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Bagliori di guerra nel Mediterraneo, Erdogan minaccia Atene

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 Nessun compromesso. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan alza la voce e minaccia Atene: “Ci prenderemo quello che e’ nostro. Eviti errori che la porterebbero sulla strada della rovina. Se vuole pagare un prezzo, che venga ad affrontarci”, altrimenti “si tolga di mezzo”. E’ una sfida a distanza ravvicinata quella che si gioca nelle acque del Mediterraneo orientale, nata dalla disputa per l’esplorazione turca di idrocarburi all’interno della Zona economica esclusiva greca (non riconosciuta da Ankara). Una sfida cosi’ ravvicinata, con flotte navali e aeree che partecipano ad esercitazioni contrapposte – a cui prende parte anche l’Italia al fianco di Francia, Grecia e Cipro – da aver trasformato lo specchio di mare in una polveriera. Bisogna evitare “ogni scintilla”, come ad esempio la collisione tra le fregate turca e greca avvenuta il 12 agosto, e parlare “il linguaggio della responsabilita’”, ha auspicato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che tuttavia non vede il rischio di una guerra tra Grecia e Turchia. Di fronte ai toni duri di Erdogan vanno valutati “i fatti piu’ delle parole”, ha evidenziato Guerini. Occorre concentrarsi “sulla volonta’ di trovare canali di comunicazione di confronto da un punto di vista politico”. Ma il dossier del Mediterraneo orientale e’ una questione cosi’ rovente da essere diventata l’argomento di primo piano alla riunione informale dei ministri della Difesa dell’Ue, a cui era presente anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che, arbitro nella lite tra alleati, ha richiamato alla “distensione” e al “dialogo”. Sulla stessa linea anche la raccomandazioni della tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer: “Occorre fare spazio per trovare una soluzione politica” e la Germania “sta lavorando alla mediazione a vari livelli”. Ma Grecia, Cipro, Austria e Francia e vari altri partner europei insistono sulla strada delle sanzioni. Un’opzione che sara’ valutata gia’ domani al consiglio dei capi delle diplomazie dell’Ue, quando l’Alto rappresentante Josep Borrell mettera’ tutte le carte in tavola. La nuova escalation tra Atene e Ankara era iniziata poco dopo la firma dell’accordo di demarcazione marittima tra il governo greco e quello egiziano del 6 agosto, con la Turchia che aveva inviato la nave Oruc Reis per la ricerca di gas nelle acque dell’isola greca di Castelrosso. Un’intesa in netto contrasto con quella siglata a novembre tra Erdogan e il premier libico Fayez Al Sarraj per una spartizione del Mediterraneo orientale, in cambio di aiuto militare contro il generale Khalifa Haftar (sostenuto da Russia, Egitto ed Emirati).(

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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