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Politica

Conte agli studenti: abbiamo lavorato tanto, supereremo le criticità

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Un working in progress quello del governo in questo anno scolastico nell’anno Covid, un lavoro costante “per superare le criticita’ man mano che si presenteranno” e assicurare il piu’ possibile la didattica in presenza. E’ l’impegno che ha garantito il presidente del consiglio Giuseppe Conte in visita alla scuola superiore di Norcia. . “Abbiamo predisposto una serie di regole e precauzioni, di impegni finanziari ma anche di dedizione personale e professionale di tantissimi, di tutti coloro che partecipano a questo sforzo collettivo”, ha aggiunto dopo la sua visita alla scuola superiore temporanea “De Gasperi- Battaglia”, frutto di un altro impegno di Conte che si e’ occupato in prima persona del progetto per la realizzazione dell’Istituto. Ad inizio anno infatti, prima del lockdown, la preside Rosella Tonti, insieme a una delegazione di alunni e docenti, era andata Palazzo Chigi per protestare sulla lentezza dei lavori. In quell’occasione Conte si era impegnato per portare a termine il cantiere in pochi mesi; la nuova scuola e’ stata inaugurata ieri. “Ho apprezzato le parole del presidente Mattarella ieri quando ha detto che la scuola non deve essere un luogo di polemiche”, ha detto ancora Conte. Facendo un bilancio della partenza dell’anno scolastico, la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ha sostenuto che il sistema dei trasporti ha ben funzionato e che nei prossimi giorni il governo continuera’ a vigilare con attenzione, “anche in previsione di una graduale crescita della domanda di mobilita’”. Soddisfatta anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: “Non era assolutamente facile la ripartenza di ieri che tanto ci ha emozionato: il bilancio e’ buono, rispetto a una ripartenza che non era per niente scontata”, ha osservato da Ravenna dove e’ andata per assistere alla presentazione dei progetti realizzati dalle scuole e dedicati a Dante. Intanto oggi il ministero dell’Istruzione ha impugnato l’ordinanza della Regione Piemonte, al centro delle polemiche nei giorni scorsi, che obbliga le scuole a verificare la temperatura degli studenti e alle famiglie di certificarla. Nei giorni scorsi il ministro Azzolina aveva definito l’ordinanza “intempestiva e inopportuna”, preannunciando l’intenzione di impugnare il provvedimento, come oggi e’ stato fatto. Il leader della Lega dal canto suo ha continuato a criticare fortemente la titolare dell’Istruzione ed ha annunciato, questa settimana, la presentazione di una mozione di sfiducia “perche’ ci sono ragazzi che studiano per terra e bambini disabili che devono stare a casa”. Le difficolta’ e le criticita’ in queste ore non mancano. La Uil scuola denuncia che saranno circa 260.000 quest’anno i contratti a tempo determinato nella scuola, “con l’aggravante dell’utilizzo di graduatorie viziate da errori ed omissioni, tanto da indurre il ministero a trasferire l’onere della rettifica ai dirigenti scolastici, all’atto dell’assunzione in servizio; un compito improprio distribuito su 8 mila istituti scolastici”. Per Francesco Sinopoli della Flc Cgil, “le difficolta’ che sta incontrando il Paese sono dovute al fatto che il governo ha sottovalutato la complessita’ della riapertura e le risorse arrivate ad agosto potevano essere stanziate subito, gia’ nel primo scostamento di bilancio”. Maddalena Gissi (Cisl scuola) attende una convocazione dei sindacati dalla ministra Azzolina per fare un ragionamento sul Rewcovery Fund, “non si puo’ gestire in solitudine”, ha detto E se anche oggi un insegnante di una scuola d’infanzia di Ferrara e’ risultato positivo al Sars-Cov2 e per 14 bambini e due componenti del personale e’ scattato l’isolamento domiciliare, sono arrivati i banchi attesi alla scuola elementare Maria Mazzini a Genova, l’istituto dove ieri mattina la maestra aveva scattato una foto diventata poi virale con gli alunni di una sezione impegnati a scrivere in ginocchio utilizzando le sedie come banchi. Infine sono state predisposte le Linee di indirizzo del Sistema 118 sul contrasto alla Covid-19 nella scuola, che sono state posteall’attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri della Salute e dell’Istruzione. Si prevede tra l’altro che in classe durante le lezioni gli studenti si proteggeranno con la visiera para-droplets e indossino la mascherina solo quando il distanziamento sara’ impossibile ed inoltre si impone la chiamata al 118 in caso di un possibile infetto. Sul fronte dell’Universita’ il ministro Gaetano Manfredi ha annunciato che negli atenei ci sara’ un’app per prenotarsi e seguire le lezioni in presenza e c’e’ l’obbligo di indossare sempre la mascherina, anche da seduti; la buona notizia e’ che il temuto crollo delle immatricolazioni non c’e’ stato e anzi in alcuni atenei al sud si e’ registrato un picco di iscrizioni tra il 5 e il 10%.

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Economia

Il Pil accelera a +0,3%. Giorgetti: noi meglio di altri

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L’economia italiana cammina. Non ancora a passo svelto, ma con un movimento che c’è e si vede, tanto da sorpassare anche i principali partner economici europei. Nei primi tre mesi dell’anno, ancora immuni dall’effetto panico scatenato dai dazi a livello globale all’inizio di aprile, il Pil è cresciuto dello 0,3%. Un buon inizio, considerando gli abituali ritmi di crescita italiani. L’accelerazione del primo trimestre 2025 rispetto al +0,2% di fine 2024 ha permesso all’Italia di superare la crescita più modesta di Germania e Francia, rispettivamente +0,2% e +0,1%, e di piazzarsi appena sotto la media dell’Eurozona, che nello stesso periodo ha messo a segno un +0,4%.

La Spagna continua a registrare percentuali invidiabili (+0,6% trimestre su trimestre), ma aver scavalcato Berlino e Parigi non ha lasciato indifferenti gli esponenti del governo. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato il primo a rivendicare il risultato, sottolineando “la crescita migliore rispetto ad altri paesi europei”, oltre che “la correttezza delle previsioni e l’efficacia delle politiche economiche del governo”. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, lo ha seguito a ruota evidenziando la crescita dei comparti produttivi, ovvero industria e agricoltura. La maggioranza ha poi fatto eco, parlando di dati incoraggianti e di successo del governo Meloni. Ma per l’opposizione la chiave di lettura è ribaltata: il M5S definisce la crescita “misera”, mentre il Pd torna a puntare il dito sui bassi salari.

A soffiare sul fuoco arrivano infatti i dati dell’Ocse sul cuneo fiscale: per i single senza figli ha raggiunto in Italia il 47,1% del costo del lavoro, confermandosi largamente sopra la media del 34,9%. Rispetto al 2023, il 2024 ha registrato un aumento di 1,61 punti, il più significativo tra i Paesi aderenti all’organizzazione. I salari italiani, al centro proprio in questi giorni dell’attenzione anche di Sergio Mattarella, devono peraltro fare i conti anche con un’inflazione che torna a farsi sentire. La prima fotografia dell’Istat sul mese di aprile vede infatti un rialzo dell’indice generale dall’1,9% al 2% e un ancora più marcato aumento del cosidetto carrello della spesa dal 2,1% al 2,6%, trascinato dai prezzi degli alimentari. Sul piano macro, l’inflazione potrebbe in realtà aiutare la riduzione del debito ma più di tutto, per tenere sotto controllo i conti, è la crescita che serve.

Grazie alla mini-spinta del 2024 e al risultato del primo trimestre, il Pil acquisito per il 2025 si attesta allo 0,4%, percentuale poco al di sotto il +0,6% delle previsioni del Documento di finanza pubblica presentato dall’esecutivo a metà aprile. Mantenendo la via ufficiale della prudenza, d’obbligo considerata l’incertezza geopolitica, commerciale e finanziaria a livello internazionale, Giorgetti ha aperto pochi giorni fa uno spiraglio di fiducia, non escludendo la possibilità di una revisione addirittura al rialzo delle stime. Ma le incognite restano, a partire dall’effetto dazi, che per ora risulta evidente solo sull’economia americana, e dalle spese per la difesa. Il governo italiano ha chiarito più volte che per il momento non intende attivare la clausola di salvaguardia Ue per aumentare la spesa in armamenti.

