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Cronache

Caltabellotta entra tra le Zone Blu: il borgo siciliano dei centenari e della vita lunga e sana

Caltabellotta, borgo dell’Agrigentino, è stata riconosciuta come Zona Blu emergente per l’eccezionale longevità dei suoi abitanti. Dieta mediterranea, acqua pura e vita comunitaria tra i segreti della lunga vita.

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Caltabellotta, borgo agrigentino di 3.000 abitanti a 949 metri di altitudine, è stata ufficialmente identificata come Zona Blu emergente grazie a uno studio pubblicato il 30 luglio sul Journal of Aging and Longevity. La ricerca, condotta dal professor Gianni Pes dell’Università di Sassari e dal professor emerito Calogero Caruso dell’Università di Palermo, ha certificato tassi di longevità paragonabili a quelli delle zone più longeve del mondo.

I volti della longevità

Tra le storie emblematiche c’è quella di Paolo Amato, 96 anni, che attribuisce la sua salute all’acqua delle fonti locali e alla vita attiva nei campi. Marianna Ferrante, 95 anni, racconta un’esistenza dedicata alla coltivazione e alla cucina con prodotti dell’orto e farine macinate in casa. Giacoma Abbruzzo, 101 anni, sottolinea il valore della famiglia e della vita comunitaria come pilastri del benessere.

I dati dello studio

Dal 2011 al 2024 i ricercatori hanno studiato i villaggi dei Monti Sicani, riscontrando un tasso di centenari quattro volte superiore alla media nazionale. Caltabellotta è anche il paese natale di Antonino Turturici, l’uomo più longevo d’Italia, morto a 109 anni. L’analisi dei registri civili dal 1900 ha confermato un numero di ultracentenari in linea con le Zone Blu già riconosciute come Barbagia, Okinawa o Ikaria.

Stile di vita e ambiente

Secondo Caruso, la longevità è favorita da acqua ricca di minerali, aria pura, terreni di qualità e biodiversità vegetale. L’altitudine moderata incoraggia uno stile di vita attivo e riduce lo stress ambientale, con benefici cardiovascolari e psicologici.

Un legame tra scienza e territorio

Il progetto ha visto anche il supporto del Verdura Resort Rocco Forte Hotels, impegnato nella valorizzazione di Kalat-en Ballut, antico nome arabo di Caltabellotta. Irene Forte, cittadina onoraria, sottolinea: «Questo riconoscimento scientifico conferma quello che abbiamo sempre intuito: qui si può riequilibrare il corpo e la mente abbracciando uno stile di vita autentico».

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Cronache

Pietrangelo Buttafuoco tra Sicilia, Biennale e visioni del futuro: «L’eccellenza è la vera rivalsa»

In un’intervista al Corriere della Sera, Pietrangelo Buttafuoco racconta la Sicilia delle sue radici, la guida della Biennale di Venezia e la sua visione per il futuro culturale italiano, tra eccellenza, geopolitica e identità.

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In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Pietrangelo Buttafuoco ha rievocato il primo ricordo della sua infanzia: un asino che, legato a un palo, calpestava le spighe sui teli di iuta, tra vento, paglia e festa di campagna. Una Sicilia, quella degli anni ’60, che per lui era ancora ferma al tempo di Demetra, intrisa di riti e leggende.

La Sicilia di oggi e il nodo dell’autonomia

Buttafuoco, autore di Buttanissima Sicilia, critica la condizione dell’Isola, priva di infrastrutture adeguate e con settori chiave come agricoltura e turismo in declino. Per lui, l’autonomia speciale non ha prodotto benefici e propone provocatoriamente di candidare Luca Zaia a governatore della Regione.

Presidenza della Biennale e regola dell’eccellenza

Da presidente della Biennale di Venezia, rivendica la scelta di figure di alto profilo come Alberto Barbera per il Cinema e Willem Dafoe per il Teatro, seguendo una regola appresa da Mimì La Cavera: «Le persone migliori vanno supplicate di accettare l’incarico». La Biennale, spiega, è una mostra e non un festival, luogo dove si scoprono artisti destinati a lasciare un segno nella storia.

