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Canottaggio, oro mondiale per il quattro di coppia azzurro a Shanghai: vittoria dedicata a Filippo Mondelli

L’Italia del quattro di coppia trionfa ai Mondiali di Shanghai, conquistando l’oro e dedicando la vittoria al compianto Filippo Mondelli. Rambaldi: “Il nostro pensiero va a lui e alla sua famiglia”.

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Un successo netto e dal sapore speciale. Il quattro di coppia azzurro ha conquistato la medaglia d’oro ai Mondiali di canottaggio di Shanghai 2025, riportando l’Italia al trionfo iridato a sette anni di distanza dall’ultimo successo.

La barca composta da Luca Rambaldi, Andrea Panizza, Giacomo Gentili e Luca Chiumento ha dominato dall’inizio alla fine, tagliando il traguardo con quasi due secondi di vantaggio sulla Gran Bretagna e oltre tre sulla Polonia.

Una vittoria nel segno di Filippo Mondelli

Il trionfo ha assunto un significato profondo: i tre azzurri veterani di Plovdiv 2018 hanno voluto dedicare l’oro all’amico e compagno Filippo Mondelli, scomparso nel 2021 a causa di un osteosarcoma.

«Non è più con noi Filippo: a lui apparteneva la bandiera che abbiamo mostrato in premiazione. Il nostro pensiero va a lui e alla sua famiglia», ha dichiarato emozionato Luca Rambaldi.

Una tradizione che continua

Con questa vittoria, gli azzurri confermano la straordinaria tradizione del quattro di coppia italiano: oro a Plovdiv 2018, bronzo a Linz 2019, bronzo a Racice 2022, argento a Belgrado 2023 e argento olimpico a Parigi 2024.

Per Chiumento, Rambaldi, Panizza e Gentili si tratta di un percorso di crescita e consolidamento, reso possibile dalla coesione e dall’esperienza maturata negli anni.

Gli altri risultati azzurri

Nella stessa giornata, il due senza femminile di Laura Meriano e Alice Codato ha chiuso la finale al quarto posto, dopo essere state in corsa per il podio fino ai 1000 metri. Un piazzamento che conferma il valore della coppia, già protagonista della stagione con un argento europeo a Plovdiv e un oro in Coppa del Mondo.

Domani sarà invece la volta di Giacomo Perini, impegnato nella finale del singolo Pararowing PR1, dove affronterà atleti di Germania, Gran Bretagna, Australia, Ucraina e Francia.

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Guerra Ucraina

Ucraina, droni colpiscono tre stazioni di distribuzione del gas a Luhansk

L’esercito ucraino ha colpito con droni tre stazioni di distribuzione del gas a Shchastia, Severodonetsk e Novopskov, nell’oblast’ di Luhansk occupata dai russi.

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Le forze armate ucraine hanno colpito con droni tre stazioni di distribuzione del gas nella parte dell’oblast’ di Luhansk occupata dai russi. Lo ha comunicato su Telegram Robert Brovdi, comandante delle Forze dei sistemi senza pilota, citato dal Kyiv Independent.

Gli obiettivi colpiti

Gli attacchi sono stati condotti dal 14º reggimento separato di veicoli aerei senza pilota e hanno avuto come obiettivi le strutture situate a:

  • Shchastia

  • Severodonetsk

  • Novopskov

La strategia di Kiev

Secondo le fonti ucraine, le operazioni mirano a danneggiare le infrastrutture energetiche sotto controllo russo, riducendo la capacità di Mosca di sfruttarle a fini militari e logistici. L’uso massiccio dei droni si conferma come una delle principali strategie adottate da Kiev nel conflitto, capace di colpire infrastrutture sensibili in profondità nei territori occupati.

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Esteri

Incriminato l’ex direttore dell’Fbi James Comey, Trump esulta: “Giustizia in America”

L’ex direttore dell’Fbi James Comey è stato incriminato per falsa testimonianza e ostruzione alla giustizia. Trump esulta e definisce il suo ex accusatore uno dei peggiori nemici dell’America.

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Un gran giurì federale ha incriminato l’ex direttore dell’Fbi James Comey con due capi d’accusa: dichiarazioni false e ostruzione alla giustizia. Le contestazioni nascono dalla sua testimonianza del 30 settembre 2020 davanti alla commissione giustizia del Senato, quando – secondo l’accusa – avrebbe mentito in merito all’autorizzazione alla diffusione di informazioni sensibili.

Comey, licenziato da Trump nel 2017 durante l’indagine sul Russiagate, si è sempre dichiarato innocente e poco dopo l’ufficializzazione dello stato di accusa ha diffuso un messaggio via Instagram: “Non ho paura. Sono innocente: ho fiducia nel sistema giudiziario federale”.

