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Cronache

Davigo condannato a un anno e 3 mesi anche in appello

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Quando i giudici hanno letto il dispositivo della sentenza, è impallidito perché è sempre stato e sempre sarà convinto di “aver agito in buona fede, senz’altro scopo se non quello di ripristinare la legalità”. Piercamillo Davigo, ex pm di Mani Pulite ed ex consigliere del Csm, è stato condannato anche in secondo grado a un anno e 3 mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione, per la vicenda dei verbali di Piero Amara su una inesistente Loggia Ungheria. A confermare la sentenza con cui il Tribunale lo scorso 20 giugno aveva ritenuto che fosse responsabile di aver rivelato il segreto d’ufficio, facendo circolare quelle carte “scottanti” o il loro contenuto tra i componenti di Palazzo dei Marescialli ai danni anche del suo ex collega Sebastiano Ardita, è stata la Corte d’Appello di Brescia.

Il collegio, che ha accolto la richiesta del pg Enrico Ceravone, ha anche condannato il magistrato, ora in pensione, al pagamento di ulteriori spese processuali che si aggiungono al versamento, di 20 mila euro, già stabilito, ad Ardita ora parte civile. Le motivazioni saranno depositate in 90 giorni. E mentre Davigo, subito dopo il verdetto, ha lasciato l’aula dicendo di non avere alcuna dichiarazione da fare, l’avvocato Davide Steccanella, che lo difende assieme a Francesco Borasi, si è limitato a un breve commento: “Rimango convinto della sua assoluta innocenza e andrò avanti in Cassazione”.

Il legale di Ardita, Fabio Repici, ha invece ripetuto più o meno le stesse parole della scorsa estate: “Non c’è da sorprendersi. In fondo l’imputato aveva anche confessato di aver commesso i reati per cui oggi è stata confermata la condanna” e che “il fine era screditare” il suo assistito. Al centro della vicenda ci sono i verbali su una inesistente loggia resi da Amara tra dicembre 2019 e gennaio 2020 nell’ambito dell’indagine milanese sul cosiddetto falso complotto Eni. Verbali consegnati a Davigo nell’aprile successivo dal pm Paolo Storari per autotutelarsi di fronte, a suo dire, a una presunta inerzia dei vertici del suo ufficio. Davigo, allora al Csm, secondo quanto emerso dal dibattimento, parlò del caso ai tre componenti il Comitato di Presidenza di Palazzo dei Marescialli: al vicepresidente David Ermini – affinché informasse il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in quanto presidente del Csm – e all’allora procuratore generale e presidente della Cassazione Giovanni Salvi e Pietro Curzio.

Del contenuto di quegli atti di indagine informò, in qualche caso mostrandoli, altri consiglieri e il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia in quota ai Cinquestelle, Nicola Morra. Tutto ciò, si ipotizza, anche per motivare i contrasti insorti con Ardita, un tempo suo compagno di corrente, il cui nome era nell’elenco di coloro che avrebbero fatto parte della fantomatica associazione segreta snocciolato da Amara.

L’avvocato siciliano è ora a processo per calunnia. L’ex pm ha sempre respinto ogni accusa, convinto, oltre al fatto che per il suo ruolo al Csm non era opponibile il segreto, di aver agito “in buona fede” e in nome della legalità. “Ciò posto – prosegue una memoria depositata dalla difesa qualche giorno fa alla Corte – l’unica alternativa che restava a Davigo a pochi mesi dalla pensione, di fronte alla denuncia di Storari”, suo coindagato e assolto definitivamente, “era quella suggeritagli dal Presidente del Tribunale di primo grado di ‘farsi i fatti suoi'”. Ma se “uno sceglie di fare il magistrato e quindi di servire la Repubblica (ed è pagato dallo Stato per fare questo), ha il dovere, a differenza di qualsiasi altro comune cittadino, di ‘non farsi i fatti suoi’ se viene a conoscenza di un possibile illecito”, prosegue la memoria in cui si citano, come nell’arringa durante la scorsa udienza, i “galantuomini del ne quid nimis” manzoniani.

