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Cronache

Bimba schiacciata dall’altalena in parrocchia

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“Ci ho provato in tutti i modi di rianimarla, anche se lavoro in sala operatoria non ci si abitua mai”. Sono le parole pronunciate ancora sotto choc e con la mani ancora sporche di sangue, da Amleto Magnante, infermiere della sala operatoria dell’ospedale di Avezzano, il primo a soccorrere nell’oratorio della parrocchia di San Pelino, frazione del comune di Avezzano, la bambina di 12 anni ferita a morte dopo essere stata travolta dalla altalena in legno sulla quale stava giocando, la cui struttura ha ceduto all’improvviso. L’operatore sanitario e’ intervenuto quando ha sentito gridare il nome della bambina dalle tante persone che hanno assistito alla tragedia. La bambina, solare ed allegra, molto conosciuta e ben voluta da tutti, e’ di origini albanesi ed apparteneva ad una famiglia integrata: viveva con madre e padre, considerati grandi lavoratori, ed una sorella piu’ grande nella frazione di San Pelino in una abitazione vicina all’oratorio dove spesso andava a giocare. Secondo quanto si e’ appreso, l’area e’ di proprieta’ della Curia di Avezzano ed e’ stata affidata in comodato d’uso al Comune con una tirocinante del comune che tutti i giorni andava ad aprirla. Lo spazio all’aperto era molto frequentato ma non sarebbe stato in condizioni adeguate. La chiesa di San Pelino sarebbe stata ristrutturata. La Procura che ha aperto una inchiesta ha posto sotto sequestro l’area. Sul posto, oltre ai soccorritori sono giunti il vescovo di Avezzano, Giovanni Massaro, apparso fortemente provato, e tanti componenti dell’Amministrazione comunale, tra i quali Domenico Di Berardino, vice sindaco con funzioni di sindaco per la sospensione del primo cittadino, Gianni Di Pangrazio. E poi tanta gente, praticamente tutta la frazione, ed anche tanti bambini amici della giovanissima vittima, in uno stato di disperazione.

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Cronache

Voto di scambio a Cercola: voti venduti a 30 e 20 euro

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Trenta euro a voto per la prima tornata elettorale e venti per il ballottaggio: questo il tariffario della compravendita delle preferenze a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2023. E’ emerso nell’ambito di una indagine dei carabinieri e della DDA (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) su una serie di episodi di voto di scambio politico-mafioso documentati nel comune vesuviano.

Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre. Le elezioni finite al centro delle indagini sono le amministrative del 14 e 15 maggio 2023, quindi del successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio dello stesso anno.

Gli indagati (per loro vale il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva) sono accusati di compravendita di voti per essere eletti. Quando scoprono che la tornata elettorale è andata male fanno i moralisti e contestano agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato. Emerge anche questo nell’ambito dell’indagine dei carabinieri e della DDA di Napoli sul voto di scambio politico mafioso a Cercola. Nella conversazione intercettata dai militari della Sezione Operativa di Torre del Greco e di Cercola, a parlare sono alcuni indagati che avevano impegnato qualche migliaio di euro per accaparrarsi i voti: si lamentano del fatto che ciononostante per loro era andata male: “Se li sono comprati i voti… hanno i soldi e comprano…”.

Nel comunicato stampa diffusa dai carabinieri si fa rilevare che “il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva”.

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Cronache

Uomo ucciso a Pavia, sospetti su amico

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E’ stato ucciso probailmente da un amico l’uomo di 36 anni trovato morto stamattina per strada alla periferia di Pavia. Il delitto sarebbe avvenuto in un appartamento vicino al luogo del ritrovamento e il cadavere portato in strada da una persona che la vittima conosceva, da cui era ospitata, ed ora è interrogata. L’omicidio sarebbe accaduto al culmine di una lite. Sul posto i carabinieri. L’allarme è stato dato da alcuni passanti che hanno visto il corpo per strada.

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Cronache

Donna scomparsa a Lanciano e ritrovata viva a Castelvolturno, volevo farla finita

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La maestra di ballo e fitness di Lanciano, Milena Santirocco, di 54 anni, scomparsa il 28 aprile scorso e ritrovata viva sabato sera a Castel Volturno dopo sei giorni di ricerche sul litorale abruzzese si è allontanata volontariamente da casa con l’intento di suicidarsi: non si è trattato di un sequestro di persona, come dichiarato dalla donna ai primi soccorritori che l’avevano raggiunta nella caffetteria in Campania. La donna avrebbe confessato l’intenzione di uccidersi durante l’interrogatorio di ieri davanti al pm di Lanciano, Silvia di Nunzio. A riportarlo è il quotidiano regionale ‘Il Centro’.

Con questo articolo il racconto di questa storia finisce.

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