Parole che ricordavano tempi cupi di scontro quotidiano durissimo ai tempi di Berlusconi premier. Le accuse di Salvini ai magistrati questa volta hanno visto una presa di distanza del M5S. Dal vice premier Luigi Di Maio al Guardasigilli Alfonso Bonafede hanno invitato Salvini a moderare il più che legittimo risentimento ed evitare scontri istituzionali. Così Salvini ha fatto una parziale retromarcia a Cernobbio. “Rispetto il lavoro di tutti, se sono un sequestratore ne trarrò le conseguenze. Non sono sopra la legge, aspetto con totale rispetto, celerità e curiosità le sentenze che mi riguardano e sono disponibile ad andare a Palermo a piedi a spiegare come e perché sto combattendo l’ immigrazione clandestina”. Almeno nei toni Salvini cambia passo. Anche perchè c’ersa da tenere conto del fastidio degli alleati, da sempre su una linea di sostegno alla magistratura. “Ieri gliel’ho detto – ha spiegato Luigi Di Maio in diretta Facebook riferendosi a Salcini- che non deve attaccare i magistrati, perché sono gli stessi magistrati che arrestano i corrotti, i mafiosi, gli scafisti, e di questo siamo contenti. Allo stesso modo i magistrati si rispettano quando ci indagano. La scelta sulla Diciotti l’abbiamo fatta tutti insieme e tutti quanti la portiamo insieme senza perdere la testa, con calma e sangue freddo”.
Il passo indietro di Salvini fa respirare la maggioranza, a partire dal ministro della Giustizia Bonafede che ribadisce che “la magistratura va rispettata”, anche se un ministro “ha tutto il diritto di dire che un magistrato sta sbagliando” ma senza etichettare i giudici “di sinistra o di destra”.