Arte, politica e geopolitica

Per Buttafuoco, parlare ancora di destra e sinistra in campo culturale è anacronistico. L’arte contemporanea, afferma, non è solo mercato ma anche politica e geopolitica, capace di anticipare scenari futuri per Medio Oriente, Asia e Africa. Invoca un ritorno a un’arte interdisciplinare e all’immaginazione pura di pensatori come Henry Corbin e Pavel Florenskij.

Visione dell’Italia e giudizio sul governo

Riconosce alla destra al governo meriti come il Piano Mattei e il Piano Olivetti, giudicando Giorgia Meloni «il mattatore in una prova d’orchestra prossima al debutto». Sul Ponte sullo Stretto prevede un destino simile al Mose: contestato all’inizio, ma poi accettato.

Fede, identità e aldilà

Alla domanda sulla religione, risponde con la professione di fede islamica, definendosi «Saraceno». Sulla morte, cita il cardinale Biffi: il Paradiso è come «i tortellini che ti prepara mamma», e per lui saranno i fichidindia sbucciati dal padre e il biancomangiare preparato dalla madre.

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Cronache

Aumentano le donne uccise dal partner o da ex, +15%

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Aumentano gli omicidi, mentre il dato dei reati è in calo. I numeri dei femminicidi restano sempre alti, con un aumento di oltre il 15% per quelli compiuti da partner o ex. Come di consueto a Ferragosto il Viminale pubblica il Dossier che rappresenta una sorta di “fotografia” dei primi sette mesi dell’anno sui vari fronti: dall’ordine pubblico alla lotta alla mafia, dall’attività legata ai flussi dei migranti alle violenze di genere. I dati riguardano sostanzialmente il periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 luglio. In base al segmento analizzato emerge che complessivamente i delitti sono calati del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Di contro, si registra un aumento del 3,4% degli omicidi, che sono stati 184 rispetto ai 178 del 2024. Le persone denunciate sono state 461.495, cifra più bassa dell’8% rispetto a 12 mesi fa, quando furono 501.380. Per quanto riguarda le violenze sessuali, il calo degli episodi si attesta al 17,3%: dal primo gennaio al 31 luglio sono stati 3.477, rispetto ai 4.202 dello scorso anno. In calo anche rapine (15.780) e furti (559.143). Gli omicidi commessi contro le donne sono stati 60: un calo dell’1,6%. Le vittime per mano di partner o di ex sono, però, aumentate del 15,1% (38 casi) e sono aumentate del 20% le donne di origine straniera uccise. In forte aumento gli ammonimenti del Questore: complessivamente sono stati 7.571 (+70,6%), di cui 2.731 per stalking (+86,6%) e 4.840 per violenza domestica (+63,6%).

Il ministero dell’Interno rende noto, inoltre, che all’8 agosto sono attivi sul territorio 12.192 braccialetti elettronici, di cui 5.929 antistalking. In tema di immigrazione, dai dati emerge che al 31 luglio sono 77.081 le richieste di asilo: un dato in calo del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I provvedimenti di diniego sono stati 43.146, con un forte aumento che si attesta al 58,3%. Complessivamente, le domande esaminate dei richiedenti sono state 60.075 (+28,6%), di cui 3.159 per status di rifugiato (-5,7%) e 6.731 (+16,7%) per protezione sussidiaria. Per quanto riguarda i rimpatri, nel periodo preso in esame, sono stati 3.463, con un aumento del 12,1% rispetto al 2024. Per i canali di ingresso regolari – decreto flussi – nell’anno sono state 181.450 le quote per i lavoratori non comunitari, mentre per il triennio 2026-2028 le quote si attestano a 497.550. Al 14 agosto gli sbarchi di migranti sulle nostre coste sono aumentati del 2,1%, pari a 38.568 unità.