Il ruolo della procuratrice Halligan

A firmare l’incriminazione è stata Lindsay Halligan, nuova procuratrice in carica da appena tre giorni ed ex avvocata personale di Trump. La scelta ha alimentato polemiche negli ambienti giudiziari: il documento è firmato solo da lei, senza altri funzionari, e diversi osservatori sottolineano come la decisione rifletta una volontà politica più che un consenso interno al Dipartimento di Giustizia.

Secondo indiscrezioni, la ministra della Giustizia Pam Bondi e il suo vice Todd Blanche (anche lui ex legale di Trump) avrebbero tentato di bloccare l’iniziativa, temendo ripercussioni istituzionali. I tentativi sarebbero però falliti davanti alla determinazione del presidente.

La reazione di Trump

Donald Trump ha festeggiato apertamente l’incriminazione di Comey sul suo social network Truth, scrivendo: “Giustizia in America” e definendo l’ex direttore dell’Fbi “una delle persone peggiori con cui gli Stati Uniti si siano mai confrontati”.

Per Trump, Comey resta uno dei principali nemici politici: fu lui ad avviare le indagini sul Russiagate, da sempre bollato dall’attuale presidente come “caccia alle streghe” e “bufala storica”.

Mi hanno messo in stato di accusa due volte e incriminato cinque volte sul niente. Giustizia va fatta ora”, avrebbe detto Trump ai suoi collaboratori, alludendo a Comey, all’ex senatore democratico Adam Schiff e alla procuratrice di New York Letitia James, tutti nel mirino del presidente.

Uno scenario di vendette politiche

L’incriminazione di Comey segna un momento di forte tensione per la giustizia americana e apre un nuovo capitolo nella contrapposizione tra Trump e i suoi avversari. Per molti osservatori, il colpo all’ex direttore dell’Fbi non placherà la sete di rivalsa del presidente, che avrebbe già nel mirino John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale e oggi tra i suoi critici più agguerriti.

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Economia

Mps accelera sulle candidature per il nuovo cda di Mediobanca

Mps stringe i tempi per il cda di Mediobanca dopo l’acquisizione dell’86,3%. In corso le selezioni con Korn Ferry. Intanto Generali e Bpce prorogano le trattative su Natixis fino a fine anno.

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Dopo la conclusione dell’offerta pubblica, il consiglio di Mps, presieduto da Nicola Maione, ha avviato il lavoro di selezione per il nuovo cda di Mediobanca, di cui il Monte detiene ora l’86,3%. Alla prima riunione del board ha fatto seguito quella del comitato nomine, impegnato insieme a Korn Ferry nell’esame dei profili e nel confronto con i principali soci, in primis Delfin e Caltagirone.

Gli effetti su Generali

Il cambio di controllo su Mediobanca ha avuto ricadute immediate anche su Generali, di cui Siena ha ereditato il 13,1%. I colloqui con la francese Bpce per l’alleanza con Natixis sono stati prorogati fino a fine anno: si tenterà di ridefinire i termini dell’intesa, finora osteggiata da azionisti e governo. Resta sul tavolo la possibilità di un abbandono del progetto voluto dall’ad del Leone Philippe Donnet.

Il memorandum rivisto e il bond di Generali

Il 15 settembre Generali e Bpce hanno modificato il memorandum of understanding siglato a gennaio per creare un gruppo di asset management da 1,9 miliardi di masse gestite e 4,1 miliardi di ricavi. Le parti hanno cancellato la penale di 50 milioni prevista in caso di ritiro e confermato che l’accordo definitivo sarà subordinato all’approvazione dei rispettivi board.

Nel frattempo Generali ha collocato il suo primo bond perpetuo Restricted Tier1 da 500 milioni, raccogliendo ordini per 4,6 miliardi.

I dossier aperti su Mediobanca

Per quanto riguarda Mediobanca, rimangono in secondo piano i temi del possibile delisting (con un flottante sceso al 14%) e di una eventuale fusione. Ogni decisione è considerata prematura e non influirà sulla ricerca del nuovo amministratore delegato. La selezione riguarda top manager italiani con esperienze in grandi banche di investimento estere. Le prime linee interne sono state contattate solo a titolo conoscitivo.

Il nome dell’ad entrerà nella lista da completare entro il 3 ottobre, in vista dell’assemblea del 28 ottobre.

Prossime tappe

Il 9 ottobre, l’ad di Mps Luigi Lovaglio sarà ascoltato dalla Commissione parlamentare sul sistema bancario, chiamata a fare chiarezza sugli sviluppi legati al nuovo equilibrio nel settore creditizio italiano.

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