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Ambiente

Bus elettrico a La Spezia con “Supercapacitor”, il condensatore al posto delle batterie ad emissioni zero ideato dal Politecnico di Milano

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Supercapacitor è un condensatore che permette di eliminare le tradizionali batterie e offre prestazioni decisamente superiori. L’hanno progettato al Politecnico di Milano e per ora viene sperimentato sugli autobus. Presto potrebbe attirare l’attenzione delle case automobilistiche e rivoluzionare il settore della mobilità a trazione elettrica.
Il condensatore era storicamente conosciuto come strumento di notevole potenza, ma incapace di immagazzinare energia. La novità sta proprio in questo. Il supercondensatore accumula energia grazie allo sfruttamento di un campo magnetico, elimina la necessità di caricare sull’automezzo enormi batterie a ioni di litio, che sono pesanti e dannose per l’ambiente.
La società E-Co Engineering di Aosta ha costruito e installato questo sistema sugli SmartBus, che circolano lungo le strade di La Spezia e al capolinea trovano l’impianto elettrico per fare il pieno.
I vantaggi rispetto alle batterie al litio sono notevoli. l supercondensatore pesa “solo” 500 chili. Un peso così ridotto consente all’automezzo un consumo più contenuto. Poi c’è l’impatto ambientale praticamente nullo, emissioni zero. Inoltre, al contrario delle batterie, le temperature esterne non esercitano alcuna influenza, l’automezzo può funzionare indipendentemente dalle condizioni atmosferiche.
Volendo immaginare l’installazione di un supercondensatore su un’automobile, si può fare un paragone con le prestazioni della Tesla. Un veicolo Tesla con batteria da 60 kWh impiega mediamente 30 minuti per una ricarica, e il pieno di energia gli consente di percorrere circa 375 chilometri. Lo stesso veicolo equipaggiato con un supercondensatore potrebbe percorrere l’identica distanza dopo aver immagazzinato l’energia necessaria in appena 4-5 minuti, invece di mezzora.
E ancora: il supercondensatore ha una durata 10 volte superiore alle batterie. Secondo gli ideatori, in futuro il Supercapacitor diventerà ancora più potente grazie allo sviluppo delle nanotecnologie.

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Legambiente, eventi meteo estremi raddoppiati in Italia

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E’ allarme eventi meteo estremi in Italia. A lanciarlo è Legambiente che ha calcolato dall’inizio del 2023 un aumento del 135% rispetto a quelli di inizio 2022: da gennaio a maggio, sono stati 122 contro i 52 dello stesso periodo dell’anno scorso. Secondo un’indagine commissionata da Greenpeace, 4 italiani su 10 hanno paura dei cambiamenti climatici. E se la scienza ricorda che all’origine ci sono i gas serra, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha espresso “l’auspicio di abbandonare il carbone entro il 2024 se i prezzi del gas tengono”, comunque l’intenzione è di non usarlo più dal 2025. Poi sarà la volta del petrolio e del gas che deve accompagnare i fossili verso la discesa. E per aiutare l’Ambiente bisogna partire dalle città da cui proviene il 70% delle emissioni nocive, bisogna “eliminare velocemente auto euro 1 e euro 2, se pensiamo che una euro 2 inquina 28 volte una euro 6”. Nella Giornata mondiale dell’Ambiente, la 50/a quest’anno, dedicata dall’Onu alla lotta alla plastica, il Wwf ricorda che oltre 40 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica invadono ogni anno terra e mare e che l’Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo.

In casa nostra si cerca di prevenire tanti disastri naturali. Quest’anno, ricorda Legambiente “gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia” di eventi estremi che si è verificata con più frequenza con 30 episodi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando un +87,5%. Le regioni più colpite sono Emilia Romagna, Sicilia, Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. “Bisogna invertire al più presto la rotta” avverte il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, commentando i dati dell’Osservatorio Città Clima e chiedendo “al governo Meloni un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica con interventi concreti per riparare gli errori del passato come ad esempio tombare i fiumi, costruire in aree non idonee o in prossimità dei corsi d’acqua.

