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Politica

Da ergastolo ostativo a delega fisco, impasse Senato

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Non c’e’ accordo tra i gruppi in Senato sui provvedimenti da concludere prima della pausa estiva, che stavolta coincide con la campagna elettorale per le politiche del 25 settembre. Dalla delega fiscale all’ergastolo ostativo, in un crescendo di veti incrociati, si sta decidendo quali proposte di legge vedranno la luce e che saranno anche le mostrine da portare nella sfida per le urne. La presidente Casellati, preso atto dell’assenza di una possibile intesa sul calendario nella conferenza dei capigruppo, ha guadagnato tempo aggiornando la riunione a domattina. L’input, arrivato dopo lo scioglimento delle Camere, a blindare l’attuazione del Recovery plan non e’ stato sufficiente come linea guida, dando inizio a un braccio di ferro nella corsa all’ultimo via libera. Approvati oggi il dl Semplificazione e il ddl Concorrenza (dove e’ stata stralciata la questione taxi perche’ divisiva), lo scoglio principale resta quello della delega fiscale, gia’ approvata dalla Camera e fortemente voluta dal Governo. Ma i lavori rimangono bloccati in commissione Finanze, in attesa di avere un’indicazione dal calendario, riflesso di una spaccatura tra i gruppi: Lega, FdI, Upc contrari all’esame, favorevoli Pd e M5s mentre Iv e Fi esprimono perplessita’ per l’assenza di connessioni dirette con il PNRR. Nella stessa commissione, in congiunta con la commissione Giustizia, anche il provvedmento sulla giustizia tributaria, che l’area dem vorrebbe vedere approvato, e che per ora rimane appeso in attesa di arrivare in l’Aula. Sul fronte dell’ergastolo ostativo (gia’ approvato alla Camera) invece questa mattina e’ partito il pressing da parte del Movimento 5 stelle. La capogruppo Mariolina Castellone chiede l’inserimento nel calendario d’Aula, “in ragione – spiega – della scadenza dell’8 novembre 2022 indicata dalla Consulta”. Il presidete della commissione Giustizia Andrea Ostellari (Lega) punta l’indice sul leader dei 5s, Giuseppe Conte per la mancata approvazione e informa “domani, faremo una valutazione politica per capire se ci sono spazio e ampio consenso, da parte dei gruppi, per procedere anche alla trattazione in aula”. Tra i disegni di legge rimasti a un passo dal via libera dopo lo scioglimento delle Camere ci sono inoltre l’equo compenso (cavallo di battaglia di FdI a prima firma Meloni), la revisione dello strumento militare nazionale, il Rendiconto e Assestamento dello Stato, alcune Ratifiche di accordi internazionali, tra cui l’adesione alla NATO e un accordo Italia-Giappone. Intanto domattina alle 9.30 l’Assemblea inizia con l’esame del Rendiconto 2021 e Bilancio interno 2022 del Senato a seguire e’ prevista una nuova capigruppo nella speranza che nel fratempo si trovi un accordo.

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Politica

Stretta di FdI sui ballottaggi. La Lega punta sui salari

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Il centrodestra torna alla carica sulla battaglia per cancellare i ballottaggi dei sindaci delle grandi città (con più di 15 mila abitanti). Fallito il blitz di un mese fa al Senato, in forma di emendamento al decreto Elezioni, ci riprova con l’iter più tradizionale di un disegno di legge ad hoc, identico a quello. Martedì partirà l’esame in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, forte anche della spinta di Fratelli d’Italia che guida la Commissione con il meloniano Alberto Balboni, che è anche relatore del provvedimento. Stesso ruolo che ha per il ddl per aumentare il numero di assessori e consiglieri regionali e di quello costituzionale per allungare a 90 i giorni per la conversione in legge dei decreti (oggi sono 60).

Insomma, la strategia è tracciata. Sui sindaci, dopo le polemiche innescate a inizio aprile dall’emendamento anti ballottaggi che la maggioranza presentò e ritirò subito dopo, per evitare la figuraccia di non essere ammesso (per scarsa attinenza al decreto Elezioni, dedicato alle prossime Amministrative e ai referendum), ora si cambia strada. Ma la meta è decisa, assicurano soprattutto i Fratelli d’Italia. Sottoscritto da tutti i capigruppo di maggioranza, il disegno di legge punta a dire addio al doppio turno che quasi mai ha portato fortuna ai propri candidati e chiede di eleggere al primo turno il candidato sindaco che abbia avuto almeno il 40% dei consensi, oltre a prevedere un premio alla lista o al gruppo di liste collegate a quel candidato. Obiettivo: blindarsi sempre più sui territori, approfittando del buon vento di oggi.

