Collegati con noi

Cronache

Csm, su caso verbali indagato a Roma il pm Storari

Pubblicato

del

C’e’ il primo magistrato indagato nel caso dei verbali degli interrogatori resi ai pm milanesi dall’avvocato siciliano Piero Amara, che riguardano la presunta loggia segreta Ungheria e che, oltre a portare a uno scontro al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano, sta creando un terremoto tra le toghe, fino al Csm. Oggi, infatti, il pm Paolo Storari ha ricevuto un invito a comparire dalla Procura di Roma, come atto dovuto, per rivelazione del segreto d’ufficio. Il pubblico ministero e’ pronto a difendere la decisione presa nell’aprile 2020 di consegnare quelle carte ‘secretate’ all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo per autotutelarsi ritenendo che i vertici del suo ufficio stessero insabbiando le indagini sulle rivelazioni del legale, che potevano avere anche profili di calunnia. Nell’interrogatorio Storari raccontera’ molti altri dettagli sulla gestione dei verbali e su accertamenti pure sull’ex manager Eni Vincenzo Armanna, anche lui come Amara molto ‘valorizzato’ dai pm del caso Eni-Nigeria. Mentre in questi giorni, in piena bufera, si sono moltiplicate le attestazioni di solidarieta’ al pm, il procuratore generale del capoluogo lombardo Francesca Nanni, esercitando i suoi poteri di sorveglianza sui magistrati requirenti del distretto, ha chiesto informazioni scritte alla Procura per capire cosa sia accaduto per poi eventualmente riferire al Procuratore Generale della Cassazione Giovanni Salvi. Il quale, dopo aver annunciato possibili iniziative disciplinari ed essersi consultato, in una telefonata di ieri sera, con la ministra della Giustizia Marta Cartabia, sta aspettando gli atti dalle procure interessate dalla vicenda. Procure che da oggi diventano quattro. Infatti anche quella di Brescia ha aperto un fascicolo, al momento conoscitivo e, quindi, senza indagati ne’ ipotesi di reato, partendo dalle dichiarazioni che Nino Di Matteo, consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura ha reso durante il plenum dello scorso 28 aprile: ha informato i colleghi di aver ricevuto, nei mesi scorsi, un “plico anonimo” con la copia di quei verbali secretati che risalgono al dicembre 2019, accompagnati da una lettera in cui si accusavano di inerzia i vertici della Procura milanese. Stesso plico finito tra ottobre e marzo sui tavoli di due giornalisti. Un capitolo, questo, su cui i pm di Roma hanno gia’ indagato Marcella Contrafatto, l’ex segretaria di Davigo al Csm: e’ accusata di essere la ‘postina’ per aver diffuso quelle carte e, per le parole scritte nella missiva d’accompagnamento, risponde di calunnia. Carte finite nelle mani di Davigo perche’ Storari aveva chiesto ripetutamente, senza ottenere risultati, al procuratore Francesco Greco – che sta lavorando a una relazione per il pg Nanni e per il Csm – e all’aggiunto Laura Pedio di iscrivere nel registro degli indagati alcuni nomi, Amara compreso, per associazione segreta per fare subito dei tabulati telefonici e avviare intercettazioni. Invece, si e’ proceduto a iscrivere tre persone, tra cui l’ex legale esterno di Eni, nel maggio 2020 mentre, tra la fine di dicembre e il gennaio scorso, piu’ di un anno dopo il primo di quegli interrogatori tutti da verificare, gli atti sono stati trasmessi per competenza alla Procura di Perugia. Intanto, sempre per il filone di inchiesta avviato nella Capitale, domani Davigo sara’ sentito come persona informata sui fatti. Sabato, invece, sara’ la volta di Storari, che in questi giorni sta ricevendo molti messaggi di solidarieta’ dai colleghi anche dello stesso suo ufficio e dai legali che apprezzano il suo lavoro. Come ha raccontato chi gli e’ vicino, se da una parte e’ “ben determinato” a sostenere la sua scelta, dall’altra si aspettava gia’, accanto a un’azione disciplinare, di essere convocato come indagato. Infine, il presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi ha acquisito nei giorni scorsi, sempre dalla Procura di Brescia, gli atti del fascicolo archiviato e aperto dopo che i pm milanesi, su decisione di Greco, avevano consegnato ai colleghi l’unico passaggio non omissato di un verbale di Amara che gettava un’ombra sui giudici del processo Eni-Nigeria poi finito con assoluzioni di tutti gli imputati. Il legale fece riferimento a “interferenze delle difese Eni”, non provate, sul giudice Tremolada. L’inerzia nell’indagine sul caso Ungheria lamentata dal pm Storari, e’ la lettura di alcuni, sarebbe legata a questa mossa dettata dal tentativo di ‘salvare’ una delle inchieste piu’ importanti istruite a Milano.

Advertisement

Cronache

Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

Pubblicato

del

Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

Continua a leggere

Cronache

Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

Pubblicato

del

I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

Continua a leggere

Cronache

Genova, sindacalista inventa un’aggressione fascista: indagato per simulazione di reato

Pubblicato

del

featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Un grave episodio di simulazione scuote il clima politico e sindacale a Genova. Fabiano Mura, segretario genovese della Fillea-Cgil (categoria degli edili), è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato, dopo aver inventato una presunta aggressione subita alla vigilia del 25 aprile.

Mura aveva denunciato pubblicamente e in Procura di essere stato aggredito da due persone che gli avrebbero urlato insulti fascisti, fatto il saluto romano, sputato addosso e colpito con pugni e spintoni. Un racconto drammatico che aveva suscitato un’immediata ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione antifascista a cui avevano preso parte esponenti politici e sindacali, tra cui Anpi Genova, la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex leader Cgil Sergio Cofferati.

La verità emerge: nessuna aggressione

Le indagini della Digos hanno rapidamente sollevato dubbi sulla versione dei fatti fornita da Mura. I riscontri video delle telecamere di sorveglianza e le incongruenze sugli orari hanno smontato il suo racconto. Messo alle strette dagli investigatori, il sindacalista ha infine ammesso davanti al magistrato di essersi inventato tutto e ha ritirato la denuncia.

La Cgil, dopo aver appreso l’esito delle indagini, ha annunciato la sospensione di Mura, prendendo ufficialmente le distanze dal suo comportamento.

Le reazioni politiche

Il caso ha suscitato reazioni forti nel panorama politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato: «Che tristezza. Per tre giorni è stato lanciato l’allarme sulla violenza fascista a Genova, e poi si è scoperto che gli unici fascisti immaginari stanno a sinistra».
Anche Fratelli d’Italia ha denunciato l’episodio, sottolineando che «le falsità fomentano l’odio».

Dal centrosinistra, Silvia Salis ha preso le distanze: «È un atto gravissimo. Noi siamo parte lesa e ci dissociamo completamente da questa azione irresponsabile».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto