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Arriva Paquetà al Milan, torna in Italia Muriel alla Fiorentina: ecco i primi affari del calciomercato di riparazione. Ma il botto ancora non c’è

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Lo sbarco del promettente brasiliano Paquetà al Milan e il ritorno in serie A del colombiano Muriel, nelle file della Fiorentina, sono i primi colpi del mercato di gennaio, che parte domani per concludersi alla fine del mese, in uniformita’ coi maggiori campionati esteri. Ma le ‘bombe’ sono destinate a deflagrare all’estero come l’anno scorso per gli spostamenti di Coutinho al Barca (160 mln), Diego Costa all’Atletico o gli inserimenti in Premier di Aubameyang (Arsenal), Van Dijk (Liverpool), Sanchez (United).

In Italia a gennaio scorso e’ stata calma piatta visto che scarseggiavano opportunita’ e soldi. Quest’anno molte squadre hanno bisogno di ritocchi, ma l’impressione e’ che i colpi eclatanti saranno pochi, e saranno privilegiati prestiti piu’ o meno onerosi. L’illusione e’ sempre la stessa, cambiare verso alla stagione con qualche innesto mirato accendendo la fantasia dei tifosi. Due anni fa la ‘fiera dei sogni’ invernale e’ stata utile all’Inter con Gagliardini, lo sarebbe stato per il Milan se Deulofeu non fosse stata una meteora in prestito. Non hanno lasciato traccia i vari Pavoletti, Rincon, Saponara e Grenier. Diverso il consultivo di tre anni fa: la Roma con Perotti e El Shaarawy ha cambiato passo, molto bene Quagliarella alla Samp, cosi’ cosi’ Eder all’Inter: l’anno prima pollice verso per Shaqiri e Podolski ai nerazzurri che si sono consolati con Brozovic, male Eto’o alla Samp e Doumbia alla Roma mentre la Fiorentina ha fatto sbarcare in Italia Salah senza poi riuscire a trattenerlo. Ora c’e’ molta curiosita’ per la sessione 2019, mercato piu’ difficile di quello estivo: tempi ridotti, budget limitati. A volte si trovano campioni come Thiago Silva, Stankovic, Nainggolan, ma e’ piu’ facile fallire come con Edmundo, J.Mari e Fabio Jr. Ci vuole acume, ma il bidone e’ in agguato. E’ ampio il panorama in chiaroscuro: il Milan fa il colpo nell’ottobre 1993 (quando il mercato bis e’ in autunno) con Desailly (accoppiata scudetto-Champions). Nel 1994 c’e’ il pasticcio Figo, che firma per Juve e Parma e la Fifa gli vieta l’Italia per due anni. Poi il Milan cede Davids nel 1998 alla Juve e l’olandese giganteggia nel tricolore di Lippi. Va meno bene alla Fiorentina del Trap quando spende 13 mld per Edmundo. ‘O animal’ un anno dopo molla tutti per nostalgia del carnevale e i viola perdono l’autobus scudetto. Flop poi anche a Napoli nel 2001, i partenopei precipitano in B. Diversa la parabola di Stankovic: la Lazio deve cederlo, lui approda all’Inter e con Mancini e Mourinho vince tutto. Poco propizio il trasferimento dalla Roma al Real di un Cassano ingrassato nel 2006. Meglio andra’ nell’inverno 2010 il suo passaggio al Milan. Nelle sue mille vite Ronaldo approda al Milan dal Real per 7.5 mln: e’ il gennaio 2007 e il Fenomeno zittisce tutti con 7 gol in 14 gare. Nella stessa sessione gran colpo del Palermo: arriva Cavani dal Danubio per 5 mln. Poi il Matador vola alto col Napoli che lo cede al Psg per 64 mln. Cominciano casualmente a gennaio due brasiliani importanti: il Milan blocca Pato per 22 mln nel 2007, ma per le direttive Fifa l’esordio e’ a gennaio 2008. Nel successivo dicembre Galliani cattura Thiago Silva per 10 mln, ma i posti di extracomunitari sono pieni per cui debutta nel settembre 2009. Nella lotta scudetto 2010 Inter e Roma da gennaio contano su Pandev e Toni, che replica con poca fortuna nel 2011 alla Juve. Nel gennaio 2012 va bene all’Inter (Guarin), alla Lazio (Candreva), va male a Milan (Maxi Lopez), Genoa (Gila), Juve (Borriello) e al Napoli (Vargas). Due colpi nel 2013 che per diversi motivi non pagano: Balotelli dal City al Milan per 20 mln, Rossi dal Villarreal ai viola per 16 . Kovacic va all’Inter. L’anno dopo gran colpo della Roma che per sostituire Strootman ingaggia Nainggolan, bene Okaka alla Samp, male Hernanes all’Inter ed Essien nel Milan, mentre ci vuole un anno perche’ Jorginho si ambienti a Napoli. Ma puo’ andare peggio. La serie A si lecca ancora le ferite per tante meteore: il brasiliano Gilberto all’Inter nel gennaio 1999, l’argentino Coloccini nel 2004 e lo spagnolo Jose’ Mari costato 40 mln al Milan nel dicembre 1999. La Juve ha sulla coscienza nel 1999 l’attaccante argentino Esnaider preso a 16 mln. Ma e’ l’anno delle bufale perche’ la Roma spende 30 mln per Fabio Junior, presunto erede di Romario e Ronaldo. ‘Fabietto’ ha girato senza gloria su tutti i palcoscenici di serie B del pianeta portandosi appresso il giudizio tombale di Zeman: ‘Non sa fare niente e non ha la minima voglia di imparare”.