Occasione ancor più allettante per un partito come quello della premier Meloni, che vanta consensi alti, ma viene spesso additato per avere pochi dirigenti e amministratori. Una sfida condivisa dagli alleati. Compresi i leghisti, protagonisti spesso di distinguo, nella coalizione, come ad esempio sul riarmo europeo. Una questione che continua a dividere i tre partiti e che giovedì sarà sul tavolo del Consiglio supremo di difesa, convocato dal Quirinale. Nel breve, la Lega si concentra sui temi economici e scommette sui salari. Nell’aria da giorni, è il leghista Claudio Durigon, nella veste di sottosegretario al Lavoro, a spiegare al Corriere i dettagli della proposta di legge targata Lega che a breve sarà in Parlamento. Il partito di Matteo Salvini lancia il pressing, anche rispetto agli alleati, per garantire stipendi realmente adeguati all’inflazione crescente.

L’escamotage è quello di anticipare in busta paga i soldi in più che normalmente derivano dal rinnovo contrattuale e spesso in ritardo di anni. E sui costi della misura, Durigon replica: “I soldi li stiamo valutando. Troveremo soluzioni”. Parole su cui FdI glissa, pur condividendo la lotta. Fredda e più scettica Forza Italia. In primis, sulle coperture. Secondo i vertici economici di FI, la novità potrebbe costare almeno un miliardo e forse più. Inoltre, non convince il tema delle contrattazioni: da un lato si vorrebbe rafforzare la contrattazione e delegarla ai territori e dall’altro introdurre meccanismi centralizzati, è la critica degli azzurri. Alessandro Cattaneo, responsabile Dipartimenti di FI, chiama in causa il ministro dell’Economia: “Giorgetti dovrà esprimersi perché bisogna stimare quanto sia oneroso intervenire”. Parallelamente FI annuncia la prossima battaglia contro le morti e gli infortuni sul lavoro. Un ddl sarà presentato “prima dell’estate”, garantisce il viceministro alla Giustizia e forzista Francesco Paolo Sisto. (

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Mattarella convoca il Consiglio Supremo di Difesa giovedì 8 maggio

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa al Palazzo del Quirinale per giovedì 8 maggio 2025 alle ore 17. Lo comunica la Presidenza della Repubblica.”L’ordine del giorno prevede le “valutazioni sul Libro bianco della difesa europea, sulle infrastrutture strategiche nazionali, sull’adeguamento dello strumento militare e le prospettive per l’industria della difesa italiana”. Inoltre, il Consiglio esaminerà “l’evoluzione nelle principali aree di crisi con particolare riferimento ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente ed alle iniziative di pace in ambito internazionale ed europeo”.

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Interrogazione parlamentare di Fratoianni: carabiniere denuncia chi canta Bella ciao

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“Chissà se il maresciallo dei carabinieri che ha denunciato, a Mottola in provincia di Taranto, 10 cittadini accusati di aver voluto cantare ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il Vento’ durante le celebrazioni del 25 aprile, sa che per liberare l’Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti l’Arma dei Carabinieri ha perso quasi 3mila uomini. E chissà se ha compreso le parole utilizzate dall’attuale comandante generale che solo pochi mesi fa ricordando il sacrificio di Salvo D’Acquisto lo ha definito ‘un esempio luminoso di coraggio, abnegazione e amore per il prossimo, che supera i confini del tempo: un modello di riferimento per tutti i Carabinieri e per le future generazioni’. Evidentemente non lo sa o meglio non intende riconoscerlo”.

Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs in una nota. “Non comprendiamo ad esempio – prosegue il leader di SI – perché i suoi superiori non siano ancora intervenuti per sospenderlo dal servizio. La denuncia di cui si è fatto promotore è assolutamente inaccettabile e in contrasto con i valori costituzionali”. “È per questo che in attesa di conoscere i provvedimenti che intende assumere il Comando Generale, presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno – conclude Fratoianni – su questa vicenda surreale e nello stesso tempo gravissima”.

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