I primi strumenti sono proprio il piano di adattamento al clima e le risorse per attuarlo, l’aggiornamento del Pniec, una legge contro il consumo di suolo”. Sul Piano nazionale e integrato per l’energia e il clima Pichetto ha assicurato che sarà pubblicato entro fine giugno. Anche il Papa si è espresso oggi sollecitando “più alleanza tra essere umano e ambiente”. E la premier Giorgia Meloni, parlando al Tink tank Futuro Italia remind, ha spiegato che “una delle sfide cruciali che abbiamo davanti è saper coniugare sostenibilità ambientale – che non può essere considerata teoria astratta – e sviluppo economico, unendo la conservazione dell’ambiente alle attività dell’uomo”. Dunque “accompagnando le famiglie, le imprese e i cittadini verso la transizione verde senza per questo consegnarci a nuove dipendenze o distruggendo intere filiere produttive”.

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Ambiente

Italia e Paesi Med, ‘aiuti Ue per siccità e alluvioni’

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I campi italiani passati in poco più di mese dalla siccità alle alluvioni di una delle Regioni più produttive del Paese. La Spagna e il Portogallo fiaccate da due anni senza precipitazioni. La Francia, potenza agricola del Continente, con due terzi delle acque di falda a livelli critici. E’ l’emergenza che spinge i quattro Paesi a unire le voci e chiedere all’Ue aiuti straordinari per salvare l’agricoltura in ginocchio. E, in un documento congiunto discusso a Bruxelles, le delegazioni propongono di usare la riserva della politica agricola comune e di “aumentare il livello dei tassi di pagamento anticipato ad almeno il 70% nel caso degli aiuti diretti e ad almeno l’85% per gli aiuti concessi nell’ambito dello sviluppo rurale” della Pac. “Il governo è impegnato sul piano interno e internazionale a individuare tutte le risorse disponibili per affrontare la fase emergenziale” delle alluvioni in Emilia-Romagna e “quella strutturale per la ricostruzione”, ha sottolineato il ministro italiano, Francesco Lollobrigida, a margine dei lavori durante i quali molti colleghi hanno espresso solidarietà all’Italia per le vite umane perse e per i danni.

Mentre la riunione era ancora in corso, il ministro è dovuto rientrare in Italia, e a spiegare la posizione italiana è rimasto il vice-ambasciatore presso l’Ue, Stefano Verrecchia. Roma, ha fatto sapere, chiede l’intervento Ue a sostegno in particolare di frutteti, colture in serra, vigneti e allevamenti, che necessitano di sforzi eccezionali. Nella riserva di crisi Pac, che vale circa 450 milioni l’anno, restano però solo 250 milioni, come ha specificato il commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. “A giugno proporremo la distribuzione della rimanente parte della riserva di crisi per i restanti 22 Stati membri”, ha spiegato il politico polacco, indicando che Bruxelles terrà “conto dei Paesi nei quali gli agricoltori sono stati più colpiti”. La riserva è stata già usata quest’anno per oltre 17 milioni per l’emergenza aviaria in Polonia, 27,7 all’Italia per lo stesso motivo, 156 milioni impegnati per la crisi dei prezzi dei cereali innescata dalle importazioni di grano ucraino in Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia. “Abbiamo messo in evidenza che il fondo di riserva Pac non è sufficiente se vogliamo affrontare in modo strategico le avversità climatiche”, è tuttavia il parere di Lollobrigida. Una possibile sponda potrebbe allora arrivare dalla Croazia, che ha proposto di cominciare già da ora una riflessione per migliorare gli attuali strumenti di gestione delle crisi dell’agricoltura, come parte della futura Pac. A tenere banco alla riunione dei ministri Ue è stato poi l’impatto delle nuove – e ancora tutte in discussione – norme sugli imballaggi per il settore alimentare. Per l’Italia i nodi da sciogliere sono ancora diversi, pur senza l’intenzione di respingere la proposta. “Per fare le cose bene ci vuole tempo, e – ha avvertito Lollobrigida – la fretta o i tentativi di fare bella figura con annunci e aut-aut di questi giorni, come ci è sembrato abbia fatto Timmermans, non è il metodo vincente” e per questo viene “respinto” da Roma. Un’allusione diretta alle parole rivolte dal vicepresidente della Commissione europea agli eurodeputati la scorsa settimana, quando aveva ventilato l’ipotesi di non presentare le proposte sul nuovo biotech agricolo, molto attese dal settore, se non ci saranno progressi sui dossier pesticidi e biodiversità.

