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Cronache

“Cristiano Ronaldo è uno stupratore”. Le accuse di una americana che ha già ricevuto da CR7 più di 375mila dollari

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C’è una donna che accusa Cristiano Ronaldo di stupro. Questa donna si è accorta di essere stata stuprata in questi giorni. Siamo nel 2018. Fine settembre. La donna, una americana, di 34 anni, tale Kathryn Mayonga, esce allo scoperto per denunciare Ronaldo, e lo fa ovviamente su un giornale, Der Spiegel, cinque milioni di copie vendute. E che cosa racconta questa donna a Der Spiegel? Che nel 2009 (avete letto bene, 2009), il campione oggi alla Juventus, di passaggio per Las Vegas, nell’albergo dove aveva una suite, gli saltò addosso.

Il caso Ronaldo su Der Spiegel. I giornalisti tedeschi mentre intervistano Kathryn Mayonga

E il resto è stupro. È una storia vecchia, che riaffiora dal passato. Ma una storia che rischia di fare a pezzi la reputazione del campione. A leggere Der Spiegel, tutto sarebbe accaduto il 12 giugno del 2009. Cristiano Ronaldo conobbe Kathryn Mayonga, una ragazza americana che all’epoca aveva 25 anni. I due si incontrarono in un night club di Las Vegas, dove la superstar del pallone, appena ceduto dal Manchester United al Real Madrid, era in vacanza con suo cugino e il cognato. Kathryn dice ai giornalisti tedeschi di essere stata violentata quella stessa sera da Ronaldo, nella stanza d’albergo del calciatore.

Cr7 in una foto con la ragazza che lo accusa di stupro nel giugno del 2009

Pochi mesi dopo la presunta violenza carnale, Ronaldo avrebbe pagato 375 mila dollari in cambio dell’impegno di Kathryn Mayonga a non divulgare quanto accaduto e comunque a chiudere la storia. Si vede che la signorina Mayonga avrà trovato altri argomenti da spendere a dieci anni circa di distanza da quello stupro o presunto stupro che torna a raccontare. Kathryn Mayonga ha già un avvocato,  Leslie Mark Stovall. L’avvocato sostiene che la precedente intesa (dunque c’è l’intesa economica tra Ronaldo e la signorina che l’accusa) sarebbe nulla perché la controparte avrebbe “approfittato delle condizioni di particolare fragilità psicologica della sua assistita”. Che cosa significhi non sappiamo dirlo, quello che possiamo dire è che Stovall ha fatto ricorso al tribunale del Nevada per ottenere che la transazione del 2009 venga dichiarata invalida.E nel frattempo che il tribunale si pronunci, spinge un po’, fa pressione su Ronaldo forse per fare un’altra transazione e chiudere un’altra volta la storia dello stupro. Anzi, presunto stupro perchè al momento Ronaldo non è stato mai né denunciato né condannato per stupro se non  dalla signorina sui giornali.

Ad ogni buon conto, però, il racconto dello stupro di  Kathryn Mayonga ai cronisti di Der Spiegel è molto pesante, assai dettagliato. La Mayonga descrive l’assalto sessuale di Ronaldo prima in bagno e poi in camera da letto, dove dice di essere stata trascinata e quindi violentata. Nei mesi scorsi i giornalisti del settimanale tedesco hanno cercato di contattare Ronaldo per avere la sua versione dei fatti. Il calciatore, attraverso i suoi legali, ha però respinto tutte le richieste. La posizione ufficiale del calciatore ora in forze alla Juventus è che la vicenda si è chiusa con l’accordo del 2009.
Tra i documenti depositati nella precedente vertenza legale ce n’è però almeno uno che secondo l’avvocato americano potrebbe di molto indebolire la posizione di Ronaldo. In una e-mail inviata al suo legale portoghese, il calciatore dichiara che la ragazza non urlò per chiedere aiuto, ma disse «No» più volte quando venne attaccata sessualmente, quindi avrebbe negato senza ombra di dubbio il suo consenso al rapporto sessuale.
Nell’America più che mai in preda all’onda lunga del movimento #metoo, in cui proprio in questi giorni anche un aspirante giudice della Corta Suprema è sotto accusa per stupro, adesso tocca al tribunale del Nevada decidere se riaprire il caso. Intanto, nelle settimane scorse, Kathryn Mayonga è stata più volte sentita dalla polizia. Il che ci fa pensare che la vicenda non è chiusa qui e che nelle prossime settimane Ronaldo dovrà pensare anche a questa storia oltre che all Juventus.