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Forte scossa di terremoto all’alba tra Napoli e Pozzuoli, in migliaia svegliati con la paura

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Mattinata di grande paura per i residenti nell’area del supervulcano dei Campi Flegrei. Alle 5.44 circa, infatti, c’è stata una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 della scala Richter. Una scossa in mare, nel Golfo di Pozzuoli. La scossa è stata avvertita dalla popolazione tra Pozzuoli e l’area Ovest di Napoli; in molti, infatti, sono stati svegliati dal terremoto. Moltissime le telefonate ai centralini dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine. Alcune squadre della protezione civile potrebbe uscire subito per verificare eventuali danni,

 

 

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Milano, diciottenne ucciso a colpi di pistola nella notte

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Nella notte scorsa assurdo delitto alla periferia di Milano. Un giovane diciottenne, di origine slava, è stato brutalmente ucciso con tre colpi d’arma da fuoco al torace in via Varsavia, vicino all’ortomercato. Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, il ragazzo si trovava a bordo di un furgone quando è stato avvicinato da un gruppo di individui che hanno aperto il fuoco.

I dettagli dell’aggressione dipingono un quadro di violenza e paura. La vittima, evidentemente ignara del pericolo, stava riposando all’interno del mezzo insieme a una donna, forse la sua compagna. Gli assassini hanno infranto i vetri del furgone per accertarsi della presenza di persone all’interno, prima di aprire il fuoco. Il giovane è stato soccorso tempestivamente dagli operatori del 118, ma purtroppo i loro sforzi sono stati vani: è spirato poco dopo il suo arrivo all’ospedale Policlinico.

La compagna del ragazzo, fortunatamente, è sopravvissuta all’attacco, ma è stata portata in ospedale in stato di choc, testimone impotente della tragedia che si è consumata sotto i loro occhi.

Le indagini sono ora nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, impegnati a cercare di gettare luce su questo terribile crimine. La zona intorno all’ortomercato, come riportato dalle autorità, è nota per essere frequentata da roulotte e furgoni abitati, soprattutto da comunità nomadi. Tuttavia, quanto accaduto stanotte ha scosso la comunità locale e ha sollevato interrogativi su quanto sicure siano realmente queste aree.

Mentre la città si ritrova a piangere la perdita di un giovane vita spezzata troppo presto, ci si interroga anche su quali misure possano essere prese per prevenire simili tragedie in futuro. In un momento in cui la sicurezza pubblica è al centro delle preoccupazioni di tutti, è fondamentale che le autorità agiscano con fermezza per garantire la protezione di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale o dalle loro abitudini di vita.

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Fassino denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino, informativa in Procura

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Arriverà nelle prossime ore in Procura una prima informativa su Piero Fassino, denunciato per tentato furto di un profumo al duty free dell’aeroporto di Fiumicino. Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi – comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza – e le trasmetteranno all’autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere. Fassino, in quanto parlamentare, non è stato ascoltato ma – spiegano fonti investigative – se vorrà potrà rilasciare dichiarazioni spontanee.

Già ieri il deputato del Pd – parlamentare per 7 legislature, ex ministro della Giustizia dal 2000 al 2001, poi segretario dem fino al 2007 e sindaco di Torino per cinque anni dal 2011 al 2016 – ha fornito la sua versione sostenendo di aver già chiarito con i responsabili del duty free la questione: “volevo comprare il profumo per mia moglie, ma avendo il trolley in mano e il cellulare nell’altra, non avendo ancora tre mani, ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse”. In quel momento, ha aggiunto, “si è avvicinato un funzionario della vigilanza che mi ha contestato quell’atto segnalandolo ad un agente di polizia.

Certo non intendevo appropriarmi indebitamente di una boccettina di profumo”. Fassino ha anche sostenuto che si era offerto subito di pagarla e di comprarne non una ma due, proprio per dimostrare la sua buona fede, ma i responsabili hanno comunque deciso di sporgere denuncia. Al parlamentare del Pd, dopo quella espressa ieri dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, è arrivata la solidarietà del coordinatore di Fratelli d’Italia in Piemonte Fabrizio Comba. “Conosco l’uomo e il politico integerrimo, il tritacarne mediatico in cui è stato infilato è indecoroso per la sua storia personale e, quindi, anche per la storia del nostro paese. E’ un avversario politico – ha concluso Comba – ma non per questo mi permetto di dubitare della sua integrità, convinto delle sue straordinarie qualità morali”.

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