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Cronache

Corteo Pro Pal a Milano, tra arresti e obblighi: due minorenni ai domiciliari senza scuola

Dopo gli scontri al corteo Pro Pal di Milano, due minorenni restano ai domiciliari senza poter andare a scuola, due universitarie hanno l’obbligo di firma e un 36enne è stato liberato. Proteste in altre città italiane.

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Si è chiuso con provvedimenti giudiziari differenziati il primo capitolo della vicenda legata al corteo Pro Palestina di Milano. Due minorenni, un ragazzo e una ragazza, restano agli arresti domiciliari con il divieto di andare a scuola. Due studentesse universitarie poco più che ventenni, legate al centro sociale Lambretta, sono state rilasciate con l’obbligo di firma, mentre un 36enne accusato di resistenza aggravata e lesioni a un agente è stato rimesso in libertà.

La decisione del gip e le critiche delle difese

Il giudice per le indagini preliminari minorile Antonella De Simone ha confermato la misura dei domiciliari per i due 17enni che, dopo tre giorni al carcere minorile Beccaria, sono tornati a casa ma senza la possibilità di frequentare le lezioni. L’ordinanza fa riferimento a condotte violente contro le forze dell’ordine e alla mancata desistenza dei giovani. Gli avvocati Mirko Mazzali e Guido Guella hanno annunciato ricorso, denunciando un provvedimento che nega ai ragazzi l’accesso alla scuola, definita “baluardo contro il disagio giovanile”.

Le proteste e le contraddizioni giudiziarie

Le difese parlano di “meccanismo giudiziario perverso”, sottolineando come per fatti simili un giudice abbia deciso l’obbligo di firma e un altro i domiciliari. La situazione alimenta il dibattito sulle modalità di gestione delle proteste, tra la tutela dell’ordine pubblico e il diritto allo studio.

Nuove manifestazioni in Italia

Intanto, le proteste proseguono in altre città italiane. A Roma studenti e attivisti sono scesi in piazza, mentre a Torino la Digos ha identificato i militanti che hanno occupato i binari della stazione di Porta Susa. Sui muri è comparsa la scritta “Meloni come Kirk”, a cui la premier ha replicato definendo l’accostamento un motivo di orgoglio, ricordando che Charlie Kirk “ha fatto della sua vita una battaglia per la libertà di pensiero”.

Manifestazioni a sostegno di Gaza e del popolo palestinese sono già annunciate per i prossimi giorni: domani a Malpensa e sabato a Torino.

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Cronache

Brunello Cucinelli sotto accusa: report di Morpheus Research fa crollare il titolo in Borsa

Un report di Morpheus Research accusa Brunello Cucinelli di aggirare le sanzioni Ue alla Russia e di svendere i propri capi. L’azienda respinge le accuse e valuta azioni legali. Titolo giù del 17,3%.

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Brunello Cucinelli, simbolo del lusso italiano, è finito al centro di un violento attacco speculativo. In Borsa il titolo ha perso il 17,3%, precipitando a 85 euro, dopo la pubblicazione di un report di Morpheus Research, società di indagini finanziarie fondata nel 2025 e specializzata in operazioni short contro società quotate.

Secondo il dossier, intitolato “Da Mosca a TJ Maxx – Come Brunello Cucinelli continua a mentire sulle sue attività russe mentre una scontistica aggressiva danneggia il suo posizionamento esclusivo”, la maison umbra avrebbe continuato a operare in Russia aggirando le sanzioni Ue e adottando una politica di sconti massicci per smaltire un “magazzino gonfio”.

Le accuse di Morpheus

Gli analisti, alcuni ex membri di Hindenburg Research, sostengono che i tre negozi Cucinelli in Russia sarebbero ancora attivi e che i capi in cashmere, spesso dal valore di migliaia di euro, raggiungerebbero i clienti anche tramite canali indiretti come i grandi magazzini di lusso Tsum. Il meccanismo si baserebbe su triangolazioni attraverso società cinesi, lituane e iraniane.

Morpheus calcola che tra il 2021 e il 2023 le esportazioni verso la Russia sarebbero cresciute del 715% in termini di peso, nonostante il mercato fosse ufficialmente ridotto dal 9% al 2% del fatturato. Una dinamica che, secondo gli analisti, spiegherebbe la tenuta dei conti e la presenza di capi Cucinelli perfino sugli scaffali di retailer low-cost come TJ Maxx.

La replica di Cucinelli

La maison di Solomeo respinge con forza le accuse, annunciando la possibilità di azioni legali “a tutela della reputazione e degli interessi di tutti gli stakeholder”. In una nota, l’azienda ribadisce “il pieno rispetto delle regole comunitarie” e nega di aver utilizzato la Russia per smaltire rimanenze.

Cucinelli ha spiegato che i negozi russi sono ufficialmente chiusi ma che la società ha scelto di mantenere la struttura locale, continuando a pagare stipendi e affitti. Alcuni servizi di assistenza ai clienti sono forniti su prodotti spediti prima delle sanzioni, “entro i limiti di legge”. Le verifiche doganali italiane, sottolinea la maison, hanno già confermato la regolarità delle operazioni.

Le reazioni istituzionali e di mercato

Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso ha difeso il marchio: “Hanno ben chiarito la loro posizione e ho fiducia in un’azienda italiana così importante e significativa che è anche un modello di sostenibilità”. Più duro Marco Astorri, ex ceo di Bio-on, società crollata dopo attacchi short: “Si tratta di speculazione puramente finanziaria, priva di scrupoli”.