Ma la Bce già avverte sui potenziali rischi. Nei Paesi Ue ad alto debito, fra cui l’Italia, in caso di attivazione di una maggiore flessibilità, il calo del rapporto fra debito e Pil, previsto a partire dal 2027-2028 in base alle stime della Commissione europea, slitterebbe di quattro anni al 2031. Complessivamente, secondo la Banca centrale “la messa in pratica della nuova governance economica è circondata da significativa incertezza”, che rende “fondamentale” una piena realizzazione degli impegni presi nei Psb nazionali e in particolare “l’effettiva implementazione delle riforme e degli investimenti” previsti per rilanciare la crescita.

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Politica

Meloni rilancia con Erdogan, interscambio a 35 miliardi

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Il partenariato fra Italia e Turchia ha un nuovo obiettivo, 40 miliardi di dollari (35 miliardi di euro) di interscambio commerciale nel medio periodo. È il principale traguardo fissato dal quarto vertice intergovernativo, in cui Giorgia Meloni e Recep Tayyip Erdogan hanno rilanciato l’asse fra i due Paesi, con posizioni allineate sulla difesa dell’integrità dell’Ucraina, per la spinta a una soluzione della crisi a Gaza, e a rafforzare l’autonomia industriale europea e mediterranea. E nella dichiarazione finale c’è anche un capitolo, più delicato diplomaticamente, in cui Roma e Ankara si dicono “impegnate a sostenere i tre pilastri del sistema delle Nazioni Unite, ovvero pace e sicurezza, sviluppo e diritti umani”.

Sullo sfondo c’è anche il caso dell’arresto per corruzione del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, principale oppositore di Erdogan in vista delle prossime presidenziali. Una vicenda che le opposizioni in Italia hanno chiesto a più voci alla premier di sollevare. E su cui, soprattutto, Bruxelles ha espresso segnali di preoccupazione e che certo non aiuta a sbloccare i negoziati di adesione all’Ue ormai congelati dal 2018. Sviluppare le relazioni fra Turchia e Ue è uno degli impegni stretti a Villa Pamphilj, dove Erdogan, ringraziando la padrona di casa per il suo “approccio coraggioso”, si è detto certo che Roma riconosca il “contributo” della Turchia “alla sicurezza dell’Europa e del Mediterraneo”, e che “continuerà” a sostenere il processo di adesione all’Unione europea”.

Nonché a sostenere “l’aggiornamento” delle regole doganali Ue che “ostacolano” gli imprenditori turchi. Il vertice conferma l’intenzione della Turchia di trovare spazio nei piani per la sicurezza europea, tanto che c’è la convinzione condivisa sulla “importanza del più ampio coinvolgimento possibile degli alleati non Ue negli sforzi di difesa dell’Ue”. Non a caso, è in materia di Difesa, uno dei principali accordi commerciali esibiti, assieme a 9 memorandum di intesa fra i due governi, dallo spazio alle infrastrutture. Ossia quello recente fra Leonardo e BayKar, per una joint venture per i droni. Beko sostiene le esportazioni delle filiere italiane, inclusa la fornitura di macchinari industriali. E fra i memorandum di intesa, anche quelli di Sace con Limak Group e Yapi Merkezi, per progetti infrastrutturali Turchia e Africa.

Dall’accordo fra Sparkle e Turkcell, dice Meloni, nascerà “una dorsale digitale all’avanguardia lunga circa 4mila chilometri che attraverserà il Mediterraneo e migliorerà la connettività tra Europa, Medio Oriente e Asia”. Si rafforza anche la collaborazione energetica, non solo sull’approvvigionamento di gas naturale via Tap ma anche su rinnovabili e idrogeno. La premier ha ringraziato il suo ospite per gli sforzi con cui sono state “sostanzialmente azzerate” le partenze di migranti irregolari dalle coste turche. E ha ricevuto un invito in Turchia, esteso da Erdogan anche a Sergio Mattarella, da cui si è recato nel pomeriggio, fra la fine del vertice e il business forum con oltre 500 aziende.

