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Cronache

Attacco hacker russi alla Pa, scongiurato stop stipendi

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Scongiurato il blocco degli stipendi di dicembre e delle tredicesime per i dipendenti degli enti locali colpiti dal massiccio attacco degli hacker russi di Lockbit all’azienda Walpole la cui infrastruttura cloud è utilizzata da Pa Digitale, società che fornisce servizi a circa 1.300 enti della pubblica amministrazione. Lo comunica l’Agenzia . per la cybersicurezza nazionale, informando che a dieci giorni dall’offensiva l’attività svolta per contenere i danni “ha consentito il ripristino di tutti i servizi impattati, nonché il recupero dei dati oggetto dell’attacco per più di 700 dei soggetti pubblici nazionali e locali”, legati alla catena di approvvigionamento di Pa Digitale”. Per le restanti amministrazioni, aggiunge, “resta l’esigenza di recuperare i dati risalenti ai 3 giorni precedenti l’attacco, avvenuto l’8 dicembre”.

L’offensiva aveva criptato e reso inaccessibili diversi database. La rivendicazione di Lockbit è giunta con la richiesta di riscatto in criptovaluta da parte dei criminali informatici. Ma il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, assicura: “Stiamo verificando, al momento non mi risultano problemi. Finora non ho ricevuto feedback di emergenza su questo fronte ma adesso approfondirò la questione”. Indaga la Polizia postale, mentre anche il Garante della privancy è stato avvisato. Il ransomware – un virus che prende in ostaggio i dispositivi – era stato lanciato lo scorso 8 dicembre contro una serie di server a Milano e Roma di Westpole, l’azienda di sviluppo la cui infrastruttura cloud è utilizzata da Pa Digitale: si tratta della società privata del gruppo Buffetti, che eroga prestazioni a centinaia realtà della pubblica amministrazione, tra cui rendicontazione di buste paga e fatturazione elettronica.

Uno dei sistemi colpiti è Urbi, il software cloud di servizi di gestione digitali (demografici, anagrafici, pagamento di stipendi ai dipendenti comunali) di cui si avvalgono circa cinquecento Comuni, alcune Province, diverse Unioni di Comuni e Comunità montane ed enti tra cui l’Agenzia per l’Italia digitale, il Consiglio superiore della magistratura e l’Autorità nazionale anticorruzione. Per una buona metà dei servizi è stata avviata la procedura di ripristino attraverso backup, ma l’altra metà potrebbe essere difficilmente recuperabile. Potrebbe quindi essere necessario, ad esempio, rifare i conti per quanto riguarda gli stipendi, cosa che potrebbe far slittare il pagamento da dicembre a gennaio in alcuni casi. Disagi e rallentamenti a cui per fortuna non sarebbero seguiti furti digitali, almeno per il momento.

“Riteniamo poco probabile l’esfiltrazione dei dati da parte dell’attaccante, evidentemente interessato al blocco dell’infrastruttura, non al contenuto dei dati, di tipo indifferenziato, presenti sui nostri repository e all’interno delle circa 1.500 macchine virtuali”, aveva specificato qualche giorno fa Westpole Spa in una mail a Pa digitale. Lockbit è uno dei gruppi cybercriminali più attivi che già in passato ha attaccato vari enti in Italia. “La loro finalità tipica è l’estorsione, l’elemento che fa un po’ specie è – a quanto risulta finora – l’assenza di esfiltrazione, che in genere precede la minaccia della loro pubblicazione: è possibile che l’infrastruttura attaccata non lo abbia permesso anche grazie alle contromisure di sicurezza in essere – ha commentato Matteo Macina della Cyber Security Italy Foundation – . Dall’esterno non è possibile conoscere i tempi di risoluzione del problema con certezza , che potrebbe essere risolto a breve oppure in tanti giorni, soprattutto nel caso in cui i dati non siano disponibili nel backup, ad esempio nel caso di registrazioni elettroniche non salvate che potrebbe essere necessario riprocessare manualmente “.

