Collegati con noi

Cronache

Chi vuole uccidere Beppe Lumia? C’è chi tace, c’è chi lo delegittima nel silenzio di tanti e c’è chi invece denuncia

Pubblicato

del

Da sempre ho l’abitudine di leggere le carte giudiziarie interessanti, pubbliche, magari non facilissime da reperire, sulla mafia e la criminalità organizzata.
D’altronde mi occupo di mafia da 29 anni e scrivo report su di essa e l’analizzo dal punto di vista criminale e geopolitico, e quindi è mio dovere essere chiaro. Recentemente non ho potuto non notare un fatto che mi ha fatto riflettere e che nessuno ha fatto emergere: le minacce comprensive della volontà di uccidere Nino Di Matteo e Giuseppe Lumia, contenute nella sentenza di primo grado sulla cosiddetta “trattativa”.
Ecco l’intercettazione: “…è un fondo che si trova nella zona di Santa Flavia, dove il dottor Di Matteo ha delle proprietà. Ma la mafia sapeva tutti i suoi spostamenti, sapeva gli spostamenti di Lumia, perché Lumia passava sempre dalla Caravella, dove Peppino di Fiore stava sempre là davanti (parola incomprensibile) e dice: come gli avevo detto pure di Lumia. Eppure mi è stato detto pure di no, in questo momento no, dice non si fa niente. Dice: ora lo vedi come siamo combinati? Quindi c’era in mente di tutto il gruppo mafioso di Bagheria di fare del male sia al dottor Di Matteo che a Lumia”.

Preoccupato di questa intercettazione, pubblico il 17 ottobre 2018 su un blog che curo tale parte proveniente dalla sentenza sulla “trattativa”. Viene letto oltre 400 volte l’articolo. Successivamente escono commenti sulla sentenza, libri et similari – anche se nel complesso pochi -, ma di queste minacce nessuno ne parla. Sono minacce che non destano interesse.
Passano alcuni mesi e il 1 giugno 2019 sulla testata di Grandangolo Agrigento, di cui sono attento lettore da anni, perché è fatta bene, mi spunta il nome di Beppe Lumia direttamente nel titolo di un articolo: “L’alleanza tra le cosche palermitane e quelle agrigentine per assassinare l’on. Giuseppe Lumia”. Nel sottototitolo si accenna ai due kalashnikov da usare per l’agguato. In tale articolo viene fatto il punto sulla situazione e praticamente si scopre che il gruppo che voleva uccidere negli anni scorsi Lumia è sempre operativo, qualcuno è stato nuovamente arrestato.
Da altra fonte apprendo che colui che era stato incaricato di eseguire l’omicidio di Beppe Lumia alcuni anni fa, è tornato libero per fine pena. Notizia al momento non uscita. O comunque non pare sia di dominio pubblico.
Nel corso degli anni inoltre i gruppi mafiosi che sono stati presi di mira da Lumia durante il suo lungo mandato parlamentare con delle mirate interrogazioni sono numerosi e non è mia intenzione dilungarmi in proposito. Sono atti pubblici.

Detto questo, molti si potrebbero chiedere come mai mi sta a cuore la vicenda. Semplice: il silenzio di fronte alle minacce sempre attuali mi preoccupa.
Vediamo perché:
1) Lumia da tempo è sotto attacco mediatico da parte di qualcuno che usa finemente ogni argomento speciooso per delegittimarlo;
2) Il silenzio di fronte alle minacce della mafia nei suoi confronti può far considerare utile e pure semplice, in un momento in cui appare debole, di proseguire con il piano di eliminazione fisica.
3) La mafia non dimentica e se uno è condannato rimane condannato.
Pertanto si mira a colpire Lumia con la seguente tecnica: si attacca con il fuoco nemico e pure con il fuoco amico, si delegittima, si isola e pure se serve si uccide.
Quindi per questo ne parlo in modo da mettere tutto nero su bianco e se gli succederà qualcosa avrò memoria dei singoli comportamenti tenuti.
Chi ha orecchie per intendere, intenda!

 Salvatore Calleri
(Presidente Fondazione Caponnetto) 

Advertisement

Cronache

Napoli, sparatoria tra via Sturzo e via Pinocchio: morta Ilaria Capezzuto, gravissima Daniela Strazzullo

Pubblicato

del

Un mistero intriso di sangue e dolore ha scosso la città questa notte. Due donne sono state colpite da colpi d’arma da fuoco a poca distanza l’una dall’altra. Una è morta, l’altra lotta per la vita. I carabinieri della compagnia di Torre del Greco sono ora al lavoro per chiarire la dinamica dei fatti e verificare se si tratti di tentato omicidio-suicidio.

A perdere la vita è stata Ilaria Capezzuto, 34 anni, trovata in via Pinocchio, riversa sull’asfalto già senza vita, colpita da almeno un proiettile.

Gravemente ferita e ricoverata in pericolo di vita all’Ospedale del Mare, invece, Daniela Strazzullo, 30 anni, trovata all’interno di un’auto in via Don Luigi Sturzo, con una ferita d’arma da fuoco.