Il Viminale evidenzia anche i dati relativi ai soli mesi di luglio e metà agosto a partire dal 2023. Due anni fa, nel mese di luglio, sbarcarono in 23.420, mentre il mese scorso sono stati 6.485. Per quanto riguarda la situazione in questo primo scorcio di agosto, nel 2023 furono 11.480, mentre quest’anno 2.023. Il ministero dell’Interno rende noto, inoltre, che le partenze di migranti bloccate negli ultimi tre anni da Libia e Tunisia sono state 236.231. Parte del Dossier, come di consueto, è dedicata anche all’attività svolta contro la criminalità organizzata, con 5.979 beni restituiti alla collettività, un aumento del 22,8% rispetto all’anno precedente.

Nelle operazioni ad Alto impatto controllare 954.013 persone, mentre nella lotta al terrorismo internazionale sono 203 i soggetti espulsi dall’ottobre del 2022. Sul fronte della cybersicurezza, il 2025 ha visto calare del 21,7% (pari a 5.685) gli attacchi da parte di hacker ai danni di infrastrutture critiche del Paese. Aumentati, invece, del 56,3% gli interventi antiterrorismo. Gli incidenti mortali sulle strade italiane, infine, sono diminuiti del 4,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Complessivamente, i sinistri stradali sono stati 41.315, con un calo del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando furono 42.182. Le persone decedute sono 710, un calo del 6,7% rispetto alle 761 dello scorso anno.

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Cronache

Bolzano, due neonati prematuri morti per infezione da Serratia marcescens: indaga la Procura

Due neonati prematuri sono morti all’ospedale di Bolzano per un’infezione da Serratia marcescens. La Procura apre un’indagine e il reparto di terapia intensiva neonatale sospende i ricoveri.

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Due neonati prematuri, ricoverati all’ospedale San Maurizio di Bolzano, sono morti a poche ore di distanza – il 12 e nella notte del 13 agosto – a causa di una infezione da Serratia marcescens, batterio tra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere. La Procura di Bolzano ha incaricato i NAS dei Carabinieri di effettuare accertamenti preliminari per verificare il rispetto dei protocolli e l’eventuale presenza di carenze igieniche nel reparto di terapia intensiva neonatale.

Indagini in corso e ipotesi di reato

Le salme dei due piccoli sono state congelate in attesa di autopsia. L’ipotesi di reato potrebbe andare dall’omicidio colposo contro ignoti alla responsabilità di singole persone indagate. Nel frattempo, fino a nuovo ordine, nessun altro neonato prematuro verrà ricoverato nel reparto.

La vulnerabilità dei piccoli pazienti

Secondo Pierpaolo Bertoli, dirigente dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, i due neonati erano nati in condizioni critiche – alla 23ª e 27ª settimana di gestazione – e presentavano una naturale fragilità immunitaria. “La presenza di questo batterio è un rischio costante nelle terapie intensive neonatali per la particolare vulnerabilità dei pazienti”, ha spiegato, sottolineando che la sepsi sviluppata è stata fatale.

Le misure adottate dall’ospedale

Il reparto, guidato dal primario Alex Staffler, ha introdotto misure di sicurezza aggiuntive: identificazione delle possibili fonti di infezione, disinfezione completa degli ambienti, controlli intensificati e isolamento dei pazienti. L’assessore alla salute Hubert Messner ha espresso vicinanza alle famiglie, definendo l’evento “una tragedia immensa” e ribadendo la fiducia nella professionalità del team medico.

Un batterio ad alta pericolosità

Lo studio dell’Università di Genova “Serratia marcescens nelle Terapie Intensive Neonatali” evidenzia che il batterio può diffondersi rapidamente nell’ambiente ospedaliero, provocando sepsi, meningite e polmonite nei neonati più fragili, con tassi di mortalità fino al 45%. La trasmissione avviene spesso attraverso le mani del personale sanitario. Un caso simile si era verificato nell’agosto 2018 agli Spedali Civili di Brescia, con la morte di un neonato e altri contagi trattati con successo.

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