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Danza: morta a 29 anni Michaela DePrince, star in video Beyonce’

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E’ morta a 29 anni Michaela Mabinty DePrince, la ballerina nata durante la guerra civile in Sierra Leone, diventata famosa dopo la sua partecipazione al video dell’album ‘Lemonade’ di Beyonce’. L’annuncio e’ comparso sulla sua pagina Instagram ufficiale, senza nessuna informazione sulle cause del decesso. “E’ stata un faro di speranza per molti, dimostrando che, indipendentemente dagli ostacoli, la bellezza e la grandezza possono emergere dai luoghi piu’ oscuri”, si legge nel post, che riassume alcuni passaggi chiave della sua carriera. Michaela Mabinty DePrince e’ stata la piu’ giovane prima ballerina del Dance Theatre di Harlem, prima di trasferirsi nei Paesi Bassi per ballare con il Dutch National Ballet.

Al rientro negli Stati Uniti ha danzato come seconda balleria nel Boston Ballet. Rimasta orfana dopo l’uccisione del padre durante la guerra civile in Sierra Leone e la morte della madre per fame, DePrince era finita in un orfanotrofio, dove veniva chiamata ‘la figlia del diavolo’ e maltrattata dagli assistenti a causa della vitiligo che chiazzava la sua pelle nera di bianco. All’eta’ di tre anni era rimasta affascinata dalla copertina di una rivista trovata fuori dall’orfanotrofio in cui compariva una ballerina; l’aveva conservata, sognando di diventare un giorno come lei.

Poi la bambina era stata adottata, assieme alla sorella Mia, da una coppia statunitense del New Jersey, che ha incoraggiato la sua passione per la danza facendole prendere lezioni. Ma anche negli Stati Uniti ha inizialmente subito discriminazioni, da danzatrice nera in un ambiente dominato da ballerine bianche. La sua storia e’ raccontata nell’autobiografia, ‘Taking Flight: From War Orphan to Star Ballerina’, scritta assieme alla madre adottiva e pubblicata nel 2014. DePrince e’ stata anche ambasciatrice per l’organizzazione War Child Holland, impegnata a promuovere il benessere e la salute mentale dei bambini che vivono in zone di guerra.

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Spettacoli

I The Kolors irrompono a sorpresa in due matrimoni a Napoli: nuova musica in arrivo?

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Proprio come nel celebre videoclip di “Sugar” dei Maroon 5, anche The Kolors hanno deciso di trasformare l’atmosfera di due matrimoni napoletani in un evento memorabile. Ieri, Stash e la sua band hanno fatto irruzione — con sorpresa generale e senza preavviso — in un paio di sale per ricevimenti nel cuore di Napoli, regalando ai presenti un momento unico.

Un’esibizione inedita durante i festeggiamenti

Durante i festeggiamenti nuziali, la band ha suonato un brano inedito, mai eseguito prima. Gli sposi, increduli, si sono lasciati travolgere dall’entusiasmo, seguiti da amici e familiari che hanno ballato e cantato insieme al gruppo. Il tutto è stato documentato in un video, dove si intravede chiaramente una troupe al lavoro, probabilmente impegnata nella realizzazione di un nuovo videoclip.

Sorpresa autentica o mossa promozionale?

Non è chiaro se l’irruzione sia stata del tutto spontanea o parte di un progetto promozionale ben orchestrato, ma una cosa è certa: l’operazione ha funzionato. L’effetto sorpresa, la musica dal vivo e l’energia contagiosa dei The Kolors hanno fatto il giro del web, accendendo l’attesa dei fan per quella che potrebbe essere una nuova uscita discografica imminente.

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Spettacoli

Elena Sofia Ricci: “Ai David con Mika per fare festa, ma con la verità addosso”

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Il 7 maggio su Rai 1 Elena Sofia Ricci (le foto sono di Imagoeconomica) condurrà, accanto a Mika, la cerimonia dei David di Donatello. E lo farà con il desiderio di “fare festa”, rompendo con l’eccesso di serietà e formalità che spesso accompagna questi eventi. Ma anche con il peso di una lunga carriera, l’ironia di chi ha imparato a stare in equilibrio tra teatro, cinema e tv, e la consapevolezza di chi ha attraversato dolori, rinascite e, oggi, vuole essere semplicemente se stessa.

Un premio che ritorna: “I David sono più difficili di Sanremo”

“Penso sia più difficile condurre i David che Sanremo – confessa –. Avremo 26 premiati, tutti mine vaganti. Non sai cosa diranno, c’è tensione. Ma forse mi hanno scelto proprio perché sono trasversale: posso essere seria con leggerezza, spontanea ma rispettosa. Sarò una brava padrona di casa”.