 

 

 

 

 

 

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Cronache

Ancora sangue sulle strade del weekend, 8 morti

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Weekend di sangue sulle strade: 8 le vittime. Dopo i quattro giovani di sabato, domenica si sono registrati altri 4 morti. In Veneto una coppia di coniugi investiti dopo l’uscita da un ristorante, in Lombardia uno schianto frontale tra due auto lungo una galleria, in Campania un altro frontale. Sono gli incidenti più gravi che hanno funestato il sabato notte sulle strade italiane. Il bilancio più pesante arriva dal comasco, con due morti e cinque feriti in un incidente stradale avvenuto la notte scorsa in una galleria nel territorio di Pusiano.

Le vittime sono due uomini di 42 e 43 anni che con un terzo passeggero viaggiavano a bordo di una Volkswagen Golf. Pochi minuti dopo le 2 la loro auto si sarebbe scontrata frontalmente con un Pickup Ford. Coinvolto anche un terzo veicolo, una Opel, il cui conducente non ha potuto evitare l’impatto con gli altri due veicoli fermi al centro della carreggiata. Due dei cinque feriti – i più gravi – sono stati ricoverati all’ospedale San Gerardo di Monza, gli altri al Sant’Anna di Como e al Manzoni di Lecco.

Quanto alle vittime, si tratta di persone che erano residenti rispettivamente a Bellano e a Colico, nel Lecchese, Gravissimo anche l’esito dell’incidente avvenuto sempre la notte scorsa a Passo Riva di Dueville (Vicenza), lungo la provinciale ‘248’ Marosticana, già teatro negli ultimi mesi di altri schianti mortali. Qui una coppia di coniugi è stata investita all’uscita di un ristorante, mentre attraversava la strada per raggiungere la propria autovettura. Marito e moglie sono stati colpiti in pieno da una macchina in transito, il cui conducente si è fermato subito dopo. Ma per l’uomo, 75 anni, non c’era nulla da fare. Le ferite riportate nell’urto ne hanno causa il decesso pressochè immediato. La moglie, 72enne, è rimasta invece ferita gravemente, ed è stata soccorsa dai medici del 118, quindi trasferita d’urgenza in ambulanza all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove è stata accolta nel reparto di rianimazione.

E’ ancora da accertare però la dinamica esatta dell’incidente, sulla quale stanno lavorando i carabinieri. Altro incidente mortale a Chiusano San Domenico, in provincia di Avellino. L’incidente nel primo pomeriggio, all’altezza di un distributore di benzina. La vittima è morta sul colpo. Feriti gli occupanti dell’altra auto coinvolta che sono stati trasportati in ospedale ad Avellino. Incidenti si sono registrati, di notte, nel Milanese, con due feriti, e in Trentino, con 3 persone finite in ospedale. In Lombardia due persone sono state ricoverate in gravissime condizioni all’ospedale Humanitas di Rozzano (Milano), dopo essere rimaste coinvolte in uno scontro tra due auto, intorno a mezzanotte, ad Abbiategrasso. Ferite lievemente nell’incidente anche altre due persone che sono state portate in ospedale a Pavia per un controllo.

In provincia di Trento, a Malè, infine, in uno scontro che ha coinvolto quattro persone, è rimasto ferito seriamente Carlo Papi, il padre di Andrea, ucciso nel 2023 dall’orsa Jj4 in valle di Sole. L’uomo, 72 anni, è stato soccorso con l’elicottero e portato all’ospedale di Trento dove è stato operato nella notte. Si trova attualmente in rianimazione, la sua prognosi è riservata. Con Papi sono rimasti feriti altri due uomini, illesa una quarta persona.

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Andrea Sempio, l’avvocata Angela Taccia: «Un’anima rara. Lo difendo come fosse mio fratello»

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«Glielo dico io chi è Andrea Sempio: un’anima rara». Inizia così il racconto dell’avvocata Angela Taccia, che da anni è amica personale — e oggi anche difensore — di Andrea Sempio, l’uomo finito di nuovo sotto accusa per l’omicidio di Chiara Poggi, nonostante una condanna definitiva già pronunciata a carico di Alberto Stasi. Una vicenda che, dal 2007, continua a scuotere coscienze e interrogare la giustizia italiana.

