsiasi ipotesi di disarmo totale.

Un messaggio che conferma la difficoltà del dossier e il rischio di un ulteriore braccio di ferro diplomatico tra Pyongyang e gli Stati Uniti.

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Trump firma il decreto per salvare TikTok: Oracle e investitori americani alla guida della nuova società

Donald Trump firma il decreto per salvare TikTok. Le attività americane confluiranno in una nuova società guidata da Oracle, con investitori come Michael Dell e Rupert Murdoch.

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Il presidente Donald Trump ha firmato un decreto esecutivo per garantire la permanenza di TikTok negli Stati Uniti, dopo mesi di incertezza sul futuro dell’app. “Sarà gestita interamente da americani”, ha assicurato il capo della Casa Bianca, sottolineando come la piattaforma sia stata per lui uno strumento cruciale anche in campagna elettorale.

La nuova società

Le attività statunitensi di TikTok confluiranno in una nuova società del valore stimato di 14 miliardi di dollari, con Oracle in prima linea per la sicurezza dei dati. Tra gli investitori figurano Michael Dell e Rupert Murdoch, quest’ultimo in causa con Trump per 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal. Secondo indiscrezioni, nel capitale entrerà anche Mgx, società con base ad Abu Dhabi.

ByteDance, la casa madre cinese, concederà in licenza una copia dell’algoritmo alla nuova entità, in modo da consentire agli Stati Uniti di avere il pieno controllo sulla gestione dei dati e delle funzioni chiave dell’app.

Le dichiarazioni della Casa Bianca

Il vicepresidente JD Vance ha spiegato che “gli americani possono usare TikTok più in sicurezza perché i loro dati saranno protetti e l’app non sarà usata come arma di propaganda”. Ha poi confermato che la compagine azionaria della nuova società sarà diffusa nei prossimi giorni.

Trump ha sottolineato di aver ricevuto “molte chiamate da amici che chiedevano di approvare l’accordo”, rimarcando che l’intesa è stata possibile nonostante le resistenze iniziali della Cina. “Il presidente Xi ci ha dato il via libera a procedere”, ha dichiarato.

Le reazioni politiche

Al Congresso, diversi repubblicani hanno accolto positivamente la notizia, pur chiedendo di verificare i dettagli dell’intesa. “Dobbiamo essere sicuri che gli americani siano protetti”, hanno sottolineato, ricordando che la Camera aveva già approvato il divieto di TikTok a meno di una vendita delle attività americane.

Trump ha ribadito che, sin dall’inizio del suo mandato, il suo obiettivo è stato garantire la continuità operativa di TikTok negli Stati Uniti, a condizione che la piattaforma fosse sottratta al controllo diretto della Cina.

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