Un cambio di programma in cui è entrata anche la visita in Vaticano per incontrare il camerlengo, il cardinale Farrell, e porgere le condoglianze per la morte di Papa Francesco. Ankara aveva inviato il presidente del Parlamento sabato al funerale, che è stato anche l’occasione per l’incontro fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Meloni è sicura che “abbia avuto un significato enorme”, auspica che sia “un punto di svolta” e ribadendo il “pieno sostegno agli sforzi” del presidente Usa, è scettica sulla tregua di tre giorni annunciata “unilateralmente” da Mosca: “La Russia deve dimostrare la volontà di perseguire la pace come ha saputo fare l’Ucraina”. Con la premier Erdogan assicura di condividere “il sostegno all’integrità territoriale” di Kiev, e rilancia gli sforzi per “una soluzione anche a Gaza”. Dove, nota Meloni, “la situazione è sempre più tragica”. Nello scacchiere geopolitico i due Paesi hanno visioni convergenti anche sulla stabilizzazione della Libia e sulla transizione in Siria. Lotta al terrorismo e contrasto alle migrazioni irregolari sono altri due dossier su cui c’è l’impegno a rafforzare la cooperazione internazionale. E gli Europei di calcio del 2032 saranno organizzati in tandem. “Una grande sfida – ha sottolineato Meloni – per entrambi i nostri Paesi”.

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In Evidenza

Bersani e politica che si fa con l’orecchio a terra: dallo sciopero delle prostitute ai rimpianti sullo ius soli

Pier Luigi Bersani, in un’intervista al Corriere della Sera, ripercorre episodi della sua vita politica e personale: dalle liberalizzazioni allo sciopero delle prostitute, passando per il rimpianto sullo ius soli.

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Pier Luigi Bersani (foto Imagoeconomica in evidenza), ex segretario del Pd, si racconta in un’ampia intervista rilasciata al Corriere della Sera, ripercorrendo episodi personali e politici che hanno segnato la sua vita e l’Italia contemporanea.

Nel suo nuovo libro “Chiedimi chi erano i Beatles” (Rizzoli), Bersani intreccia la politica, le battaglie sociali e i ricordi personali, come l’episodio curioso dello sciopero delle prostitute a Piacenza negli anni Settanta e la protesta dei commercianti sotto casa dei suoi genitori a Bettola, quando da ministro avviò le famose liberalizzazioni.

L’episodio delle prostitute e la lezione sulla politica

Durante la pedonalizzazione di un tratto della via Emilia, le prostitute protestarono. Il giovane Bersani, allora responsabile cultura del Pci locale, seguì l’episodio da vicino: «Un amministratore deve avere a cuore i problemi di tutti, anche quelli più difficili», ricorda.

Le liberalizzazioni e il pullman a Bettola

Nel 1996, da ministro, la sua “lenzuolata” per liberalizzare il commercio suscitò la rabbia dei commercianti. Una delegazione arrivò addirittura sotto casa dei suoi genitori. Ma l’accoglienza calorosa dei suoi — ciambelle e vino bianco — trasformò la protesta in una festa, segnando un inatteso boomerang per i contestatori.

La sfida canora con Umberto Eco

Bersani racconta anche della famosa sfida canora al convegno di Gargonza nel 1997, quando sconfisse Umberto Ecointonando canti religiosi: «Da noi era obbligatorio fare i chierichetti, non iscriversi subito alla Fgci».

Il rimpianto dello ius soli

Se fosse diventato premier nel 2013, Bersani avrebbe voluto introdurre lo ius soli con un decreto legge già alla prima seduta del Consiglio dei Ministri. Un rimpianto che ancora oggi pesa: «Se parti dagli ultimi, migliori la società per tutti».

I 101 e la caduta di Prodi

Bersani ammette di conoscere l’identità di circa «71-72» dei famosi 101 franchi tiratori che affossarono Romano Prodinella corsa al Quirinale. «C’erano renziani e non solo. Alcuni mi confessarono la verità piangendo».

Il rapporto con la morte

Dopo un grave problema di salute nel 2014, Bersani parla della morte con una serenità disarmante: «È più semplice di quanto pensassi. È la vita che si riassume in quell’istante». La sua fede è ora una ricerca continua: «Chi ha già trovato dovrebbe continuare a cercare».

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