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Dopo Pasqua antimafia deciderà su Decaro ed Emiliano

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Il caso Bari è approdato oggi nella commissione parlamentare Antimafia ma sarà solo dopo Pasqua che l’ufficio di presidenza deciderà se e quando calendarizzare le audizioni del sindaco di Bari, Antonio Decaro, e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Entrambi sono da giorni al centro di polemiche tra maggioranza e opposizione per l’aneddoto raccontato dal governatore pugliese che aveva detto di avere portato l’allora assessore Antonio Decaro a casa della sorella di un boss di Bari vecchia. Aneddoto che risalirebbe a 18 anni fa, raccontato durante la manifestazione di solidarietà al sindaco organizzata a Bari sabato scorso, e prima smentito da Decaro (che sarà candidato alle Europee) e poi rettificato dallo stesso Emiliano. A chiedere le audizioni del sindaco, che si è detto “a disposizione della commissione”, e del governatore sono stati alcuni componenti della commissione. Primo tra tutti il vicepresidente Mauro D’Attis che già domenica scorsa aveva giudicato le parole di Emiliano “degne di un approfondimento”. D’Attis aveva anche ipotizzato l’audizione di un ex presidente dell’Amtab, Antonio Di Matteo, che in un’intervista aveva parlato di “concorsi truccati, denunce e, soprattutto omertà”.

Mentre la parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, Elisabetta Piccolotti, ha fatto sapere che su proposta della presidente Colosimo, si è deciso “di aspettare l’arrivo complessivo degli atti riguardanti l’inchiesta di Bari prima di avviare le audizioni”. “È bene che il lavoro della commissione non sia sporcato dalle strumentalità politiche che, numerose, ci sono state in questi giorni contro un sindaco e una giunta che non risultato in alcun modo coinvolti in attività criminali”, ha detto. Si valuterà anche la convocazione del procuratore antimafia di Bari che peraltro, proprio in occasione degli arresti aveva escluso qualsiasi coinvolgimento del sindaco riconoscendo che “l’amministrazione comunale è stata costante nell’aiutare gli inquirenti a liberare questa città”.

La commissione potrebbe anche valutare di ascoltare il ministro Piantedosi per “la procedura irrituale con cui ha deciso per l’invio della commissione”, ha detto Piccolotti. Il fulcro attorno a cui ruota tutto è proprio la municipalizzata del trasporto cittadino finita al centro dell’inchiesta ‘Codice interno’ che nelle scorse settimane ha portato a 130 arresti e che ha disvelato oltre a scambi politico – mafiosi, anche la capacità dei clan di pilotare le assunzioni. Ma la vera miccia che ha fatto esplodere lo scontro politico è stata la decisione del ministro Piantedosi di inviare a Bari una commissione per valutare eventuali infiltrazioni nell’amministrazione, su sollecitazione di parlamentari pugliesi del centrodestra. Il sindaco Decaro ha reagito convocando una conferenza stampa mostrando i faldoni della sua attività antimafia cui è seguita la manifestazione di piazza ‘giù le mani da Bari’. Nel frattempo la commissione è arrivata in città e da ieri è in Prefettura per esaminare le migliaia di carte dell’inchiesta.

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Pedro salva la Lazio, con il Parma è 2-2 in rimonta

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Serviva una vittoria alla Lazio, ma contro il Parma arriva solo un pareggio che rischia di pesare come un macigno sulle ambizioni della squadra di Baroni. E che, a fine campionato, potrebbe rappresentare la differenza tra l’ingresso in Europa e una stagione senza coppe. Mentre per la squadra di Chivu il pari dell’Olimpico è un passo in avanti verso la salvezza con sette punti di vantaggio da gestire a quattro giornate dal termine sul Venezia terzultimo. Prima del match il ricordo di Papa Francesco sui maxischermi, con tutto lo stadio ad applaudire l’omaggio al Pontefice scomparso una settimana fa. Per i biancocelesti, però, arriva subito la doccia fredda con Ondrejka che, lasciato troppo solo, buca centralmente la difesa di casa trovando il vantaggio che porta avanti il Parma.

La Lazio non riesce a reagire, la squadra di Baroni appare spuntata rispetto alle ultime uscite. Servono addirittura 25 minuti per vedere la prima conclusione con il destro dal limite di Rovella, che però non centra nemmeno la porta. Il più intraprendente è Castellanos che trova anche il gol del pareggio in spaccata, ma in posizione di fuorigioco. Il primo tempo non regala altre emozioni con il duplice fischio dell’arbitro Sacchi che fa partire una bordata di fischi del pubblico di casa. E l’inizio della ripresa è ancora peggiore per i biancocelesti, ma dolcissimo per Ondrejka che, dopo aver vinto un rimpallo, trova l’incrocio di destro raddoppiando il punteggio e premiando la scelta di Chivu al di là di ogni più rosea aspettativa.