Angela Taccia parla con affetto, coinvolgimento e passione. «Andrea è un ragazzo buono, gentile, che pensa sempre agli altri. È tornato a lavorare anche sapendo che l’avrebbero aspettato i giornalisti, solo per non lasciare sole le sue colleghe con dei figli piccoli. Si tormentava per loro, non per sé».

Un legame nato molto prima delle aule giudiziarie

L’avvocata Taccia conosce Andrea da quasi vent’anni: «Ci siamo incontrati nel 2005 grazie a un mio fidanzato dell’epoca. All’inizio non mi calcolava molto, ma io gli dissi che saremmo diventati grandi amici. Avevo ragione».

Quella loro amicizia si è trasformata in qualcosa di ancora più forte nel 2016, quando il nome di Andrea Sempio viene travolto da un’accusa impensabile: omicidio. «Stavamo facendo colazione, parlavamo della cena di Natale con gli amici, tra cui Marco Poggi, fratello di Chiara. E alla radio sentiamo: “Nuovo indagato per Garlasco: Andrea Sempio”».

Uno shock. «Andrea corse a casa, trovò sua madre in lacrime. In TV c’era la sua faccia, una foto rubata dai social al mio compleanno. Era un ragazzo incensurato, travolto senza preavviso».

Tra difesa legale e affetto personale

Angela Taccia seguiva lo studio dell’avvocato Massimo Lovati, il legale che con lei ha difeso Andrea fin dall’inizio. «Non ero ancora laureata, ma scrivevo gli atti. Ricordo ogni parola. E la prima inchiesta si chiuse con l’archiviazione».

Poi ci fu un secondo fascicolo, aperto e chiuso senza che la difesa ne fosse nemmeno informata. «Non siamo mai stati coinvolti. Nessuna notifica. Solo archiviazione».

Fino alla riapertura recente, con un nuovo avviso di garanzia. «Andrea pensava fosse una multa. Era il terzo avviso per un caso che ha già avuto una sentenza definitiva. È stato un colpo durissimo».

Il caso è tornato alla ribalta anche per il prelievo del Dna, a cui Sempio si era inizialmente opposto. «Siamo stati noi legali a consigliarlo — spiega Taccia — per una questione tecnico-procedurale. Ma Andrea, ingenuamente, diceva: “Ma io non ho nulla da nascondere, glielo do subito”. È fatto così. Ma ho dovuto insistere: non era una questione di colpe o innocenze, ma di tutela dei suoi diritti».

Una storia che ritorna, ma senza prove nuove

A oggi, Andrea Sempio non è stato mai imputato. Le precedenti indagini sono state archiviate due volte dal giudice. Ma il clamore mediatico è tornato, e con esso lo stress e il dolore.

Angela Taccia lo difende con la fermezza di chi lo conosce profondamente: «Per me è come un fratello. Questa vicenda gli ha cambiato la vita. Ma la sua bontà, la sua dedizione al lavoro, la sua attenzione agli altri sono rimaste intatte. E io non smetterò mai di lottare perché la verità sia tutelata. Anche quella di chi è innocente».

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Abusi su nipotina, nonno 87enne finisce in carcere nel Reggiano

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Un nonno di 87 anni è finito in carcere a Reggio Emilia dopo essere stato condannato in via definitiva a 5 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale nei confronti della nipotina. Lo riporta la stampa locale reggiana. La vicenda risale al 2017 quando l’anziano venne accusato di avere molestato a più riprese la bambina. A denunciare tutto è stata la madre della piccola, nuora dell’uomo, alla quale la figlia aveva raccontato ciò che accadeva col nonno in casa a Rubiera, nel comprensorio ceramico reggiano. Da qui sono scattate le indagini da parte dei carabinieri, coordinate dalla procura di Reggio Emilia guidata dal procuratore capo Calogero Gaetano Paci. Il 28 ottobre 2020 il tribunale di Reggio Emilia lo ha condannato in primo grado a 5 anni e 6 mesi con l’applicazione in maniera perpetua delle pene accessorie dell’interdizione dell’esercizio di tutela e curatela, nonchè dei pubblici uffici, e l’interdizione legale durante la pena. La sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello di Bologna il 12 aprile 2024, è divenuta esecutiva il 7 marzo scorso. L’ufficio esecuzioni penali della procura reggiana ha emesso l’ordine di esecuzione ai carabinieri della stazione di Rubiera che hanno provveduto all’arresto. L’87enne è stato infine condotto in carcere per l’espiazione della pena.

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