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Economia

Emergenza gas finita, centrali a carbone al minimo

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Il metano adesso costa poco, gli stoccaggi in Italia sono pieni, quindi non è più il caso di economizzarlo. Le centrali a carbone possono tornare al minimo, quelle a olio combustibile possono spegnere i motori. Lo ha deciso oggi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. L’emergenza gas al momento è passata, autunno e inverno dovrebbero essere tranquilli. Ma il ministro non esclude problemi, visto che c’è ancora una guerra in corso.

Il ministro ha chiesto a Terna di fermare la produzione di energia elettrica da olio combustibile e dalla centrale a carbone di Monfalcone, e di ridurre al minimo la produzione di energia dalle altre centrali a carbone, mantenendo invariata quella da bioliquidi sostenibili e da biomasse solide. L’atto di indirizzo di oggi revoca la decisione che era stata presa l’anno scorso dal ministro Roberto Cingolani, e confermata poi dallo stesso Pichetto: aumentare temporaneamente la produzione elettrica dalle 6 centrali a carbone italiane (Fusina, Brindisi, Civitavecchia, Portovesme, Monfalcone, Fiume Santo) e dall’unica centrale in Italia a olio combustibile (San Filippo del Mela) per risparmiare gas e permettere di riempire gli stoccaggi per l’inverno. Una decisione di emergenza, che comunque non aveva revocato la decisione del governo di chiudere tutte le centrali a carbone entro il 2025.

“Fermiamo le centrali a olio combustibile e teniamo in moto, al minimo, quelle a carbone, al fine di garantire sempre la sicurezza energetica nazionale – dichiara Pichetto -. Le politiche di diversificazione messe in atto dal Governo ci hanno consentito di raggiungere in anticipo l’obiettivo di risparmiare 700 milioni di metri cubi di gas entro il 30 settembre del 2023”. Questo grazie a “gli stoccaggi riempiti all’82% già a fine giugno e la maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il prezzo del gas ha chiuso oggi a 34,37 euro al megawattora alla borsa Ttf di Amsterdam, con gli operatori che guardano al livello degli stoccaggi superiori alla media degli anni scorsi. Dall’inizio dell’anno il prezzo registra una flessione complessiva del 55%. Ricordiamo che nell’agosto del 2022 era arrivato a 340 euro. “Abbiamo una situazione di discreta tranquillità in vista dell’autunno e dell’inverno”, ha commentato Pichetto. Tuttavia, ha aggiunto, “siamo in un momento in cui il quadro geopolitico non è fermo. C’è ancora una guerra, oscillazioni potrebbero sempre esserci”.

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Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

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Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

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Economia

Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

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Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

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Economia

Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

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Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

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