In questo contesto la maggioranza attende la prossima mossa di Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha già fatto sapere che dopo il consiglio dei ministri sul Recovery plan si presenterà in Parlamento se venisse a mancare la fiducia del partito di Renzi.
“Abbiamo fatto richieste di merito. Ci aspettiamo che arrivino risposte sul merito» insiste il renziano Ettore Rosato.
In attesa di capire che cosa farà Conte, il soccorso dei cosiddetti senatori responsabili diventa sempre più difficile. I tre senatori dell’ Udc – Paola Binetti, Antonio De Poli e Antonio Saccone – escludono categoricamente di sostenere l’inquilino di Palazzo Chigi. “Non siamo e non saremo mai la stampella di Conte”, assicura il segretario Lorenzo Cesa. Si sfila anche la formazione politica che fa capo a Giovanni Toti, Cambiamo!, che annovera tre senatori. Fra gli altri l’ex berlusconiano Paolo Romani, che avverte: “Inutile bussare alla nostra porta in cerca di sostegno alla maggioranza, Cambiamo! è e resterà all’opposizione del governo Conte”. Saranno solo tatticismi?
Dall’altra parte c’è l’opposizione intransigente. Il leader della Lega Matteo Salvini non solo si dice “non interessato” alla sfida Conte-Renzi, ma afferma che questo governo non potrà durare perché “passa il tempo a litigare”. Con un desiderio: “Serve un governo stabile, coerente, concreto non litigioso di centrodestra per restituire speranza e sviluppo a questo Paese”. Domanda: questo Governo può nascere dopo essere passati per il voto? O c’è un altro Governo, magari di segno diverso, se Renzi riesce a far cadere ance il Conte bis dopo aver fatto deflagrare il Governo Lega-M5S?