Intanto Cucinelli ha ricordato che l’incidenza del mercato russo è crollata dal 9% del 2021 al 2% attuale, con esportazioni passate da 16 a 5 milioni di euro.

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Global Sumud Flotilla rifiuta la mediazione italiana: “Non ci fermeremo, arriveremo a Gaza”

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cqLa Global Sumud Flotilla ha respinto anche l’ultima proposta di mediazione italiana e conferma che le sue 50 imbarcazioni continueranno dirette verso Gaza. “Non lasceremo gli aiuti a Cipro: significherebbe tradire l’obiettivo della nostra missione, che è rompere l’assedio della Striscia”, affermano gli attivisti, tra cui figurano anche quattro parlamentari italiani.

L’avvertimento di Israele

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha ribadito che Israele non consentirà la violazione del blocco navale: “Non permetteremo l’ingresso di navi in una zona di combattimento attiva”. Sa’ar ha ricordato che Israele aveva già offerto di scaricare gli aiuti nel porto di Ashkelon per trasferirli subito a Gaza, proposta respinta due volte. Tel Aviv accusa gli attivisti di perseguire “un obiettivo politico di provocazione al servizio di Hamas, non un reale sforzo umanitario”.

La posizione dell’Italia

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto alla Camera e al Senato, ha espresso forte preoccupazione: “La Flotilla si trova a 450 miglia dal punto pericoloso, l’uscita dalle acque internazionali. Da lì in avanti nessuno potrà più garantire la sicurezza, neanche le nostre navi militari”. Crosetto ha chiarito che le unità italiane – tra cui la fregata Fasan, presto sostituita dall’Alpino – non hanno compiti di scorta né usciranno dalle acque internazionali: “Siamo lì a tutelare i cittadini italiani, non per entrare in guerra con un Paese amico”.

I rischi per gli attivisti

Gli attivisti hanno denunciato azioni di disturbo israeliane, come i “flashbang” lanciati da droni nelle notti scorse. L’Italia e la Spagna vigilano con proprie fregate, mentre l’Alpino potrebbe usare sistemi jammer per contrastare eventuali droni ostili. Ma i rischi restano elevati: il precedente della Freedom Flotilla del 2010, conclusasi con dieci morti dopo l’intervento israeliano, resta un monito.

Le tensioni politiche

Crosetto ha sollecitato il Parlamento: “Era davvero necessario mettere a rischio cittadini italiani per portare aiuti a Gaza? Noi continueremo a lavorare perché non accada nessun incidente e chiedo a tutte le forze politiche di collaborare”. Il Pdha auspicato che il canale di mediazione resti aperto, invitando a gestire con “discrezione” una vicenda che diventa di ora in ora più delicata.

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Cronache

Miss Italia, Fanny Tardioli contro il razzismo: «Il mio Paese è qui»

Fanny Tardioli, seconda classificata a Miss Italia 2025, denuncia insulti razzisti ricevuti sui social. «Il mio Paese è l’Italia, non accetto che mi dicano di tornare altrove».

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Fanny Tardioli, 24 anni, originaria di Campello sul Clitunno in provincia di Perugia, è arrivata seconda a Miss Italia 2025. Per il colore della sua pelle è stata presa di mira da commenti razzisti: «Torna al tuo Paese», le hanno scritto, nonostante sia nata e cresciuta in Italia da padre italiano e madre nigeriana.

«Nel mio paese non ho mai ricevuto insulti, mi conoscono tutti. Sono rimasta sconcertata dal clima dei social», ha raccontato, sottolineando che la maggior parte degli attacchi proveniva da uomini adulti.

Il ruolo della politica e il riferimento a Vannacci

La giovane ha puntato il dito contro la responsabilità della politica, citando le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci: «Ha detto che le donne di colore non rappresentano l’Italia. Se un politico con quella visibilità dice certe cose, cosa possiamo aspettarci dai leoni da tastiera?».

Per Fanny, la politica sbaglia sia quando alimenta il razzismo sia quando tace davanti a certi episodi: «Non ho ricevuto alcuna telefonata dalle istituzioni, ma tanti messaggi da persone comuni che mi hanno sostenuto».

La famiglia e la forza personale

Cresciuta dal padre in Umbria, Fanny non ha raccontato nulla a sua madre che vive in Francia: «Soffrirebbe troppo. Ha vissuto in prima persona episodi di razzismo quando si è trasferita dalla Nigeria».

Nonostante la durezza degli attacchi, la giovane umbra ha dimostrato carattere: «Ho le spalle larghe. Dopo che ho risposto agli hater gli insulti sono diminuiti, ma qualcuno c’è stato ancora».

Progetti e sogni futuri

Oltre al concorso di Miss Italia, Fanny guarda avanti: «Mi laureerò a dicembre, ho partecipato a un concorso pubblico per il ministero della Giustizia, ma il mio sogno è lavorare nell’ambito dei diritti umani».

Non rinnega però la sua passione per il mondo dello spettacolo: «Vorrei fare l’attrice, la conduttrice tv o la fotomodella. Non vorrei sembrare confusa, ma a 24 anni è normale avere tanti sogni».

Sul fronte sentimentale è single, ma ammette sorridendo: «Spasimanti sì, e di tutte le età. Anche questo è un effetto positivo dei social».

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