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Jannik Sinner pronto al grande ritorno: il debutto al Foro Italico e la nascita della sua Fondazione

Jannik Sinner si prepara al debutto al Foro Italico dopo tre mesi di stop e lancia la sua Fondazione per sostenere giovani atleti. Il racconto di un ritorno speciale.

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Il conto alla rovescia è iniziato: Jannik Sinner si prepara a vivere una trasferta romana che si annuncia epocale. Con la sospensione di tre mesi dall’agonismo ormai agli sgoccioli, il numero uno del tennis mondiale è pronto a rimettersi in gioco, con l’esordio previsto lunedì al Foro Italico.

L’albergo di lusso scelto da Sinner dispone di un campo da tennis che gli ha permesso di non interrompere mai la preparazione. Insieme ai coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill, l’azzurro ha affinato ogni dettaglio, per arrivare pronto al debutto nella cornice più importante d’Italia. Lunedì sarà una giornata intensa: primo allenamento, conferenza stampa e partecipazione alla cerimonia per celebrare la vittoria in Coppa Davis 2024 insieme ai compagni di squadra.

«Tutto diventa piccolo con Jannik e i ragazzi del tennis italiano», ha commentato entusiasta il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, sottolineando come la presenza di Sinner abbia reso necessaria un’espansione dell’area degli Internazionali d’Italia.

Le sfide del ritorno sulla terra rossa

Mai un giocatore era stato così atteso al Foro, nemmeno un’icona come Roger Federer. Nonostante l’entusiasmo, Sinner mantiene i piedi per terra:
«Non mi aspetto un rientro facile. I primi game saranno complicati. Ma spero di ritrovare presto il ritmo partita», ha dichiarato.
Ad aiutarlo a rientrare in clima agonistico è stato Jack Draper, amico e sparring partner in questi mesi di allenamento in Francia. Anche l’ex campione americano Andy Roddick si dice fiducioso:
«Molti dimenticano che Jannik l’anno scorso è stato a un set dal battere Alcaraz al Roland Garros».

