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Politica

Elezioni regionali Campania 2025: incertezza su data e candidati, nodo De Luca e trattative bloccate

In Campania non c’è ancora la data delle elezioni regionali 2025 né i candidati di centrodestra e centrosinistra. De Luca rinvia la firma del decreto, tra trattative interne e divisioni politiche.

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Non ci sono ancora candidati né data ufficiale per le prossime elezioni regionali in Campania, che dovranno svolgersi entro il 23 novembre 2025. Una situazione di incertezza che frena anche gli aspiranti consiglieri, impossibilitati ad avviare la campagna elettorale.

Le date fissate altrove e il vincolo del Consiglio di Stato

Mentre in Calabria si voterà il 5 e 6 ottobre, in Valle d’Aosta e nelle Marche il 28 e 29 settembre, e in Toscana il 12 e 13 ottobre, in Campania – come in Veneto e Puglia – il calendario è ancora sospeso. Una sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che il voto dovrà tenersi entro la scadenza naturale del quinquennio, cioè entro il 23 novembre. Il decreto che fisserà ufficialmente la data dovrà essere firmato dal governatore uscente Vincenzo De Luca non oltre il 23 settembre, con i canonici 60 giorni necessari alla campagna elettorale.

Il nodo del centrosinistra e la trattativa De Luca–Fico

Il centrosinistra è impantanato nelle trattative. De Luca, non più ricandidabile dopo dieci anni a palazzo Santa Lucia, non ha ancora dato il via libera all’accordo che dovrebbe portare alla candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico. Il governatore uscente chiede garanzie: dalla continuità sui progetti avviati, alla presenza di suoi uomini in giunta, fino alla possibilità di presentare due liste a suo nome. Ma soprattutto, insiste sul nodo più delicato: l’elezione del figlio Piero De Luca a segretario regionale del Pd. La segretaria Elly Schlein ha spinto per questa soluzione, ma il congresso regionale è rimasto congelato, rallentando l’investitura di Fico.

Le divisioni nel centrodestra

Neppure il centrodestra ha ancora una linea chiara. Fratelli d’Italia punta sul viceministro Edmondo Cirielli, mentre altri preferirebbero una figura civica come l’avvocato Giosy Romano, attuale coordinatore della Struttura di missione Zes. Lo scontro interno rischia di allungare i tempi, anche perché la decisione finale sarà inevitabilmente condizionata dal momento in cui De Luca firmerà il decreto.

Attesa per la firma del decreto

Tutti gli scenari, quindi, dipendono dal governatore uscente. De Luca sembra intenzionato a sfruttare fino all’ultimo giorno utile, verosimilmente attorno al 20 settembre, prima di fissare ufficialmente la data delle elezioni regionali in Campania.

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Politica

Clemente Mastella racconta la sua estate 2025: politica, ricordi e amicizie sullo yacht di Della Valle

L’estate 2025 di Clemente Mastella tra politica e ricordi: le giornate sullo yacht di Diego Della Valle, l’appoggio a Fico, gli aneddoti con De Mita, Baglioni e Lenny Kravitz.

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Ogni estate è ormai una tradizione: Clemente Mastella trascorre alcuni giorni a bordo di “Altair”, il maxi yacht di Diego Della Valle. Il sindaco di Benevento scherza: “L’importante nella vita non è avere i soldi, ma almeno qualche amico che ce li ha”. Con lui c’è la moglie Sandra Lonardo, al suo fianco da cinquant’anni.

La carriera politica e l’appoggio a Fico

Due volte ministro, eletto per la prima volta deputato nel 1976, Mastella si prepara anche alle “nozze d’oro” con la politica. Rivendica di essere stato spesso determinante per governi di centrosinistra e centrodestra. Oggi guarda alla Campania: “Darò una mano a Roberto Fico nella corsa a governatore. O il centrosinistra si ricompatta o contro Meloni non ce la farà mai”. Un lungo racconto in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.

I ricordi con De Mita e la Dc

Il rapporto con Ciriaco De Mita resta un punto fermo nella sua memoria. Racconta l’estate 1982, quando rinunciò a una crociera per restare a Roma durante la crisi di governo che portò al secondo governo Spadolini. “Sto ancora aspettando il rimborso della nave”, ironizza. Mastella ricorda anche i suoi consigli a De Mita, come l’invito a citare una canzone di Claudio Baglioni in un congresso Dc, scelta che fece scalpore.

Baglioni, Venditti e la musica in politica

Da quell’episodio nacque un curioso dualismo: Baglioni vicino alla Dc, Venditti più amato dalla sinistra. Mastella, che aveva scritto articoli di elogio sul quotidiano “Il Popolo”, racconta di essere diventato amico di Baglioni, legame che dura da quarant’anni.

Nozze d’oro e il ricordo di papa Prevost

Il 30 giugno lui e Sandra hanno festeggiato i cinquant’anni di matrimonio nella villa di Ceppaloni, ricevendo anche la benedizione in Vaticano da papa Leone XIV. “Abbiamo avuto più eco dei coniugi Bezos, ma con meno spese”, scherza ancora Mastella.

Il caso Lenny Kravitz e l’indulto del 2006

Tra gli aneddoti non manca l’episodio virale con Lenny Kravitz a Capri nel 2017: “Giuro che non sapevo chi fosse. Mio figlio mise la foto online e in un giorno arrivarono un milione di like”. Più serio il ricordo dell’indulto del 2006, che da ministro della Giustizia dedicò a Giovanni Paolo II: “Il sovraffollamento resta una piaga, suggerirei a Nordio un nuovo atto di coraggio”.

Le estati di ieri e di oggi

Ripercorrendo la sua vita, Mastella indica come indimenticabile l’estate a Casamicciola da ragazzo con la sua famiglia, quando per mesi vissero in una stanza di tre metri quadri. “Tornai a Ceppaloni abbronzato e mi sentivo il padrone del mondo”. Oggi, tra politica e ricordi, continua a coltivare il gusto del racconto e della leggerezza.

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Schillaci revoca il nuovo Nitag: scontro politico e vittoria del fronte scientifico

Il ministro Schillaci revoca il nuovo Nitag dopo 11 giorni: esclusi i medici contestati, applausi dal mondo scientifico e tensione con Meloni. A settembre nuove nomine.

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Ha avuto vita brevissima il nuovo Nitag, il Gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni: appena 11 giorni senza neppure una riunione di insediamento. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha firmato ieri il decreto di revoca, annunciando che si ripartirà a settembre con nuove nomine e un approccio “rigoroso e lontano dal clamore”.

La scelta e lo scontro con la politica

La decisione ha irritato Giorgia Meloni, che non era stata informata del passo indietro. La destra, soprattutto Lega e una parte di Fratelli d’Italia, spingeva per inserire due medici contestati dalla comunità scientifica, il pediatra Eugenio Serravalle e l’ematologo Paolo Bellavite, entrambi percepiti come vicini a posizioni no vax. Schillaci ha rifiutato, rivendicando l’autonomia del ministero e arrivando a dichiararsi pronto a lasciare il governo pur di non avallare quelle nomine.

Le reazioni del mondo scientifico

Il ritiro della lista è stato accolto con favore da larga parte del mondo medico. Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, ha ricordato che “essere medici significa combattere le fake news”. Per la Società italiana di pediatria, l’atto del ministro è stato “di coraggio”, mentre l’infettivologo Matteo Bassetti lo ha definito “la sconfitta di una politica ottusa e arrogante”.

Il Patto trasversale per la salute ha ricordato la petizione con oltre 35mila firme contro la presenza di Serravalle e Bellavite: “Rischiavano di compromettere la fiducia dei cittadini e la credibilità delle istituzioni”.

Il fronte politico

Dal Pd all’ex ministra Beatrice Lorenzin, che già nel 2015 si oppose al metodo Stamina, il coro è unanime: “È la vittoria del mondo scientifico”. Apprezzamenti arrivano anche da M5S, Italia Viva e +Europa.

Ma la Lega non ci sta: Claudio Borghi ha commentato sui social che “meglio tutti che due” e ha promesso vigilanza affinché nel nuovo comitato “siano presenti tutte le opinioni”. Più moderate le posizioni di Forza Italia e Noi Moderati, che hanno difeso la scelta di Schillaci. Letizia Moratti ha sottolineato la necessità che il Nitag sia composto da “figure di alta competenza, libere da ambiguità”.

I prossimi passi

A settembre Schillaci dovrà scegliere 22 nuovi nomi, tenendo conto delle richieste delle categorie professionali e degli equilibri politici. Per ora, la revoca rappresenta una vittoria per la comunità scientifica e un segnale che sulla salute pubblica il ministero non intende scendere a compromessi.

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Martusciello e De Luca, asse inatteso su sanità e San Carlo in Campania

Fulvio Martusciello si schiera con Vincenzo De Luca sul piano di rientro della sanità e sulla nomina al San Carlo. Un asse politico inedito che agita il centrodestra in Campania.

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Un asse politico inedito, quello tra Fulvio Martusciello e Vincenzo De Luca, che in questo agosto infuocato ha trovato due terreni di convergenza: la sanità campana e la gestione del teatro San Carlo di Napoli.

La battaglia sul piano di rientro della sanità

Il governatore De Luca ha alzato i toni contro il ministero della Salute per la decisione di non consentire alla Campania l’uscita dal piano di rientro sanitario. «Sono indignato, è una vergogna, un atto irresponsabile di delinquenza politica», ha dichiarato, annunciando ricorsi al Tar e persino una denuncia per concussione contro i funzionari ministeriali.

Su questo fronte, Martusciello – coordinatore regionale di Forza Italia – ha deciso di schierarsi al fianco del governatore dem: «Schillaci compia il secondo passo. Dopo la revoca della commissione vaccini faccia rientrare la Campania sul piano. Non è una battaglia politica, siamo con i campani, non contro De Luca».

Un assist politico che arriva dopo analoghe dichiarazioni rilasciate dallo stesso Martusciello appena dieci giorni fa, quando aveva ribadito che «la Campania non accetta disparità di trattamento».

Lo scontro sul San Carlo e il caso Manfredi

L’altro terreno di scontro riguarda il teatro San Carlo. La Regione ha sostenuto la nomina del nuovo sovrintendente, Fulvio Adamo Macciardi, decisa dal consiglio d’indirizzo lo scorso 4 agosto. Nomina applaudita da De Luca ma contestata dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha impugnato la decisione.

Anche in questo caso Martusciello ha scelto di appoggiare le posizioni del governatore, con una frecciata ironica al primo cittadino: «Manfredi sembra Telè Santana, che continuava a rivedere la partita persa dal Brasile con l’Italia ai Mondiali del 1982 sperando che il risultato cambiasse. Ma finiva sempre 3 a 2. E così i ricorsi di Manfredi non cambieranno l’esito del San Carlo».

La strategia di Forza Italia

Dietro le convergenze emerge una chiara strategia politica. Forza Italia punta a rafforzare il dialogo con De Luca, nel tentativo di spingerlo lontano dal centrosinistra e magari orientarlo verso un asse alternativo. Non a caso, i forzisti guardano con favore a un candidato governatore civico come Giosy Romano, preferito all’ipotesi del viceministro di FdI Edmondo Cirielli.

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