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Epistemologia della Pandemia

Epistemologia della pandemia, la didattica digitale per la comprensione dell’emergenza coronavirus

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Siamo abituati alle virate della politica, ai segnali flottanti dell’economia, ma forse mai avremmo pensato di assistere a questo che appare a molti come una specie di sconcertante tormentone della scienza. Chi dice una cosa e chi ne dice un’altra, che sembra il contrario. Dissonanze tra i medici intendo: cioè gli esperti da cui ci si aspetterebbe in questo momento la massima coesione e univocità di linguaggio. E queste incertezze di virologi, epidemiologi, infettivologi si agganciano ai teatrini consolidati sul palcoscenico dei media. Che dire infatti di Emmanuel Macron , che prima sembra andare in una direzione e poi sterza per una brusca inversione a U? La Christine Lagarde, dal suo canto, fa un disastro con le sue dichiarazioni sul ruolo della BCE, salvo poi dire l’opposto con annunci a raffica, platealmente tranquillizzanti, che perciò sembrano, ai più, poco credibili.

Potremmo continuare con le incongruenze di Trump, della Merkel, di Boris Johnson. Ma prendete l’Italia: il Governo con due decreti in tre giorni sulla gestione dell’emergenza, il governatore del Veneto che va d’accordo con quello dell’Emilia di cui è acerrimo nemico politico, ma diverge da quello della Lombardia, che appartiene al suo stesso partito. Insomma, che succede? Tutti impazziti? Medici, economisti, politici. Una cacofonia devastante, come ha detto qualcuno? Certo, benaltristi e complottisti, opportunisti e qualunquisti si scatenano. Eppure, statene certi, nessuna delle persone e istanze che ho citato, nessuna, dico, copre un interesse proprio, anche se tutti cercano di trarre qualche vantaggio dalla situazione.

Nessuno parla in base a un convincimento personale. Tutti, dico tutti, costruiscono il loro discorso pubblico avendo dietro un qualche parere di esperti, nei vari campi. E allora? Considerata spesso come una fonte di sapere dogmatico la scienza è scaduta a un’opinione da Bar Sport? La comunicazione è davvero diventata una plateale esibizione di dilettanti? E di fronte a tutto questo, la gente disorientata, arrabbiata, sfiduciata.

Ecco, sono considerazioni come queste che mi hanno spinto a proporre ai professori che fanno lezione da casa e ai loro Dirigenti scolastici un corso digitale in condivisione intitolato: “Epistemologia della pandemia. Come funziona la mente dei ricercatori che provano a battere Covid 19”.

Proviamo a capire quello che sta succedendo insieme ai nostri studenti, seguendo un canovaccio in 5/6 moduli, di 45 min ciascuno, di cui 15 riservati alla partecipazione volontaria o programmata degli alunni. Del resto, visto che l’ipotesi più realistica è che continueremo a fare scuola da casa fino alla fine dell’anno scolastico, cogliamo le opportunità della didattica digitale con percorsi formativi innovanti, agili, interdisciplinari, calati nella quotidianità condivisa e difficile di docenti e studenti. Pensiamo, con ciò, di avviare una didattica sperimentale: interattiva, interdisciplinare, motivante. Che si dipana lungo percorsi insieme cognitivi e affettivi: cioè si insegna e si apprende con la mente e con il cuore. Con la mente, giacché capiamo insieme quel che sta succedendo, dimostrando ancora una volta che la scuola non va a rimorchio, ma sa andare oltre la funzione informativa della Televisione e del sistema dei media. E con il cuore, sì, perché ci siamo dentro come persone umane, come soggetti fisici e come corpi emozionali.  Contro l’indifferenza, di là dalla paura, l’intelligenza, il sentimento, la compassione nel nostro sguardo.

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.

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Cronache

Operazione anti-camorra a Napoli: quattro Arresti per associazione mafiosa e riciclaggio

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Questa mattina, la Squadra Mobile di Napoli, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione ha portato alla custodia cautelare in carcere di quattro soggetti appartenenti allo stesso nucleo familiare, di cui due già detenuti per altre cause. Gli individui sono gravemente indiziati di associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dall’art. 416 bis 1 c.p., eccetto uno degli indagati.