La nascita della Fondazione Jannik Sinner

Mentre si avvicina il grande momento romano, Sinner ha realizzato un sogno personale: la creazione della Fondazione Jannik Sinner, destinata a sostenere ragazzi e giovani atleti attraverso progetti educativi e sportivi.
«Lo sport mi ha insegnato disciplina, resilienza e coraggio. Voglio condividere queste lezioni», ha spiegato.
La Fondazione, no profit, vanta un board di grande prestigio: tra gli altri, Stefano Domenicali, presidente della Formula 1, e Luca Maestri, vicepresidente e CFO di Apple. La direzione operativa è affidata a Christina Tauber.

Sinner non si limita a vincere sul campo: sta costruendo un’eredità capace di ispirare dentro e fuori dallo sport.


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Jannik Sinner pronto per il Foro Italico: ritorno in campo e nascita della sua Fondazione

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Jannik Sinner si prepara al debutto al Foro Italico dopo tre mesi di stop e lancia la sua Fondazione per sostenere giovani atleti. Il racconto di un ritorno speciale.

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Foto di Jannik Sinner durante un allenamento o una immagine ufficiale di presentazione della Fondazione, meglio se con una racchetta in mano e un sorriso fiducioso.


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L’Udinese rallenta la corsa Champions del Bologna

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La corsa Champions del Bologna rallenta a Udine, dove i padroni di casa muovono di nuovo la classifica grazie a uno 0-0 dopo cinque sconfitte consecutive. Per la truppa di Vincenzo Italiano una gara sottotono, imbrigliati da Runjaic, che ha soffocato tutte le fonti di gioco dei felsinei. Resta il rammarico per gli ospiti per la palla gol sciupata allo scadere da Orsolini, che una settimana dopo il gol-vittoria all’Inter non si ripete e getta alle ortiche due punti con una zuccata a lato a un metro dalla porta. L’allenatore tedesco dei friulani è ancora orfano del bomber Lucca e di capitan Thauvin e con loro di gran parte dei gol e degli assist della squadra in stagione.

Li rimpiazza con Davis come centroboa e con Ekkelenkamp a ruotargli attorno. Niccolini – Italiano è in tribuna, squalificato – deve rinunciare all’infortunato Ndoye e sceglie Dominguez nel trio di assaltatori alle spalle di Dallinga. Pronti, via e proprio Davis al 2′ spacca la traversa con una conclusione di sinistro dal limite che Skorupski può solo guardare. L’Udinese è più intraprendente e al 23′ Payero recupera palla e si invola: la sua conclusione è deviata in angolo dal portiere ma sulla sinistra c’era Kamara liberissimo, ignorato. Bisogna attendere il 32′ per la prima chance rossoblù: Miranda vede l’inserimento di Dallinga alle spalle della difesa, ma Okoye è tempestivo, in uscita bassa, e sventa il pericolo: sul rimpallo Freuler non ci arriva di testa. L’Udinese perde Ekkelenkamp per infortunio: dentro Modesto in un ruolo per lui inedito ed ennesima bocciatura per Pafundi e Sanchez, che non vengono scelti nemmeno con la moria di compagni di reparto.

La frazione si chiude allo stesso modo di com’era iniziata: al 45′ serpentina di Davis e sinistro velenoso che finisce a fil di palo solo per una provvidenziale deviazione di Beukema. Italiano – via smartphone – lascia negli spogliatoi uno spento Aebischer per proporre la fisicità di Pobega. L’Udinese ci prova al 7′ su punizione dal limite conquistata da Payero per fallo di Beukema, che rimedia il primo giallo della stagione nonostante le ben 32 presenze e il ruolo strategico al centro della difesa. Il tiro a giro dell’argentino fa venire i brividi a Skorupski, ma si spegne di poco sul fondo. Il Bologna non punge e allora c’è spazio per gli incursori Fabbian e Cambiaghi per Dominguez e Odgaard.

