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Corte Strasburgo condanna Italia per violenze domestiche

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Per la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo le autorita’ italiane non hanno fatto il necessario per proteggere l’ennesima donna vittima di violenze domestiche nonostante le ripetute denunce. Questo l’epilogo della storia giudiziaria di Silvia De Giorgi scritto oggi dai giudici europei Il 20 novembre del 2015 l’ex marito l’aggredisce prendendola per il collo, la minaccia di morte e la colpisce con un casco per moto causandole ferite guaribili in 8 giorni. Lei, Silvia De Giorgi, va dai Carabinieri e sporge denuncia. Non e’ la prima volta e non sara’ l’ultima, perche’ il suo ex continua a minacciarla e seguirla, s’introduce in casa per rubarle vestiti e altri oggetti e installare apparecchi per spiarla, e’ aggressivo con i 3 figli, e inoltre non paga gli alimenti. Ma quando la donna nel marzo del 2016 si rivolge al tribunale civile di Padova per chiedere di essere protetta, con tanto di rapporto dei Carabinieri, la risposta e’ no. Secondo il tribunale i comportamenti dell’uomo, da cui e’ separata dal 2013, “non appaiono essere molestie, ma sono piuttosto l’espressione di un livello elevato di conflitto, tipico di certe separazioni, che e’ stato superato esclusivamente il 20 novembre del 2015. Diametralmente opposta la valutazione della Corte europea dei diritti umani che ha giudicati talmente gravi i comportamenti dell’ex marito di Silvia da condannare l’Italia per trattamenti inumani e degradanti, dovuti in particolare all’inazione della magistratura. Silvia, che vive a Cervarese Santa Croce, un comune in provincia di Padova, si era rivolta alla Corte di Strasburgo nell’aprile del 2019 affermando che le autorita’, per inerzia e indifferenza, non hanno protetto lei e i figli dalla violenza dell’ex marito ne’ impedito che continuasse. E nel ricorso aveva evidenziato anche che la prima udienza per i fatti del 20 novembre 2015 si era tenuta il 13 aprile del 2021 e che il reato cadra’ in prescrizione l’anno prossimo. Dal canto suo il governo si e’ difeso affermando che le autorita’ “non sapevano e non potevano sapere che Silvia e i suoi figli erano in pericolo”, e che la donna, nonostante le sette denunce presentate, “non ha mai dimostrato di essere vittima di abusi e violenza domestica o che viveva temendo di essere aggredita”. Ma la Corte di Strasburgo ha stabilito oggi che i procuratori non hanno mai valutato i rischi che correvano la donna e i figli, e “con la loro inazione hanno creato un contesto d’impunita’” per l’ex marito. Inoltre, ha giudicato grave il fatto che non sia mai stata aperta un’inchiesta sui maltrattamenti che il padre avrebbe inflitto ai figli. “Siamo pienamente soddisfatti con la sentenza”, ha commentato Marcello Stellin, l’avvocato di Silvia, mentre Cecilia D’Elia, deputata del Pd e portavoce nazionale della Conferenza delle donne democratiche ha sottolineato che questa condanna deve “essere uno stimolo per cambiare”. La Corte ha anche stabilito che la vittima ha diritto a un risarcimento di 10 mila euro per danni morali.

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Binaghi riapre al Coni: “È finita un’era, ora serve discontinuità. Ma Buonfiglio? No, grazie”

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Angelo Binaghi (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), torna a parlare del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e lo fa con la consueta schiettezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Da anni in polemica con il Coni di Giovanni Malagò, Binaghi lascia intendere di essere pronto a tornare a occuparsi attivamente dell’istituzione sportiva nazionale: “Sto partecipando a tutte le riunioni. Voglio vedere se, finita un’era, si può costruire qualcosa di nuovo, completamente diverso rispetto al passato”.

ANGELO BINAGHI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL, JANNIK SINNER (Foto Imagoeconomica)

Binaghi non ha mai fatto mistero della sua visione riformista e anti-sistema: nel novembre 2024 aveva dichiarato al Corriere “Il Coni non serve, io lo salto”. Una posizione che gli costò un deferimento poi archiviato, con opposizione del Coni. Ora però, con l’uscita di scena di Malagò imposta dai limiti di mandato, il clima potrebbe cambiare.

Buonfiglio bocciato, Pancalli “ultimo in lista”

Nessuna apertura, invece, verso l’eventuale candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa: “È il peggior esponente del vecchio sistema. Una volta mi chiese di parlare, gli risposi: ‘Caro Luciano, io no’”, racconta Binaghi, ricordando il suo ruolo nella defenestrazione di Raffaele Pagnozzi e la successiva promozione da parte di Malagò.

Rispetto invece per Luca Pancalli, ma senza sostegno: “Candidato degnissimo, ma lo considero l’ultimo della lista”.

“La politica non è un nemico, la riforma Giorgetti è stata efficace”

Altro punto centrale della visione di Binaghi è il rapporto con la politica: “Non è possibile considerare i politici come nemici. La riforma Giorgetti ha funzionato molto meglio del Coni. Chi parla di invadenza politica racconta una bugia”.

Rivendica anche l’autonomia finanziaria degli Internazionali d’Italia (“l’unica manifestazione senza un euro di contributo pubblico”) e ricorda di aver cacciato i politici dalla tribuna del torneo.

Il futuro del Coni? Binaghi resta alla finestra, ma si prepara

Con gli Internazionali di Roma imminenti e il grande ritorno in campo di Jannik Sinner, “il vero Fenomeno”, Binaghi rivendica di essere “un uomo fortunato”. Ma tiene il piede dentro la porta del Coni, in attesa di vedere quale sarà la grande sorpresa che guiderà il nuovo corso dello sport italiano.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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