ELENA SOFIA RICCI  

Ricorda con emozione il David vinto per Loro, dove interpretava Veronica Lario: “Avevo 55 anni, e non più il fisico da trentenne. Sorrentino mi chiese un nudo integrale, mi assicurò discrezione, ma sul set c’erano cento persone. Un macchinista mi disse: ‘Daje Elena, sei sempre bella come il sole’. Ho accettato quella scena per amore del cinema, perché parlava del dolore di una donna, e anche del mio”.

Una carriera tra danza, recitazione e fede ritrovata

Elena Sofia Ricci racconta anche il suo esordio: “Ho studiato danza fino a 18 anni, ma non avevo il fisico da ballerina. Poi sono arrivati i film, il teatro, e l’incontro con Pupi Avati, che mi disse: ‘Devi parlare come nella vita, non recitare’. È stato come aprire una finestra su un altro mondo”.

Popolarissima grazie alla tv, non rinnega nulla: “La tv mi ha dato tutto, anche la fede. Dopo aver interpretato suor Angela in Che Dio ci aiuti, ho incontrato una vera suora, e da lì è nato un percorso spirituale. Io, cresciuta in una famiglia di atei, sognavo una fede che non avevo”.

Perdono, errori e ferite familiari

Alla domanda su Nancy Brilli, che anni fa l’avrebbe tradita con il marito dell’epoca, risponde con equilibrio: “Eravamo giovani, ha chiesto scusa. Perdonare è più facile che dimenticare”.

E sul rapporto col padre biologico: “L’ho ritrovato dopo i trent’anni. Ho un bel legame con i suoi tre figli, miei fratelli. Ma da ragazza ero il braccio armato di mia madre, piena di risentimento. È stata la psicoanalisi a salvarmi. Il regista Pino Passalacqua, che mi ha cresciuta, è l’uomo che più mi è mancato”.

Ai David, dice, si rivede negli occhi di Fabrizio Gifuni, che interpreta Luigi Comencini nel film della figlia Francesca: “Ho rivisto me, mia madre, la mia famiglia. Questo premio parla anche delle ferite, dei dolori, dei ritorni”.

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Rio de Janeiro si prepara per il mega-show di Lady Gaga

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Il centro di Rio de Janeiro vicino all’iconica spiaggia di Copacabana freme fin dalle prime ore di oggi in vista dello show gratuito di Lady Gaga, uno spettacolo che promette – secondo gli organizzatori – di convocare oltre un milione e mezzo di persone. Numeri impressionanti, quelli dell’evento, in linea con l’altissimo profilo della cantante ed attrice statunitense di origini italiane, vera e propria star globale dell’industria musicale e cinematografica e icona della comunità Lgbt. L’impatto economico per la città carioca, è stimato dalle autorità locali in almeno 100 milioni di dollari grazie all’arrivo anche di centinaia di migliaia di turisti dal resto del Brasile e dai paesi limitrofi. Saranno invece 1600 gli agenti spiegati per la sicurezza degli spettatori, che potranno ascoltare il concerto grazie anche a 16 torri di altoparlanti collocate lungo gli oltre 4 chilometri della suggestiva Avenida Atlantica.

L’attesa per il megaconcerto è iniziata fin dalle prime ore del mattino di fronte all’hotel Copacabana Palace dove è alloggiata l’artista e dove Matheus Telhada, un celebre fan brasiliano della pop star si è riunito con altre decine di fans della comunità Lgbt nella speranza di ottenere un saluto speciale, come dice il cartello scritto a mano che esibisce. Sfoggia per l’occasione anche un outfit speciale. “E’ il vestito di carne di Lady Gaga in versione povera”, dice Matheus, illustrando i dettagli che includono una collana di teste di gallina e le zampe incastonate in una calza a rete. Sul celebre marciapiede della monumentale spiaggia carioca è già arrivato anche Daniel, 40 anni, insieme alla sorella e alle due nipoti, la più piccola di 12 anni. Grazie alla musica di Lady Gaga ha sconfitto una profonda depressione.

“Apprezzo la sua parte artistica, ma i suoi messaggi vanno anche in profondità”, dice Daniel, vestito con un corsetto rosso e un cappello a falde larghe dello stesso colore. E con lo spirito del più celebre e festoso dei carnevali del mondo anche il concerto di oggi promette di trasformarsi in una catarsi collettiva.

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