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Acqua verde a Venezia, si cercano le cause

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Il primo pensiero è andato a una delle ormai frequenti azioni “dimostrative” a base di vernici contro monumenti e fontane d’Italia, in nome della tutela dell’ambiente. O forse a uno dei troppi atti di vandalismo e maleducazione da parte di qualche turista. Un ennesimo sfregio alla delicata bellezza di Venezia, quello notato stamani nel cuore della città, poco sotto il Ponte di Rialto, dove in molti hanno segnalato la presenza di una chiazza color verde fluorescente, e si sono susseguite le ipotesi su cause e motivi. A segnalarla, intorno alle ore 9:30, sono stati alcuni cittadini, che hanno avvisato la Polizia locale. Ma a differenza di altri blitz ecologisti, non c’è stata alcuna rivendicazione dell’atto. La città lagunare, come ogni domenica, era presa d’assalto dai turisti, e oggi ha anche ospitato la ‘Vogalonga’, una regata non competitiva lungo la Laguna, con quasi 2.000 barche a remi che hanno attraversato anche il Canal Grande e sfiorato la ‘macchia’ fosforescente. Come per altri casi di questo genere, è scattata la caccia ai responsabili, ma soprattutto ad accertare se quel liquido potesse essere tossico o comunque dannoso per le acque lagunari.

Il Prefetto, Michele Di Bari, ha convocato una riunione urgente in Questura, con forze dell’ordine, polizia locale, vigili del fuoco e Agenzia regionale per l’ambiente, che hanno eseguito i prelievi in acqua. Dai primi dati quello versato a Rialto sarebbe una sorta di “tracciante” assolutamente innocuo, la cosiddetta ‘fluorescina’ ovvero un liquido che viene immesso nelle tubature o negli scarichi urbani in caso di una perdita d’acqua, per comprenderne il tragitto. Nessuna situazione di pericolo, dunque, per la salute della popolazione. Allarmi per una situazione del genere si erano verificati non molto tempo fa in una roggia di Rozzano (Milano), e qualche anno prima sul Lago di Como, dove si stavano svolgendo dei lavori alle fognature. In ogni caso Di Bari, d’intesa con il questore lagunare, Michele Masciopinto, ha disposto un’intensificazione della vigilanza in ambito lagunare, per monitorare eventuali criticità e prevenire ulteriori episodi analoghi. Mentre le ricerche proseguono, una nuova riunione è stata convocata per domani. La chiazza verde comparsa oggi ha fatto tornare a galla dagli archivi una provocazione artistica quasi identica, datata 1968, fatta sempre a Venezia in nome della salvaguardia dell’ambiente, nell’ambito della Biennale d’Arte.

Fu l’artista argentino Nicolas Garcia Uriburu che, a bordo di un’imbarcazione, percorse tutto il Canal Grande gettando in acqua un pigmento che rendeva fosforescenti i microrganismi presenti nell’acqua, rendendola di un color verde fosforescente. La sua arte era ispirata al movimento della ‘Land Art’, che vide come esponenti Oppenhiem e Christo. Un’operazione spettacolare, che invitava a prendersi cura dell’ambiente, usando un colore, il verde appunto, simbolo dell’ecologia universale, e che Uriburu ripetè più volte nella sua carriera fino alla sua morte, avvenuta nel 2016. Altre performance simili furono portate a termine nel 1989, quando a venire colorata in verde fu l’acqua di una delle fontane che circondano la piramide del Grand Louvre, e quella della fontana del Trocadero, a Parigi. Un esperimento che venne ripetuto nelle acque dell’East River a New York. Sul Riachuelo, un piccolo affluente del Rio della Plata a ridosso del quartiere de La Boca, a Buenos Aires, la performance venne realizzata in collaborazione con Greenpeace per la Giornata mondiale dell’acqua, nel 2010. Nel settembre 2011 gettò colorante verde sul fiume Weser a Brema (Germania).

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