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Erdogan vede Zelensky e annuncia l’addio nel 2028

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Riprendere le esportazioni di grano dall’Ucraina attraverso un corridoio sicuro nel Mar Nero e la formula di pace ucraina. Sono stati questi i temi che hanno dominato i colloqui di Istanbul tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il capo di Stato turco Recep Tayyip Erdogan, che prima dell’incontro ha annunciato a sorpresa che non si candiderà mai più e che la campagna elettorale in corso per le municipali del 31 marzo sarà la sua ultima.

“Questa è una finale per me, questa elezione sarà la mia ultima con l’autorità conferita dalla legge, il risultato sarà un trasferimento di fiducia ai miei fratelli che verranno dopo di me”, ha detto il leader turco, che lo scorso anno è stato rieletto e potrà essere presidente fino al 2028. Un annuncio di addio che segnerebbe la fine del Sultanato dopo 25 anni da premier e presidenza. In una fase di stallo della guerra in Ucraina, dove i russi sembrano però aver ripreso l’iniziativa, Erdogan vorrebbe tornare ad ospitare in Turchia negoziati di pace con delegazioni di Mosca e Kiev, come già successe a pochi mesi dall’invasione russa anche se gli incontri si rivelarono inconcludenti. Su questo Zelensky ha chiuso la porta.

“Non vediamo come sia possibile invitare” a un vertice di pace “persone che bloccano, distruggono e uccidono tutto. Vogliamo ottenere un risultato, e il risultato è una pace giusta per l’Ucraina. Pertanto, i paesi civili svilupperanno prima un piano e solo dopo coinvolgeranno i rappresentanti della Russia che vogliono una pace giusta”, ha affermato il capo di Stato ucraino. Nell’incontro con il leader ucraino, Erdogan ha ribadito il suo sostegno per un possibile rilancio del patto del 2022 che ha permesso l’esportazione di oltre 32,9 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti alimentari dall’Ucraina, prima che la Russia si sfilasse dall’accordo, a luglio dello scorso anno.

“Vogliamo che i nostri porti continuino ad operare”, ha detto Zelensky, chiarendo che vorrebbe un accordo comprendente anche altri porti ucraini, oltre ai tre designati nel patto originale, siglato nell’estate del 2022 da Mosca, Kiev, Ankara e le Nazioni Unite. Nella sua seconda visita in Turchia dopo l’invasione di Mosca in Ucraina, Zelensky ha mostrato grande entusiasmo per il rapporto di Kiev con Ankara e soprattutto con Erdogan, che è stato ringraziato per avere espresso sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità ucraina.

“I colloqui tra Ucraina e Turchia sono sempre sinceri e fruttuosi, oggi abbiamo raggiunto accordi su progetti di Difesa congiunti sia a livello governativo che tra aziende”, ha detto il presidente ucraino, dopo avere anche visitato i cantieri navali di Istanbul dove sono in costruzione corvette per la Marina militare di Kiev. Oltre a una cooperazione sulla Difesa, già avviata con l’acquisto dei droni turchi Bayraktar da parte dell’Ucraina, Ankara e Kiev hanno firmato anche un accordo per facilitare gli scambi commerciali mentre Erdogan ha affermato che la Turchia “darà forte sostegno alla ricostruzione” del Paese a guerra conclusa.

Mentre Zelensky ed Erdogan discutevano al Palazzo Dolmabahçe, sulla sponda europea di Istanbul, droni kamikaze ucraini hanno attaccato la regione russa di Belgorod, uccidendo due persone nel villaggio di Rozhdestvenka, nel distretto di Grayvoronsky. Mosca ha invece abbattuto 19 droni di Kiev nella regione di Volgograd e nella regione di Kherson un attacco di Mosca ha ucciso una donna, ferendo anche suo fratello. Si contano altre due vittime, un uomo di 58 anni e una donna di 53 anni, anche nella regione orientale ucraina di Kharkiv, a Vovchansk, sempre a causa di un drone russo.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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