L’indagine, che ha monitorato individui legati al clan camorristico Contini, operante nei quartieri San Carlo Arena, Vasto Arenaccia, Borgo S. Antonio Abate e inserito nella più ampia federazione criminale denominata Alleanza di Secondigliano, ha permesso di verificare le attività criminali del gruppo, con particolare attenzione al reimpiego di capitali di provenienza illecita.

Le investigazioni hanno rivelato che due elementi di vertice del clan, nonostante fossero detenuti in regime ex art. 41 bis O.P., avrebbero continuato a svolgere un ruolo strategico all’interno dell’organizzazione. Questi avrebbero affidato incarichi direttivi a persone di loro fiducia, operando una radicale inversione delle strategie del clan, che fino a quel momento manteneva una pax mafiosa con il cartello rivale dei Mazzarella. Gli indagati avrebbero inoltre promosso reati tipici sia dell’ala criminale che imprenditoriale del clan, impartendo disposizioni per indurre soggetti affiliati o vicini a non collaborare con la giustizia e mantenendo rapporti con altre consorterie criminali affiliate all’Alleanza di Secondigliano. Inoltre, avrebbero dato indicazioni sulla distribuzione delle “mesate”.

Le risultanze investigative, condivise dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, indicano che gli altri due destinatari del provvedimento avrebbero riciclato proventi di truffe, perpetrate mediante la rivendita di orologi di lusso a cittadini extracomunitari, in società intestate a prestanome operanti nei settori della gestione di rifiuti ferrosi, della telefonia e della locazione di immobili.

Contemporaneamente alle misure cautelari personali, sono state eseguite perquisizioni delegate nei confronti di ulteriori nove soggetti, possibili detentori di denaro contante o altri beni per conto degli indagati. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di due immobili intestati a prestanome e di somme di denaro pari a 353.709,95 euro, quale profitto del reato di riciclaggio.

Il provvedimento eseguito rappresenta una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari. Gli indagati, in quanto tali, sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva, e contro la misura sono ammessi mezzi di impugnazione.

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Cultura

Torna Juorno Live Interview: parliamo di informazione e comunicazione ai tempi della pandemia col professor Angelo Turco 

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Torna l’appuntamento con Juorno Live Interview, la rubrica di approfondimento in diretta di Juorno. Stasera, alle ore 18:30, sui canali social del portale, ospiteremo il professor Angelo Turco, geografo africanista e studioso di teoria ed epistemologia della geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, nonché editorialista del nostro giornale. 

Durante gli ultimi dodici mesi, il professor Turco ha saputo fornirci le coordinate per orientarci nel mare magnum dell’informazione e del sapere scientifico sul Covid-19. Durante i primi mesi di pandemia, mentre medici, virologi, epidemiologi, politici si contendevano le luci della ribalta, subissandoci di pareri, informazioni e dettami spesso discordanti fra loro, il professor Turco ideava sul nostro giornale il corso digitale “Epistemologia della pandemia”. Lo scopo era proprio quello di spiegare in che modo il sapere scientifico viene prodotto e poi diffuso presso il grande pubblico. 

Un anno dopo, le cose non sembrano essere cambiate. Scienza e informazione continuano a giocare un ruolo fondamentale ma al tempo stesso non scevro da contraddizioni. Ne è una prova il cortocircuito della comunicazione sul vaccino AstraZeneca. Seppur in assenza di dati in grado di certificare un nesso di causalità fra la somministrazione del vaccino di Oxford e alcuni decessi, i media nostrani hanno offerto una comunicazione allarmistica che ha alimentato diffidenza e psicosi nella popolazione. Analizzeremo poi lo stato dell’arte della campagna di vaccinazione nel nostro Paese. Anche qui la comunicazione politica sarà vivisezionata per distinguere fra parole e fatti, propositi e programmi. Infine uno sguardo alla geopolitica dei vaccini: come cambiano gli equilibri internazionali con la più grande campagna di vaccinazione della storia?

