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Dagli Usa altri aiuti all’Ucraina

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L’Ucraina condivide in queste ore con il mondo l’orrore per le stragi di civili che i militari di Mosca si sono lasciati dietro ritirandosi da citta’ e villaggi occupati nel corso dell’ invasione, mentre l’Occidente lavora ad altre sanzioni contro Mosca e il presidente ucraino chiede una nuova Norimberga contro la Russia. La responsabile diritti umani del Parlamento ucraino, Lyudmila Denisova, denuncia ‘numerosi casi di tortura di civili’ e il ritrovamento ad Irpin di bambini ‘uccisi e con segni di stupro’. E riferisce il caso di 15 soldatesse ucraine – parte di un gruppo di 86 militari di Kiev rilasciati dai russi venerdi’ scorso – che hanno raccontato di essere state denudate, costrette a stare accovacciate, umiliate, intimidite. E alcune obbligate a prendere parte a video di propaganda russa. Una nuova conta di vittime innocenti c’e’ anche a Borodyanka, dove nella citta’ distrutta si ha notizia dei corpi di circa 200 civili sotto le macerie dei palazzi. Mentre a Bucha i media raccontano la scoperta di altre fosse comuni, e il sindaco accusa i russi alla Bbc di aver ucciso almeno 320 suoi concittadini durante l’occupazione della citta’, aggiungendo di aver visto di persona alcune di queste esecuzioni. Intanto la guerra non si ferma. Pesanti combattimenti e attacchi sono continuati sulla citta’ portuale di Mariupol, riferisce un aggiornamento di intelligence della Difesa britannica, secondo cui la maggior parte dei 160mila residenti non ha luce, medicine, riscaldamento o acqua, e i russi hanno impedito l’accesso umanitario, probabilmente per spingere i difensori ad arrendersi. Nella notte attacchi aerei russi sulla regione orientale di Dnipropetrovsk, colpito un deposito di petrolio, riferisce l’amministrazione militare regionale, mentre Mosca fa sapere che missili di precisione hanno colpito 5 depositi di carburante dell’esercito ucraino. Nel suo infuocato intervento all’Onu, ieri il presidente Volodymyr Zelensky, ha invocato un tribunale sul modello di quello di Norimberga che processi la Russia per i crimini di guerra in Ucraina. E la procuratrice generale di Kiev, Irina Venediktova, ha fatto sapere che si stanno gia’ indagando non meno di 5.000 casi di presunti crimini di guerra commessi dai militari di Mosca. In un video diffuso nella notte il presidente ucraino ha poi proposto di tenere una conferenza internazionale a Kiev per ridiscutere “l’architettura globale” e riformare l’Onu, discutendo anche di come togliere alla Russia il suo seggio permanente. Del Palazzo di vetro ha parlato oggi anche il papa, secondo il quale nell’attuale guerra si sta assistendo “all’impotenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”, quando il mondo deve salvarsi da un naufragio che minaccia tutti. Sul fronte economico, mentre gli Usa annunciano che sbloccheranno altri 100 milioni di dollari di aiuti alla sicurezza per Kiev, l’Europa presenta un nuovo pacchetto di misure restrittive: stop all’import di carbone, divieto di accesso ai porti Ue alle navi di Mosca, stop alle transazioni con quattro banche chiave. E il presidente del consiglio europeo Charles Michel non solo ricorda che si stanno inasprendo le sanzioni per mantenere la massima pressione sul Cremlino, includendo anche il carbone, ma aggiunge che “prima o poi saranno necessarie anche misure sul petrolio, e persino sul gas”. Gli fa eco la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Non saranno le ultime sanzioni queste. Dobbiamo pensare al petrolio e dobbiamo pensare a un sistema bancario che limiti davvero gli introiti derivanti dai carburanti fossili per la Russia”. La Casa Bianca intanto spiega che uno degli obiettivi degli Usa con le sue ultime misure e’ costringere la Russia a fare una scelta tra un default e drenare le restanti riserve di dollari. La Duma replica: “La politica di sanzioni degli Usa mina la fiducia nel dollaro americano”. E Putin minaccia di tagliare il cibo ai Paesi ostili.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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