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Inail, non può accertare legame malattia-lavoro Franco Di Mare

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La pratica di malattia professionale per Franco Di Mare,” non è “bloccata dall’Inail”, come riferito in alcuni articoli: l’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi”. Lo scrive l’Inail in una nota spiegando che “le malattie dei professionisti dell’informazione titolari di un rapporto di lavoro subordinato sono tutelate solo dall’inizio del 2024, dopo la fine del periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi a quella dell’Istituto”.

”Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione”, spiega ancora l’istituto.

“Con riferimento a quanto riportato in alcuni articoli dedicati alla vicenda del giornalista Franco Di Mare, che ha fatto comprensibilmente scalpore perché coinvolge un professionista di riconosciuto valore colpito da un tumore a lunga latenza e particolarmente aggressivo come il mesotelioma pleurico, provocato dall’esposizione all’amianto, spiega l’Inail, occorre fare alcune precisazioni sul ruolo dell’Istituto. L’Istituto, si legge nella nota, è venuto a conoscenza del caso alla fine dello scorso mese di ottobre, durante il periodo transitorio di passaggio dalla tutela dell’Inpgi, l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, a quella dell’Inail.

Come stabilito dalla legge di bilancio 2022, fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione contro gli infortuni dei giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica ha continuato a essere gestita secondo le regole previste dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022, che non prevede la tutela dalle malattie professionali.

Dal primo gennaio 2024, invece, i giornalisti dipendenti sono tutelati dall’assicurazione obbligatoria Inail sia contro gli infortuni sul lavoro sia contro le malattie professionali manifestatesi a partire dalla stessa data. Per quanto riguarda nello specifico Franco Di Mare l’Istituto all’inizio di dicembre non ha potuto fare altro che prendere atto che si trattava di “persona non tutelata” ai sensi della normativa Inpgi. Per questo motivo l’Inail non è legittimato ad accertare il nesso causale tra la professione svolta dal giornalista e la patologia che ha contratto né a rilasciare una certificazione che attesti o meno questa correlazione”.

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Aggrediscono un uomo dopo una lite, arrestati due fratelli

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, accusati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40 enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella, scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agi autori del raid che dopo il diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva contro la vittima. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’avrebbero aggredita nel suo appartamento con calci e pugni davanti alla moglie e al figlio minore.

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G7: Scontri al corteo, polizia respinge gli antagonisti

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Serata di tensione, nel centro di Torino, per il corteo contro il G7 promosso dal centro sociale Askatasuna e dai collettivi studenteschi, nel primo giorno della riunione dei ministri dell’Ambiente alla Reggia di Venaria. La polizia ha usato prima gli scudi per respingere i manifestanti poi ha fatto ricorso a idranti e lacrimogeni, infine anche a qualche manganellata. I manifestanti, che volevano dirigersi verso gli alberghi che ospitano le delegazioni e Palazzo Madama, sede della serata di gala, hanno continuato a spostarsi nel centro cittadino cercando varchi, ma i cordoni di polizia hanno chiuso ogni possibile accesso. Dal corteo sono state lanciate a più riprese uova, fumogeni e qualche bottiglia contro le forze dell’ordine. Il primo momento caldo a poche decine di metri dalla partenza del corteo, da Palazzo Nuovo, la sede universitaria dove militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi si erano riuniti in assemblea. La polizia ha subito fatto indietreggiare i manifestanti all’imbocco di via Po. Il corteo si è poi ricomposto e diretto verso altre zone del centro nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle zone transennate, dove si sono verificati altri momenti di tensione. Vicino al cinema Massimo alcuni antagonisti hanno lanciato tavolini di un dehors e sono stati fatti indietreggiare anche con qualche manganellata. Nel pomeriggio erano stati gli attivisti di Extinction Rebellion a prendersi la scena salendo a sorpresa sul tetto di un edificio in piazza Carlo Emanuele II, sede della facoltà di biologia, da dove hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘The king is nake, G7 is a scam’ (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro’.). Poi gli attivisti avevano bloccato una strada ballando al ritmo della musica techno: una cinquantina le persone identificate dalla Digos della questura di Torino che durante le perquisizioni ha sequestrato corde da arrampicata e coltellini modello svizzero.

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