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Champions, caos finale: adesso è allarme Parigi

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Tutti contro tutti: le polemiche per la serata di caos allo Stade de France per la finale di Champions League di ieri sera aumentano ora dopo ora, a due settimane dalle elezioni legislative e a due anni dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Gli inglesi sono infuriati per i tanti di loro rimasti fuori dallo stadio nonostante avessero i biglietti in mano, i francesi puntano il dito sui tanti britannici che si sono presentati con biglietti falsi. Ma oggi sono entrati in scena anche i governi e la politica: Londra chiede all’Uefa che sia aperta un’inchiesta su quanto accaduto, le opposizioni di destra e sinistra in Francia giudicano il paese “impreparato ad accogliere grandi eventi sportivi”. Alla fine i fermati sono stati 105 (oggi ne rimanevano una trentina), nessun ferito grave ma tanta e’ stata la rabbia dei supporter dei Reds che si sono ritrovati fuori dallo stadio dopo aver acquistato il biglietto o di quelli entrati allo Stade de France – dove la partita e’ cominciata con 36 minuti di ritardo per consentire l’afflusso – che hanno trovato i loro posti occupati da spettatori con biglietti falsi. Il problema, che a Parigi credono di aver individuato con certezza, era la gran quantita’ di inglesi arrivati con biglietti non validi, che non facevano scattare i tornelli e quindi provocavano file sul piazzale antistante gli ingressi della curva del Liverpool. L’organizzazione ha riferito che il problema si e’ creato perche’ gli inglesi, dopo aver ricevuto i 20.000 biglietti elettronici che gli spettavano, hanno chiesto anche il supporto cartaceo. E li’ si sarebbero scatenate le falsificazioni. Nadine Dorries, segretaria di Stato per lo Sport del governo inglese, ha dato il suo appoggio alla richiesta del Liverpool che ha chiesto un'”indagine ufficiale” all’Uefa. Per domani mattina alle 11, la ministra dello Sport francese, Ame’lie Oude’a-Caste’ra, ha intanto convocato un vertice di tutti i protagonisti dell’incredibile vicenda, dall’Uefa alla Federcalcio, dalla Prefettura al Comune. Le scene sono state esaminate, dall’interno della cellula speciale costituita allo stadio, dal ministro dell’Interno, Ge’rald Darmanin, che ha accusato gli inglesi per il loro comportamento, lodando le forze dell’ordine. Che erano state schierate in 6.000 unita’ e sono state sopraffatte al momento in cui la pressione della folla ha spinto molti giovani a scavalcare le inferriate ed entrare allo Stade de France. Gli inglesi sostengono – e anche alcuni video on line sembrano dimostrarlo – che a scavalcare siano stati “ragazzi del posto”, in particolare di Saint-Denis: “ci hanno anche minacciato e rubato i soldi”, aggiunge qualcuno di loro. Che oltre al danno di non entrare e di vedere altri che scavalcavano per andare ad occupare i suoi posti, si e’ preso il gas urticante e i lacrimogeni lanciati dai gendarmi ormai travolti dagli eventi.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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