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Epistemologia della Pandemia

Epistemologia della pandemia (VI Modulo). Epidemia e società: l’economia

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  1. Come preannunciato, e seguendo sempre la struttura del “cluster problematico” presentato nel Modulo I (Fig.1.1.), sviluppiamo nel presente Modulo VI la dimensione politica dell’epidemia. E’ il nostro ultimo tassello, tanto vasto quanto complesso, destinato a marcare il nostro futuro certamente nel breve periodo, diciamo per il resto di quest’anno, ma con scansioni e contenuti diversi, anche nel medio e lungo periodo. La rete di connessioni che questo focus stabilisce con le altre componenti del cluster problematico non ha bisogno di essere sottolineata. Sicchè, procediamo con una breve introduzione storica, sempre tra medioevo tardo ed Età Moderna, per proseguire con i vari temi che oggi animano il dibattito pubblico e si presentano non solo all’attenzione ma, in un modo o nell’altro, all’esperienza di ciascuno di noi (Fig. 6.1.).
  2. Squarci di storia, tra Medioevo ed Età Moderna. 

I) Dopo la Peste Nera, tutta l’Europa è in ginocchio. Città floride, orgogliose della propria ricchezza, delle proprie istituzioni, della propria cultura, come Siena immortalata dagli affreschi “politici” di Lorenzetti, si apprestavano a dare l’assalto alle roccaforti del potere regionale, prima di essere ricacciate nel limbo dell’irrilevanza dall’epidemia. Le pestilenze si succedono in Europa e si sviluppa pertanto, come abbiamo più volte detto nei precedenti moduli, la “Sanità pubblica”, ossia il sistema di protezione sanitaria dello Stato, concetto più vasto e complesso di quello di difesa della salute della popolazione: che è ricompresa nei compiti delle “Magistrature di Sanità”, ma non ne esauriscono lo scopo. Il primato europeo viene raggiunto in questo campo in Italia, e si realizza nel quadrilatero Milano, Venezia, Firenze, Genova, con importanti addentellati quali Bologna, Torino, Livorno (si veda la Fig. 5.2). 

II) Un componente essenziale della “sanità pubblica”, con conseguente acquisizione di poteri specifici da parte della Magistratura di Sanità, è l’economia, che è al cuore della sicurezza e della prosperità dello Stato. Si realizza così, all’incrocio tra politica estera e politica economica, il sistema di “regolamentazione sanitari” e di sorveglianza dei commerci, attraverso la produzione di informazioni sulla “sanità pubblica” degli Stati con cui si hanno rapporti commerciali e l’uso quanto mai accorto -perché volto a garantire un equilibrio tra le esigenze della salute dei cittadini e le esigenze dell’economia garantite dai traffici commerciali- di strumenti di controllo e protezione di tipo sia:

– normativo, come la sospensione dei rapporti con le località infette (che rapidamente provoca il blocco dell’intero sistema degli scambi e quindi la rovina economica delle potenze) e la rapida ripresa dei commerci quando ne siano state accertate le condizioni di sicurezza sanitaria;

-strutturale, con la costruzione di strutture (portuali e terrestri) di espurgo delle merci e dei passeggeri sospetti, come i lazzaretti; ma anche con provvedimenti di igiene pubblica e di ripristino o costruzione di fognature.   

  1. L’EPIDEMIA OGGI

Perché non può essere considerata “una sorpresa”? (Fig. 6.2)

Quale è la mappa della vulnerabilità alla scala mondiale? (Fig. 6.3) 

—-Perché questa crisi è così brutta? (Fig. 6.4.) 

—-Cosa differenza questa crisi da quelle generate da passate epidemie? Globalizzazione, interconnessione e “supply chain” (Fig. 6.5.) 

  1. OCCUPAZIONE. 

E’ certamente il settore più preoccupante, anche er gli effetti sociali che può comportare. Osserviamolo a due scale:

I) Mondiale. L’ILO (International Labour Organization) prevede per l’anno una perdita di 195 milioni di posti di lavoro, considerando i settori formali e informali (Fig. 6.6), saranno soprattutto i paesi a medio reddito (3/4 delle perdite), concentrati in Asia e nell’area pacifica (poco meno di 2/3 delle perdite. Il salasso europeo ammonterebbe a 12 milioni di posti di lavoro, equivalente al 40% delle perdite ascritte ai Paesi ad alto reddito. I settori produttivi più colpiti riguardano il TURISMO (APPROFONDIMENTO /1) e i comparti collegati (ristorazione, trasporti, hospitality); il commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio; le attività amministrative e di business, le abitazioni); infine alcuni tipi di manifatture (Fig. 6.7).

II) Italiana. Ancora a dicembre, a fronte di due scenari previsti, l’occupazione in Italia era data in crescita. Attualmente, si stima una perdita di 422.000 posti di lavoro su base annua.

Punto di forza della stima-> scenario intermedio di uscita di crisi da maggio

Punto di debolezza-> Non tiene conto degli effetti delle misure del Governo appena varate e UE/BCE.

Entrando nel dato complessivo, si osserva che si tratta del solo settore privato e che:

– Dipendenti sono 232.000; indipendento, 190.000

– I servizi perdono i ¾ degli impieghi; il turismo, da solo, paga un tributo pari al 50% del totale.

– Tra le industrie più penalizzate, le costruzioni (30.000) e l’a moda (19.000).

– Tra le industrie in crescita, la Sanità (26.000) e le ICT (8.000) 

  1. PRODUZIONE E COMMERCIO 

Quando si dice che questa è una crisi “dal lato dell’offerta” ci si riferisce al drammatico calo della produzione (di beni e servizi) dovuto all’arresto forzoso delle attività per effetto di misure di sanità pubblica, quindi del tutto estranee a considerazioni economiche:

-di mercato (industriali e commerciali

-di politica economica

-di politica finanziaria e monetaria

-di politica commerciale

Come sempre quando si muove la “Sanità pubblica”, esattamente come nel Rinascimento, il colpo sulla produzione è durissimo. Se il lockdown rappresenta un peso complessivo per l’economia di 47 miliardi al mese (fonte SVIMEZ), il crollo dei ricavi nel solo settore manifatturiero vale 159 miliardi su base annua: il che equivale alla perdita di 1/3 del nostro export. 

L’economia della globalizzazione subirà una contrazione gravissima: il commercio mondiale, secondo stime WTO, calerà in un arco compreso tra il 13% e il 33%, uno shock ben peggiore di quello causato dalla crisi del 2007-2008 (Fig. 6.8. e Fig. 6.9).

All’estero, i grandi danneggiati dalla pandemia sono, sul terreno della produzione, la Cina e gli Stati uniti. In Cina la crescita rallenta ormai, nonostante gli sforzi; negli USA sarebbero azzerati i benefici di tre anni di crescita della presidenza Trump.

Secondo Goldman Sachs, il PIL europeo potrebbe attestarsi a -9% quest’anno e +8% il prossimo anno. La situazione dell’Italia è tra le peggiori in Europa: 12% nel 2020 (con uno scenario alternativo a -16%) e un rimbalzo all’8% nel 2021.    

Per portare a compimento le misure di “distanziamento sociale” (e quindi in pratica la “quarantena domiciliare”) hanno chiuso la più gran parte delle fabbriche e sono rimasti a casa la stragrande maggioranza dei lavoratori. Sono rimaste aperte solo le industrie considerate “strategiche” e quelle, come le alimentari e i trasporti, destinate a far funzionare il Paese durante l’epidemia, seppure al minimo. Già si sa che un certo numero di fabbriche non riaprirà, purtroppo: se si considera che con il lockdown sono entrate o entreranno in crisi più o meno profonda da 100.000 a 145.000 aziende, secondo fonti giornalistiche. 

A queste chiusure, diciamo così, imposte per legge, si sommano quelle relative:

  • Al comparto turistico, con le attività connesse (ristorazione, ospitalità, trasporto, cultura e tempo libero)Approfondimento/1.
  • All’informale, che in certe aree del nostro Paese (particolarmente a Sud) fa registrare incidenze elevate.  

 

  1. APPROFONDIMENTO/1 – IL TURISMO INTERNAZIONALE

Quel che possiamo dire sul Turismo internazionale (Fonte UNWTO) è che:

I) Si tratta del settore economico più fortemente toccato e danneggiato da Covid 19:

-da 290 a 440 turisti internazionali in meno quest’anno;

-da 300 a 450 miliardi di US$ di perdite

II) Si tratta di uno dei settori più significativi dell’economia globalitaria ed anche quello a più alto valore simbolico:

-tutti vanno dappertutto: 1,5 miliardi di persone si muovono nel mondo nel 2019; 

-il turismo mette in circolazione molti soldi: 1.700 miliardi di US$ nel 2018.

III) I 10 Paesi più toccati dall’epidemia (contagi) sono anche quelli turisticamente più importanti del mondo che, per un verso, non alimenteranno l’outbound mondiale e, per altro verso, subiranno forti limitazioni nell’inbound:

-questi Paesi rappresentano il 34% degli arrivi totali;

-devono al turismo il 39% del loro PIL complessivo (si va dallo 0% dell’Iran al 15% degli USA e al 3% della Cina e dell’Italia)

-a loro volta rappresentano oltre la metà della spesa turistica mondiale (si va dal 19% della Cina al 10% degli USA, al 2% dell’Italia)

IV) La crisi sarà tanto più pesante in quanto il turismo è un grande ed accelerato produttore di impieghi: dal 2010 al 2018, i posti di lavoro sono cresciuti globalmente del 10% nel mondo mentre il turismo ne ha prodotto il 35% . In Europa la crescita è stata del 7% e, rispettivamente, del 42%. 

V) In questo quadro a tinte fosche va notato che il turismo manifesta una marcata tendenza alla crescita, nonostante le crisi in cui può occasionalmente inciampare: dal 2000 ad oggi, nonostante l’11 Settembre del 2001, la SARS del 2003, la Crisi economica globale del 2009, è aumentato globalmente del 117%.

  1. FINANZA

Sempre importante nel funzionamento di un sistema economico, la finanza svolge in questa circostanza un ruolo cruciale. Si tratta di assicurare la ripresa dell’economia iniettando liquidità abbondante e rapida nel sistema. Ciò riguarda soprattutto le imprese, che devono poter avere un accesso rapido e abbondante al credito, per far fronte ai debiti pregressi, pagare i fornitori, finanziare i processi produttivi, la ricerca innovante, il welfare aziendale e la progettazione produttiva idonea a rispondere alle nuove condizioni, particolarmente concernenti la ripresa della domanda.

Da dove provengono le risorse ingenti risorse finanziarie di cui si ha bisogno? Da un lato ci sono le misure sulla fiscalità di cui diremo più oltre (al par. 11): si tratta del mancato rastrellamento di fondi, che lo Stato lascia dunque nella disponibilità del sietema. Dall’altro lato, si tratta di misure che vanno concertate ed armonizzate a due scale:

I) La scala nazionale->con manovre finanziarie (a cui non si può ricorrere efficacemente, in questa fase, a meno di mobilitare una fiscalità straordinaria, come l’imposizione sui patrimoni (patrimoniale) ovvero con finanziamenti in deficit, vale a dire con l’aumento del debito pubblico nazionale, emettendo BOT i cui interessi aggiuntivi andrebbero a gravare sui futuri oneri di finanza pubblica (per quanto i tassi di intesesse possano essere assai contenuti).

II) La scala internazionale-> che senza escludere il ricorso a specifiche raccolte di mezzi finanziari sui mercati mondiali, si risolve oggi preminentemente nel reperimento di risorse a livello europeo, trasformando:

un negoziato economico—–in un negoziato politico. (V. Approfondimento/2).

Non si può chiudere questo pur sommario discorso sulla finanza 

senza fare un cenno alle attività di borsa che per un verso subiscono i contraccolpi delle vicende che attanagliano l’economia reale e finanziaria, dall’altra parte ne generano, di contraccolpi, a causa degli andamenti interni dell’istituzione e delle logiche speculative che la reggono (Approfondimento/3)

     

  1. APPROFONDIMENTO/2 – L’UE e la BCE

I) Nella sua comunicazione istituzionale, l’UE sottolinea la molteplicità dei suoi campi di intervento (Fig. 6.10.). Certo la percezione dell’efficacia resta modesta da parte dei cittadini. Come che sia, almeno 3 punti sono espressamente dedicati all’economia, più altri interventi contenuti nelle diverse azioni.

II) Il piano degli interventi è duplice: tecnico e politico. Diciamo che sul piano tecnico si muove la BCE che ha stanziato ad oggi la cifra di 890 miliardi per:

-ridurre il debito pubblico durante la crisi (750 miliardi)

-quantitative easing e acquisti del debito (140 miliardi)

III) Più complesso il piano politico che vede il movimento diversi soggetti istituzionali:

–Parlamento Europeo (37 miliardi Fondi Strutturali)

-Commissione Europea (100 miliardi per finanziare la Cassa integrazione degli stati bisognosi-meccanismo SURE a cui si affianca la proposta di una relaborazione del bilancio a lungo termine per un valore di 1.000 miliardi (da sottomettere all’approvazione del Parlamento Europeo)

-Eurogruppo, vale a dire l’organismo che raggruppa i Ministri dell’economia dei diversi Stati dell’Unione che, dopo diverse settimane di trattative infruttuose, sembra arrivato nella giornata del 9/4 a un accordo che, fatte salve le altre misure indicate più sopra, si fonda principalmente: a) sui prestiti del MES (Fondo salvastati) ai diversi Paesi Europei (soluzione a cui è ostile l’Italia)—-può raggiungere il 2% del PIL; b) su un fondo finanziato da obbligazioni congiunte (eurobond/coronabond) adottato su proposta francese. 

