La foto lascia poco spazio all’interpretazione: mostra un gruppo di bambini di un asilo (parrocchiale) inginocchiati sui tappeti di una moschea, mentre pregano con l’Imam, rivolti verso la Mecca. Un’iniziativa di dialogo interreligioso, a favore “della pace”, era l’intenzione. Che però ha scatenato forti polemiche in Veneto; per giunta bipartisan. A dare il via alla bufera politica è stato il capogruppo della Lega in Regione, Alberto Villanova: “Immagini che fanno gelare i sangue nelle vene”. E non è andata giù più leggero l’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint: “Qui non si parla di educazione, ma di fondamentalismo bello e buono, con un Imam che non ha perso l’occasione di ‘catechizzare’ i giovani alunni”, afferma.
La visita dei bambini alla moschea del centro islamico di Susegana (Treviso) è avvenuta a fine aprile. Le maestre dell’asilo parrocchiale Santa Maria delle Vittorie, di Ponte della Priula, hanno pensato ad una iniziativa per “la pace”, per pregare tutti insieme, al di là del credo religioso, per la fine delle guerre che stanno infiammando il pianeta. Anche il Pd trevigiano, tuttavia, si è mostrato cauto nel valutare un’iniziativa che, al di là delle buone intenzioni, ha coinvolto dei bambini. Pur sottolineando l’importanza del dialogo interreligioso, il segretario Dem Giovanni Zorzi ha espresso più di una perplessità: “Personalmente – dice – avrei scelto forme più laiche per rivolgere alla fine il doveroso messaggio di pace, proprio nel rispetto delle sensibilità di tutti i bambini e le persone presenti”.
La Diocesi di Vittorio Veneto ed il Comune per ora hanno preferito non commentare. Su incarico del ministero dell’istruzione, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha avviato “gli opportuni accertamenti” per verificare in particolare “se siano state rispettate le norme sulla parità scolastica”. L’ufficio regionale ha ricordato peraltro che si è davanti davanti ad una scuola non statale, iscritta alla Federazione Italiana Scuole Materne, nonostante anche per questa istituzione “come per tutte le scuole statali e paritarie” valgano le regole dell’autonomia, ne discende la necessità di dotarsi “di un proprio progetto educativo, specifico, autonomo e condiviso con le famiglie”.
La visita in moschea avrebbe avuto infatti il consenso dei genitori, e sui profili social della scuola è stata definita “un’esperienza davvero emozionante”; durante la quale l’imam ha spiegato la religione musulmana e su quali cardini si basa. “Il rispetto tra religioni è giusto e va insegnato – aggiunge in proposito Alberto Villanova – ma non certo facendo inginocchiare i nostri bambini all’interno di un luogo di culto che non è il loro. Lasciamo fuori i bambini da propaganda e ideologia”. Fratelli d’Italia, con l’assessore alla Cultura del Comune di Ponte della Priula, Francesca Caruso, ha chiesto che “venga fatta piena luce sull’accaduto: affrontare il tema religioso e il dialogo tra le religioni – ha osservato – è cosa ben diversa dal partecipare al rito della preghiera”.
Non ha dubbi invece sulla liceità dell’iniziativa delle maestre la capogruppo di Avs alla Camera Luana Zanella: “Polemiche grette. Scambiare una gita culturale in moschea intrapresa nella piena autonomia da un istituto scolastico paritario per ‘indottrinamento’ è segno di una povertà di pensiero molto grave. Non c’è nulla in questo episodio che possa essere contestato”.