Al 22′ gli ospiti pareggiano il conto dei legni: è Orsolini a disegnare una parabola favolosa con una punizione dal limite. Okoye può solo sperare. E la sorte lo aiuta. Uno stremato Davis lascia il posto a Iker Bravo, mentre Niccolini prova anche la carta Castro per Dallinga. Al 44′ è ancora Orsolini ad avere il match point: stavolta, come detto, il bomber del Bologna si divora un gol fatto, spedendo incredibilmente a lato il colpo di testa in tuffo dopo la spizzata di Castro. Nell’ ultimo minuto di recupero, una punizione di Lovric – entrato da poco per Payero – costringe Skorupski a una respinta bassa, su cui non arriva alcun attaccante bianconero per la ribattuta. Resta un pareggio a reti bianche che lascia l’amaro in bocca per i mille rossoblù accorsi a Udine.

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Pavoletti-Deiola, colpo salvezza del Cagliari a Verona

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Alla sua prima da titolare Leonardo Pavoletti regala tre punti d’oro al Cagliari che batte il Verona e lo supera in classifica. Un successo di straordinario valore per gli uomini di Nicola, bravi a colpire in una delle pochissime emozioni di tutta la gara e, soprattutto, molti attenti e concentrati nel non offrire nulla al Verona sotto il profilo offensivo. Troppo sterile l’Hellas che una volta in inferiorità numerica in pieno recupero subisce in contropiede il raddoppio con Deiola. Un passo in avanti decisivo per i sardi sulla strada salvezza. Senza Piccoli e con Pavoletti in campo, il disegno tattico del Cagliari è evidente. Chiudersi davanti a Caprile e ripartire con gli uomini di gamba come Luvumbo e Zortea. Verona che cerca di rimanere corto il più possibile proprio per evitare le ripartenze dei sardi.

Gara quindi di un ritmo non altissimo, con grandi duelli fisici ed intensi. La prima palla gol arriva, tuttavia, ben dopo il quarto d’ora di gioco. Luvumbo si getta nello spazio e ha sul destro il pallone buono, attento Montipò a respingere con i piedi. Il Verona non gioca male quando può fraseggiare palla a terra ma fatica a trovare gli spazi per innescare le punte Sarr e Mosquera. Senza considerare la perdita prima della mezz’ora di un elemento di fantasia come Suslov sostituito da Bernede. Ma il Cagliari guadagna campo e trova la rete del vantaggio. Sul traversone di Luvumbo doppio liscio di Coppola e Ghilardi, alle loro spalle Pavoletti, in agguato, stoppa e batte Montipò.

La squadra di casa accusa il colpo, la partita si incattivisce e si arrichisce di falli, il finale di tempo è tutto di marca gialloblù ma a parte una punizione di Duda per Caprile qualche uscita in presa alta e nulla di più. E in avvio di ripresa il Verona non riesce a dare pulizia al proprio gioco. Troppi errori tecnici, attaccanti isolati. Zanetti intuisce le difficoltà della squadra e prova a cambiare qualche fattore, fuori Bradaric e un evanescente Mosquera, dentro Lazovic e il giovane Lambourde. Ma il Verona gioca con troppa fretta, sbaglia troppi passaggi e Caprile resta del tutto inoperoso.

Il tecnico dell’Hellas le prova tutte, ridisegna la squadra passando alla difesa a quattro e spingendo sull’assetto offensivo con tre attaccanti, Sarrnal centro, Lambourde e Livramento sugli esterni. Ma il Cagliari difende sempre, solido, attento, ordinato. Nicola cambia l’attacco sardo. Fuori in rapida successione Pavoletti, Marin e Luvumbo, dentro le forze fresche di Mutandwa, Deiola e Gaetano. Hellas che nel finale gioca anche in inferiorità numerica. Scomposta l’entrata di Ghilardi su Gaetano, giusto il rosso diretto al difensore gialloblù. E in pieno recupero Gaetano serve sottoporta Deiola per il più facile dei raddoppi.

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