La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJUE) ha emesso una sentenza storica dichiarando che le norme della Fifa e della Uefa sull’autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub, come la Superlega, violano il diritto dell’Unione. Questa decisione è stata presa in risposta al ricorso promosso dalla Superlega contro il presunto monopolio illegale di Fifa e Uefa sull’organizzazione delle competizioni internazionali.
Dell’originario gruppo di 12 club che aveva lanciato la Superlega nell’aprile 2021, solo Real Madrid e Barcellona rimangono ora in campo, associati nella Società di Superlega Europea (ESLC). Supportata dall’agenzia di marketing A22, la Superlega ha portato il caso davanti al tribunale Mercantile della capitale spagnola, il quale ha poi deferito la questione alla Corte di Giustizia Ue.
Libertà calcistica
Bernd Reichart, CEO di A22, ha commentato la decisione della CJUE affermando: “Abbiamo ottenuto il diritto di competere. Il monopolio UEFA è finito. Il calcio è libero. I club sono ora liberi dalla minaccia di sanzioni e liberi di determinare il proprio futuro.” Ha inoltre dichiarato che la visione gratuita di tutte le partite della Superlega sarà offerta ai tifosi, e che entrate e spese di solidarietà saranno garantite per i club.
La Corte Ue ha specificato che la sua decisione non rappresenta un avallo o una convalida della cosiddetta Superlega, ma piuttosto sottolinea una lacuna preesistente nel quadro della pre-autorizzazione della Uefa, un aspetto tecnico che era già stato affrontato nel giugno 2022.
Reazione della Uefa e LaLiga
In risposta alla sentenza, la Uefa ha ribadito la sua intenzione di proseguire col “modello sportivo europeo collettivamente con le federazioni nazionali, le leghe, i club, i tifosi, i giocatori, gli allenatori, le istituzioni dell’UE, i governi e i partner”. La confederazione europea confida nella solidità delle sue nuove regole e si impegna a sostenere la piramide del calcio europeo.
LaLiga, la lega di calcio spagnola, ha riaffermato la sua opposizione alla Superlega, definendola “un modello egoista ed elitario”. La reazione è giunta dopo che la CJUE ha dichiarato contrario alla legge il divieto di Superlega.
La decisione della Corte rappresenta una svolta nel panorama calcistico internazionale, con potenziali implicazioni significative per il futuro delle competizioni di club in Europa. Resta da vedere come le organizzazioni calcistiche e i club risponderanno a questa sentenza e come essa influenzerà l’organizzazione delle competizioni calcistiche nel continente.
Da ammutinati Superlega a Corte Ue, dal 2021 è lotta
La vicenda che ha portato oggi al pronunciamento della Corte di Giustizia Europea contro il monopolio della Uefa nell’organizzazione delle competizioni internazionali era iniziata il 19 aprile 2021, quando 12 grandi club europei (Real Madrid, Barcellona, ;;Atletico Madrid, Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Liverpool, Juventus, Inter e Milan) avevano annunciato il loro accordo di principio per lanciare un progetto chiuso, appunto la Superlega, in concorrenza con la Champions League organizzata dalla Federcalcio europea.
Di fronte alla protesta scoppiate quasi subito, in particolare dei tifosi inglesi, e soprattutto alle minacce di pesanti sanzioni da parte di Uefa e Fifa (penalizzazioni in punti per le squadre, esclusione dei giocatori dalle rispettive nazionali), il progetto si era rapidamente sgonfiato, con la retromarcia quasi immediata di nove club. L’ultima ad arrendersi è stata la Juventus, che ha rinunciato definitivamente lo scorso luglio. Sono così rimaste solo due ‘ammutinate’: Real Madrid e Barçellona, unite nella Società di Superlega Europea (ESLC).
Supportata dall’agenzia di marketing A22, questa entità ha portato il caso davanti al tribunale Mercantile della capitale spagnola, che a sua volta ha deferito la questione alla Corte di Lussemburgo che ha risposto “sì” al quesito se, sottoponendo qualsiasi torneo in Europa alla sua autorizzazione, e prevedendo sanzioni contro club e giocatori che sfidano la sua autorità, la Uefa sta “abusando la sua posizione dominante”. Le due spagnole sono rappresentate dallo studio legale Dupont-Hissel, all’origine della famosa sentenza Bosman che nel 1995 stabilì la libera circolazione dei giocatori all’interno dell’Ue e abolì le “quote di nazionalità”.