Il Parma è padrone del campo, Pellegrino si divora il tris a tu per tu con Mandas esaltando le doti del portiere biancoceleste. Baroni cerca la scossa inserendo Pedro per Dia, Chivu risponde con Djuric ed Hernani per Bonny e Pellegrino preferendo coprirsi. E la mossa del tecnico biancoceleste porta i risultati sperati con il guizzo di Isaksen a calciare in porta, ma trovando la risposta di Suzuki che blinda porta e risultato. Mentre dall’altra parte Mandas deve ancora superarsi per deviare in angolo il sinistro di Man. Ma proprio quando l’Olimpico, tra cori di contestazione al presidente e fischi ai subentrati Noslin e Tchaouna per gli errori dal dischetto in Europa League, cominciava a sentire odore di sconfitta ecco il gol di Pedro, bravo a spedire il sinistro sotto la traversa riaprendo i giochi.

La rete segnata accende la Lazio, lo spagnolo sale in cattedra e sigla anche il raddoppio, stavolta di testa fissando il punteggio sul 2-2 finale che evita la sconfitta ma rischia di lasciare rimpianti a fine stagione.

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Condannato a 30 anni per omicidio si nascondeva in B&B sul mare

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Lo hanno catturato i carabinieri, che si sono finti turisti, in un B&B in riva al mare nel Salento dove si era nascosto dopo una condanna definitiva a 30 anni di carcere per omicidio. È stato arrestato così Cosimo Mazzotta , 51 anni, leccese, latitante dallo scorso 8 marzo dopo che la sua condanna era stata confermata in via definitiva dalla Cassazione.

A trovarlo in un B&B di Torre Lapillo, nel comune di Porto Cesareo, sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale. Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni una coppia di carabinieri, fintisi turisti, hanno prenotato una stanza vicina a quella del latitante e hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e hanno fatto irruzione, cogliendo Mazzotta di sorpresa.

Il 51enne, che si era registrato con un nome falso, al momento dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse utenze telefoniche. La condanna a 30 anni di carcere era stata comminata dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il 30 maggio del 2024, per l’omicidio in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, commesso il 17 marzo del 1999 del 21enne Gabriele Manca, coinvolto in contrasti legati allo spaccio di droga.

Il giovane fu assassinato in una zona di campagna a Lizzanello a pochi chilometri da Lecce. La vittima, secondo il quadro ricostruito dai carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa a colpi di pistola sparatigli alle spalle mentre tentava la fuga da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione. Mazzotta è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio.

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Il padre picchia la madre, bambina di 11 anni chiama il 112

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A Bolzano una bambina di undici anni ha chiamato il 112 perché il padre stava picchiando la madre. Sul posto è intervenuta una pattuglia della Questura che ha arrestato l’uomo. Piangendo disperata, la bambina ha chiesto l’intervento urgente della Polizia per fermare il padre che stava massacrando di botte la mamma. Giunti immediatamente sul posto, i poliziotti si sono imbattuti in un uomo che in evidente stato di agitazione sin da subito ha iniziato ad assumere un comportamento ostile ed aggressivo nei loro confronti. Gli agenti con non poca fatica sono riusciti ad accedere all’interno dell’appartamento, nonostante l’uomo continuasse a minacciare di morte la moglie e la figlia. Dopo aver messo in sicurezza in un’altra stanza la donna e la bambina, gli agenti hanno cercato di placare l’ira dell’uomo – un bolzanino 50enne – il quale ha però minacciato di morte anche loro. Nel frattempo la donna ha riferito di continue aggressioni subite dal marito e di non aver mai sporto denuncia per paura delle ripercussioni e per non perdere l’affidamento della bambina.

Portata in ospedale per le cure del caso, la donna ha infine sporto denuncia. Portato in Questura, l’uomo ha continuato ad affermare che non appena fosse uscito da lì, le avrebbe trovate ed ammazzate moglie e figlia. A questo punto è scattato l’arresto per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e minaccia a pubblico ufficiale. Il Questore Paolo Sartori, quindi, in considerazione della gravità di quanto accaduto, ha immediatamente emesso nei confronti dell’uomo la misura di prevenzione personale dell’ammonimento, disponendo altresì l’avvio della procedura per l’emissione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. “L’ intervento in soccorso dell’ennesima vittima di violenze domestiche è stato reso possibile grazie alla determinazione di questa bimba, il che ha consentito di evitare ben più tragiche conseguenze”, ha evidenziato Sartori.

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