La Suprema Corte, dunque, ha respinto la richiesta di Berlusconi di assoluzione nel merito e ha accolto, invece, la riqualificazione del reato da corruzione “propria” a “corruzione impropria” avanzata dal sostituto Pg Lugi Orsi.
Ma anche se il reato è stato, per così dire, leggermente attenuato, la Cassazione – è questo il fatto più importante- ha confermato (le motivazioni diranno di più) che il voto è certamente libero ma se un parlamentare, come in questo caso De Gregorio, prende soldi per un certo voto, non può esserci lo scudo dell’articolo 68 della Costituzione.
Invece, sembra essere stata accolta in pieno la tesi dell’accusa. Era stato il pg Orsi a chiedere la conferma della prescrizione dando ragione ai giudici di Napoli sui fatti anche se li ha inquadrati tecnicamente in maniera diversa: “Corruzione impropria”. Per spiegare con parole semplici possiamo dire che Orsi aveva ribadito la qualifica di pubblico ufficiale per i parlamentari ma poiché nel caso specifico, De Gregorio prese soldi da Berlusconi per votare contro il governo Prodi, l’ allora senatore non li incassò per fare un atto contrario ai doveri d’ ufficio (il voto è un atto che di per sé non si può censurare) ma li prese per fare un atto d’ ufficio, votare. Quindi , è stato il ragionamento di Orsi, se si prendono soldi per un atto di ufficio la corruzione, secondo la normativa vigente “è impropria”.
Ma è pur sempre rato e i fatti, come dicevamo, non cambiano: c’ è un corrotto, De Gregorio ( ha patteggiato una pena di 20 mesi) e c’è ” un corruttore privato”, Silvio Berlusconi, che anche stavolta se la cava con la prescrizione. Così come il mediatore Valter Lavitola ( che non ha fatto ricorso). In primo grado erano stati condannati a 3 anni. Cosa avevano scritto i giudici d’ appello di Napoli sul leader di FI , confermato ora dalla Cassazione? “Berlusconi ha agito, pacificamente, come privato corruttore e non come parlamentare nell’ esercizio delle sue funzioni”. Avvicinò il senatore approfittandosi della “disastrosa situazione economica di De Gregorio (riferita da quest’ ultimo a Berlusconi) per promettere di risolvergli ogni tipo di problema economico”. Respinta anche un’ altra tesi della difesa, rappresentata dall’ avvocato Niccolò Gheidni, che il Senato non aveva i titoli per costituirsi parte civile. Una “doglianza infondata” per il pg Orsi così come tutte le altre respinte dalla Cassazione. Pertanto rimane salva la costituzione di parte civile del Senato che potrà ottenere, in separato giudizio, il risarcimento dei danni. Ironia della sorte il presidente del Senato ora è Elisabetta Casellati, fedelissima di Berlusconi. Ma oltre al processo penale, conclusosi ieri, c’è anche un procedimento aperto dalla procura della Corte dei Conti del Lazio per danno di immagine subito dallo Stato e per la progressiva crescita dello spread innescata dalla fine del governo Prodi.
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