  1. APPROFONDIMENTO/3 –La Borsa

I) L’espressione che meglio riassume l’impatto dell’epidemia sulle borse mondiali e, con una certa semplificazione, la seguente:

     Virus su——Borse giù

Per avere un’idea dell’incidenza di Covid 19, prendiamo Wall Street, la Borsa più importante del mondo. Nella famosa crisi del 29, che mise in ginocchio tutto il mondo, la Borsa americana impiegò 42 giorni per perdere il 20% del suo valore. Covid 19 è riuscito a raggiungere questo risultato in appena 16 giorni.

II) Certo occorre tener conto che questa crisi, che pur si riflette massicciamente in Borsa, non è generata da una crisi dell’economia reale e neppure da quella finanziaria. Si può dire, paradossalmente, che essa è violenta, certo, e subitanea (come in occasione delle grandi epidemie storiche), ma probabilmente, nelle circostanze tecnologiche, produttive e normative attuali, è più flessibile, a patto che si intervenga con tempestività, con strumenti appropriati e in modo coordinato.

II) Le tendenze e pulsioni speculative sono ovviamente centrali nelle analisi di Borsa. Tanto più lo sono in questa circostanza, in cui il crollo (momentaneo) delle azioni può, da una parte, spingere gli investitori a vendere, preferendo investire in beni-rifugio (come l’oro), oppure tenere i soldi fermi in banca, con conseguenze ulteriori sul deprezzamento dei titoli; dall’altra parte, può accentuare tendenze speculative come le vendite allo scoperto, dove chi vende oggi per consegnare domani, ha tutto l’interesse a far abbassare i titoli che ancora non ha e che deve quindi acquistare sperabilmente al prezzo più basso.

IV) Infine, in questa breve carrellata, menzioniamo lo spread. Si tratta, come sappiamo, della differenza di rendimento tra i BTP italiani a 10 anni e gli equivalenti titoli tedeschi. Se lo spread sale, vuol dire che la fiducia degli investitori nella stabilità di un Paese e nella tenuta della sua economia scende. Di solito, un aumento dello spread, spinge giù tutti gli altri titoli-i quali dunque determinano un affossamento della borsa in conseguenza della sfiducia degli investitori nella capacità di ripresa dell’Italia.

  

  1. 10.CONSUMI

Questa crisi, si dice, è gravissima perché è a tenaglia: non solo proviene dal lato dell’offerta, come si è visto (Produzione), ma proviene altresì dalla domanda. I consumi infatti subiscono una disastrosa contrazione per tre cause sostanziali:

I) Diminuiscono i redditi (disoccupazione, sparizione di una gran quantità di attività informali–ciò si traduce n una diminuzione dei consumi delle famiglie, con tagli che avvengono in primis a livello della cultura, del turismo, dell’entertainement e colpisce drammaticamente il business delle arti, quali che siano;

II) Diminuisce la domanda delle imprese (materie prime e beni strumentali)__>la caduta della domanda riduce ilvolume degli acquisti delle imprese dalle imprese;

IV) Entrano in recessione interi comparti, primo fra tutti il TurismoApprofondimento/1. Ciò comporta, come visto, da un lato un riassetto delle componenti di domanda e di offerta; dall’altro, il coinvolgimento di tutti i settori legati all’industria del divertimento e del tempo libero, dai viaggi (e quindi trasporti) alla ristorazione, dall’ospitalità e accoglienza all’editoria.