Napoli, notte di sangue tra via Sturzo e via Pinocchio: una donna morta, un’altra in fin di vita

Indagini in corso, si cerca il movente

Le due zone – via Pinocchio e via Sturzo – sono distanti poche centinaia di metri, ma già in due diversi quartieri del capoluogo. Gli investigatori non escludono che le due donne si conoscessero e che dietro la tragedia ci sia una vicenda personale o sentimentale sfociata nel sangue.

L’arma non è stata ancora ritrovata, mentre le forze dell’ordine stanno passando al vaglio immagini di videosorveglianza e testimonianze per ricostruire i momenti precedenti alla sparatoria.

Continua a leggere

Cronache

Tragedia sull’Alphubel, valanga uccide due giovani italiani: addio a Giorgia Rota e Alessandro Aresi

Pubblicato

del

Solo una valanga poteva fermarli. Giorgia Rota, 29 anni, e Alessandro Aresi, 30, condividevano l’amore per la montagna e l’orizzonte aperto dell’avventura. Sabato mattina, armati di entusiasmo e di zaini colmi di passione, avevano lasciato il rifugio di Täsch con l’obiettivo di raggiungere la vetta dell’Alphubel, a 4.206 metri, una delle cime più iconiche delle Alpi svizzere. A 4.165 metri, nella zona dell’Eisnase, una valanga ha spezzato i loro sogni e le loro giovani vite.

I soccorsi elvetici, intervenuti con elicotteri e unità cinofile del soccorso alpino del Canton Vallese, non hanno potuto fare nulla. Le salme sono state recuperate poco dopo. La procura svizzera ha aperto un’inchiesta per chiarire le dinamiche della tragedia.

Due giovani sorrisi spezzati dalla passione più forte

Giorgia, originaria di Cesano Maderno, era una chimica naturopata e una viaggiatrice instancabile. Amava raccontare i suoi spostamenti nel mondo attraverso il profilo Instagram “giorgiafacose”, seguito da migliaia di persone. Africa, India, Centroamerica, le Alpi: i suoi post raccontavano una vita piena, vissuta alla ricerca di qualcosa che andasse oltre. «Lassù trovo tutto ciò che la società moderna si dimentica di darmi», scriveva in uno dei suoi post. Amava il crossfit, che praticava da dieci anni, ma soprattutto la libertà.

Alessandro, di Lacchiarella, era un esperto di comunicazione e marketing, tra i primi in Italia a trasformare l’agricoltura in un fenomeno digitale. Era conosciuto come uno degli agriyoutuber pionieri, realizzando video professionali per raccontare il mondo rurale con competenza e creatività. Ex calciatore della squadra di Giussago, dove viene ricordato come «un ragazzo esemplare in campo e fuori», era apprezzato per la sua determinazione e gentilezza. «Sempre sorridente, sempre disponibile», scrivono i compagni di scuola sui social.

Il dolore delle comunità

Sgomento a Cesano Maderno, dove il sindaco Gianpiero Bocca ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia Rota: «Una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità, in una settimana già segnata da un altro grave lutto».

Commozione anche a Lacchiarella, dove Alessandro era molto conosciuto. «Lascia un grande vuoto in tutta la comunità», dicono gli amici.

Due giovani vite piene di luce e sogni, spente in alta quota, proprio lì dove volevano arrivare. Per raccontare, per vivere, per scoprire. La montagna li ha accolti per l’ultima volta, nel silenzio e nella bellezza crudele delle sue vette.

Continua a leggere

Cronache

Napoli, notte di sangue tra via Sturzo e via Pinocchio: una donna morta, un’altra in fin di vita

Due donne colpite da proiettili a poca distanza l’una dall’altra. Si indaga per tentato omicidio-suicidio.

Pubblicato

del

È una notte di sangue e mistero quella che ha sconvolto l’area orientale di Napoli. Due donne, di 31 e 34 anni, sono state trovate con ferite da arma da fuoco a poca distanza l’una dall’altra. Una delle due è deceduta, l’altra lotta per la vita all’Ospedale del Mare, dove è ricoverata in condizioni gravissime.

I fatti

Il primo allarme è scattato in via Don Luigi Sturzo, dove i carabinieri della compagnia di Torre del Greco hanno trovato una 31enne all’interno di un’auto con una ferita da arma da fuoco. È stata soccorsa e trasportata d’urgenza in ospedale, ma le sue condizioni restano critiche.

Poco dopo, a breve distanza, in via Pinocchio – già all’interno del territorio cittadino di Napoli – è stato ritrovato il corpo senza vita di un’altra donna, 34 anni, anche lei colpita da un proiettile. Era riversa sull’asfalto, priva di sensi, e per lei non c’è stato nulla da fare.

Le indagini: ipotesi tentato omicidio-suicidio

Sul caso indagano i carabinieri, coordinati dalla Procura. Gli investigatori non escludono che i due episodi siano collegati e prendono in considerazione l’ipotesi di un tentato omicidio-suicidio. Le due donne potrebbero conoscersi, ma al momento nessuna pista è esclusa: movente passionale, personale o familiare.

La zona è stata delimitata e setacciata in cerca di testimoni e immagini di videosorveglianza, mentre i rilievi sono ancora in corso. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire con precisione tempi, movimenti e rapporti tra le due donne.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto