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Dzeko piega lo Shakhtar, l’Inter si esalta in Champions

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L’Inter fa il suo dovere anche in Champions League e batte 2-0 lo Shakhtar Donetsk di De Zerbi, sulle ali di Perisic e Dzeko. Il croato crea, il bosniaco rifinisce con una doppietta e scaccia la maledizione rappresentata dagli ucraini, visto che i nerazzurri arrivavano da tre 0-0 consecutivi con lo Shakhtar (che con il ko a San Siro vede sfumare le residue possibilita’ di qualificarsi almeno in Europa League) tra la sfida di andata e le due gare della passata edizione di Champions League con Conte in panchina. Una maledizione che sembrava dovesse confermarsi, all’intervallo, dopo un primo tempo in cui Lautaro e compagni avevano fallito tutto il possibile sotto porta, trovando nel portiere Trubin una saracinesca insuperabile anche per demeriti dei padroni di casa. L’Inter parte in avanti, sulla spinta dei quasi 50mila di San Siro che caricano i nerazzurri. E il primo tempo, fatta eccezione per qualche sparuta folata offensiva del troppo timido Shakhtar di De Zerbi, si trasforma cosi’ ben presto in un tiro al bersaglio degli uomini di Simone Inzaghi. Ad aprire la sagra degli errori e’ Barella, che da centro area non trova la porta dopo uno spunto di Perisic. I padroni di casa ci provano un po’ in ogni modo, anche con l’arma migliore, in contropiede, ma Lautaro e’ in serata no e spreca una buona ripartenza. Poi e’ il turno di Ranocchia, che di testa sfiora il vantaggio su corner. L’Inter troverebbe anche il gol con Perisic, ma l’azione e’ viziata in avvio da un fuorigioco (millimetrico, rivisto al Var) di Darmian. Come se non bastasse la scarsa mira, sale in cattedra contro i nerazzurri anche Trubin. Il portiere ucraino salva due volte in pochi minuti su Dzeko (ma il centravanti bosniaco si divora soprattutto la prima occasione), ripetendosi poco dopo su Lautaro in uscita. All’intervallo, lo score nei primi tempi di Champions dell’Inter parla di 62 tiri in porta, ma con un solo gol segnato, a dimostrazione delle difficolta’ in zona realizzativa. Nella ripresa sembra essere Lautaro a poter interrompere la maledizione, insaccando al volo su assist di Perisic, ma l’arbitro annulla per un fallo dello stesso argentino che si libera di un difensore con una spinta. E’ solo questione di minuti, pero’. Il solito Perisic scappa sulla fascia e crossa, Dzeko sfrutta un rimpallo e batte Trubin con un destro angolato. E sullo stesso asse arriva pure il raddoppio: cross col contagiri del croato, il bosniaco deve solo appoggiare in porta di testa da due passi. Lo Shakhtar pero’ non ci sta e reagisce. Bondarenko sfiora il gol con un mancino dal limite, poi Dodo centra in pieno il palo ad Handanovic battuto, con Mudryk che non trova la deviazione ad un passo dalla riga. E’ solo una fiammata, perche’ stavolta i cambi di Inzaghi hanno l’effetto di aiutare i nerazzurri nell’addormentare la sfida. Anzi e’ ancora l’Inter a farsi vedere in attacco, sfiorando il 3-0 con il neoentrato Sensi che esalta ancora i riflessi di Trubin su un destro ravvicinato. E il portiere ucraino e’ ancora decisivo su un colpo di testa di Ranocchia su corner di Dimarco. E’ l’ultima emozione, lo Shakhtar saluta l’Europa, l’Inter festeggia.

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La F1 fa tappa in Usa, Vasseur: Ferrari pronta per Miami

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Il circus della Formula 1 ha attraversato l’Atlantico per l’ultima gara extraeuropea che chiude il primo quarto di stagione, il Gp di Miami, dove è prevista anche una sprint al sabato. Un doppio impegno che renderà più difficile la messa a punto delle monoposto, magari non per una McLaren fin qui dominante ma di certo per le rivali, dalla Red Bull, alla Ferrari fino alla Mercedes, dal rendimento altalenante. La Scuderia “è pronta”, fa sapere il team principal, Frederic Vasseur, in Florida “vogliamo continuare a fare progressi sul piano della prestazione, sull’onda delle incoraggianti prove offerte nelle gare di Bahrain e Gedda”, dove Charles Leclerc ha conquistato il primo podio stagionale per le Rosse in gara lunga. Lewis Hamilton ha trionfato nella Sprint in Cina ma dopo di allora ha mostrato solo difficoltà nel gestire la SF-25, che avrà disponibili aggiornamenti al ritorno dagli Stati Uniti, per il Gp di Imola.

“Dopo qualche giorno trascorso a Maranello, utile per analizzare i dati raccolti nella prima tripletta stagionale, siamo pronti per scendere in pista a Miami – sottolinea Vasseur -, dove è previsto il secondo weekend Sprint della stagione. Ci siamo preparati al meglio in fabbrica dal momento che avremo solo un’ora di prove libere prima della qualifica Sprint, e dunque il peso specifico del lavoro fatto al simulatore e nei briefing preparatori è ancora più elevato”. La Ferrari spera in un risultato brillante anche per celebrare un anno di collaborazione con il title partner, HP. Per questo motivo le due SF-25 scenderanno in pista con una livrea speciale, mentre Leclerc e Hamilton useranno una tuta diversa da quella classica, in bianco e in blu, colori del logo del colosso dell’informatica. Nel 2024 a Miami a vincere fu Lando Norris ed è probabile che sia ancora una monoposto papaya a trionfare tra sabato e domenica prossimi, ma per ottenere il bis il britannico dovrà fare i conti con Oscar Piastri, primo sul podio già tre volte in questa stagione. Unico a interrompere il dominio delle McLaren è stato Max Verstappen, che è ancora una volta il più accreditato riprovarci nonostante gli attuali limiti della Red Bull, dato che le caratteristiche del circuito, sulla carta, potrebbero aiutare, lui e gli altri a ridurre il gap.

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Buongiorno ancora ko, stagione a rischio: il Napoli perde il suo leader in difesa nel momento decisivo

Alessandro Buongiorno si ferma di nuovo per una lesione all’adduttore: stagione praticamente finita. Conte alle prese con l’ennesima emergenza in difesa in vista della sfida con il Lecce.

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 Alessandro Buongiorno è costretto nuovamente ai box. Il difensore del Napoli ha riportato una lesione distrattiva del muscolo adduttore lungo della coscia destra, confermata dagli esami strumentali effettuati dopo l’uscita anticipata nella gara contro il Torino. Una ricaduta dell’infortunio che lo aveva già tenuto fermo per quasi un mese e che, con ogni probabilità, lo costringerà a saltare tutto il finale di stagione, fatta eccezione – forse – per l’ultima giornata al Maradona contro il Cagliari.

Un eccesso di generosità

Ironia della sorte, il ko è arrivato per troppa voglia di esserci, per senso di appartenenza e spirito di sacrificio. Buongiorno aveva messo nel mirino la sfida con il Torino, il suo passato, la sua casa calcistica. E ha fatto di tutto per esserci, nonostante il fastidio al nervo otturatore che lo aveva già tenuto fuori con Bologna, Empoli e Monza. Una scelta di cuore che ha avuto un epilogo amaro.

Le alternative di Conte

L’ennesima emergenza difensiva obbliga Antonio Conte a nuove scelte. Il reparto arretrato del Napoli, pur decimato, resta il meno battuto dei top 5 campionati europei, ma le opzioni iniziano a scarseggiare. Il sostituto naturale sarebbe Rafa Marin, già impiegato a Monza. Ma non è escluso che Conte possa dirottare Mathias Olivera al centro in coppia con Rrahmani, spostando Spinazzola a sinistra. Una soluzione già testata in allenamento, anche in vista di un ritorno al 4-4-2.

Di Lorenzo c’è, ma con riserva

Attenzione però anche a Giovanni Di Lorenzo. Il capitano ha accusato un colpo al fianco in uno scontro con Milinkovic-Savic domenica scorsa. Nulla di grave, almeno in apparenza, ma lo staff medico lo monitora con cautela per evitare ulteriori sorprese. L’ipotesi di una sua assenza a Lecce al momento non è concreta, ma il Napoli non può permettersi ulteriori defezioni.

Conte, l’arte di gestire le emergenze

Nel momento più difficile, il tecnico azzurro ha dimostrato di saper trasformare le difficoltà in forza. L’ultima trovata tattica, un tridente atipico lanciato all’ultimo minuto per sostituire Raspadori colpito da influenza, ha funzionato. E ora sarà di nuovo il momento dell’ingegno, delle scelte coraggiose e della compattezza del gruppo.


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Champions: Psg vince in casa dell’Arsenal, gol Dembelé e super Donnarumma protagonisti

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Espugnare l’Emirates Stadium di Londra sembrava un’impresa impossibile ma il Paris Saint Germain ci è riuscito, battendo 1-0 l’Arsenal nella semifinale d’andata di Champions League. Merito di Dembelé, andato in rete all’inizio della partita, e di un super Gigio Donnarumma autore di una serie di parate che hanno impedito ai Gunners di trovare il pareggio. Gioisce Luis Enrique che tra una settimana al Parco dei Principi partirà con un gol di vantaggio sugli inglesi nella gara di ritorno. Recrimina, invece, Mikel Arteta per le occasione non finalizzate dai propri giocatori. Partono molto bene gli ospiti che trovano il vrtanggio al 4′ con Dembelé al termine di una triangolazione in profondità con Kvaratskhelia. Anche i 25′ minuti successivi sono di marca francese che sfiorano addirittura il raddoppio con Marquinos. Al 30′ sale in cattedra l’Arsenal che inizia a macinare gioco e prova ad affondare dalle parti di Donnarumma.

Al 37′ Joao Neves salva su Merino che poteva calciare a due passi dalla porta. Al 39′ Saka semina il panico in area. Dopo 2′ minuti Trossard manca la deviazione vincete su assist di Merino. In pieno recupero Donnarumma compie un vero e proprio miracolo su Martinelli. Nella ripresa i Gunners spingono. Al 2′ Merino segna ma dopo un lungo consulto del Var la rete viene annullata. Al 11′ ci pensa ancora Donnarumma a deviare in angolo un tiro di Troussard che aveva approfittato di un errore di Marquinhos. L’Arsenal insiste ma non riesce a concludere. Il Psg gioca di rimessa: al 39′ Barcola in contropiede sulla sinistra ha l’occasione di chiudere l’incontro sul 2-0 ma sbaglia mandando di poco sulla sinistra. Dopo 1′ tocca a Gonzalo Ramos che dalla stessa posizione colpisce la traversa. I padroni di casa spingono nei minuti di recupero ma il Psg li contiene. Finisce 1-0 per i francesi. Appuntamento mercoledì prossimo a Parigi per il ritorno. In palio c’è la finale.

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