  

  1. IL RITORNO DELLO STATO.

Per decenni si è sviluppata una critica all’azione dello Stato nel campo dell’economia, considerata più che altro un intralcio sotto il profilo normativo e un costo non solo finanziario ma anche sociale per la sua incapacità di gestire efficacemente le attività su cui esercitava il via diretta la propria competenza (pensiamo al tema delle dismissioni e delle privatizzazioni). L’epidemia ha spostato il focus della riflessione su un ruolo nuovo che lo Stato deve avere nel contemperare, un po’ come è avvenuto tra Medioevo ed Età moderna, la “salute pubblica” con la sicurezza economica. In questo quadro, i temi posti all’attenzione crescente del dibattito pubblico hanno a che fare con (Fig. 6.11):

  • I) la finanza, e quindi un ridisegno del ruolo pubblico, specialmente di negoziatore delle condizioni di accesso alle disponibilità finanziarie in caso di necessità straordinarie, presso le istanze sovranazionali—–maggior bilanciamento con la perdita del potere di emettere moneta.
  • II) Le politiche fiscali: con agevolazioni, sospensioni, cancellazioni degli oneri a carico dei soggetti in difficoltà, si tratti di persone fisiche o imprese.
  • III) Le provvidenze per le persone e le famiglie che non riescono a soddisfare i bisogni primari, primo fra tutti il nutrimento. Si fa strada l’idea di corrispondere un “reddito di emergenza” a tutti coloro che esprimono un bisogno, indipendentemente da quale sia stata la posizione reddituale in precedenza. 
  • IV) I servizi, in specie sanitari, attraverso un ridisegno del rapporto Stato/Regioni in questo campo—il SSN ritorna -come il suo nome dice- di competenza preminentemente statale, anche in periodi “ordinari” e non solo in occasione di epidemie, con ruoli importanti ma secondari affidati alle regioni.
  • V) Le produzioni strategiche, che eccedono i settori tradizionalmente considerati tali (energia, difesa, ITC), ed includono anche settori produttivi che provvedono alle necessità emergenziali (ad esempio filiera alimentare) e a quelle della della sanità pubblica (supportistica medico-sanitaria, farmacologia) con pianificazioni conseguenti (medici, specializzazioni, infermieristica). 
  • VI) La ri.considerazione di queste produzioni strategiche prevederebbe una ri-localizzazione delle industrie, e più precisamente un ritorno della produzione industriale già esportata e localizzata sul territorio nazionale, per controllare meglio e, all’occorrenza, dal corso alle forniture eccezionali di cui si può aver bisogno (nel caso presente, ad esempio, mascherine, tute, macchinari di respirazione assistita).
  • VII) Più in generale, l’azione dello Stato dovrebbe accompagnare con misure adeguate (incentivazioni fiscali, sostegno della domanda) l’imprenditorialità innovativa sul triplice piano:

-tecnologico (digitale, biotecnologia, robotica, trattamento e processamento di “big data” sono alcuni dei settori di cui si parla di più);

-organizzativo (rendere più efficiente il funzionamento della macchina-Paese, sia attraverso la semplificazione e l’efficientamento della burocrazia, sia attraverso un riequilibrio delle “dotazioni” tra le diverse parti del Paese, in primis tra Nord e Sud.

-di sostenibilità, operando una decisa svolta verso il greenwash (reale e non solo proclamato), grazie al quale si opererebbe un aggancio durevole con le politiche volte a fronteggiare la “transizione climatica”).

  1. 12. AZIONI POSSIBILI?——–Fig. 6.12 
  1. 13. BIBLIOGRAFIA DI SFONDO

(si può dare una sbirciatina, si può tenere sottomano per approfondire, anche solo singoli punti)

Cipolla C.M., Miasmi ed umori, il Mulino, Bologna, 1989

ID., Cristofano e la peste, il Mulino, Bologna, 1976

Snowden F.M., Epidemic and society, Yale UP, 2019

Turco A., Turismo&Territorialità, Unicopli, Milano, 2012

Vanzan Marchini N.E., Venezia, la salute e la fede, Dario de Bastiani, Vittorio Veneto, 2011

  1. 14. IL ROMANZO DELL’EPIDEMIA

(mettere tra i romanzi da leggere, o da rileggere, prima o poi)

Mann T., La morte a Venezia, Einaudi, Torino, u.e. 

  1. 15. SITOGRAFIA ESSENZIALE

Occupazione ILO e UNIONCAMERE 

https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/@dgreports/@dcomm/documents/briefingnote/wcms_740877.pdf

file:///Users/Turco/Downloads/Report%20previsivo%202019-2023.pdf

RAND

https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR1605.html

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