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Al via il 14 marzo concorso per prof, attesi in 500mila

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Dopo una lunga attesa, per circa 500 mila candidati – 200 mila under 30 – sono finalmente arrivate le date di svolgimento del concorso ordinario per la scuola media e per quella superiore: partono infatti dal 14 marzo e si svolgeranno per quasi un mese, fino al 13 aprile, le prove scritte per il concorso ordinario per selezionare i docenti delle scuole medie e superiori. Le prove coinvolgeranno dunque migliaia di persone, riguarderanno anche i posti per il sostegno e saranno sostenute nella Regione per la quale i candidati hanno presentato domanda di partecipazione e nelle sedi individuate dagli Uffici Scolastici Regionali competenti per territorio. La procedura concorsuale e’ stata infatti bandita a livello nazionale e organizzata su base regionale per la copertura di 25 mila posti complessivi comuni e per il sostegno. Ad esultare e’ subito l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: “Il concorso e’ stata una delle mie principali battaglie politiche alla guida del Ministero. Mi sono spesa con tutte le forze per riuscire a concretizzare un’idea per me ovvia: poter selezionare per merito ed assumere a tempo indeterminato migliaia di nuovi docenti, in gran parte giovani. Una insistenza che ho pagato a caro prezzo – ricorda -, in termini politici e non solo. Oggi pero’ e’ un giorno di festa”. “Finalmente il ministero dell’Istruzione ha pubblicato sul proprio sito le date delle prove per il concorso ordinario scuola secondaria. L’ingresso di nuove forze nel corpo docente della scuola pubblica italiana attraverso il concorso ordinario ha da sempre rappresentato un obiettivo primario per il Movimento 5 Stelle, e possiamo dire che e’ stato raggiunto”, esultano gli esponenti del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Istruzione al Senato e alla Camera. “A tutti il piu’ sincero in bocca al lupo, la scuola italiana ha estremo bisogno della loro competenza e del loro entusiasmo”, e’ l’augurio della sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia. Intanto un segnale di ripresa piena della scuola, oltre alla presenza dei ragazzi in classe e alle recenti regole varate dal governo per la gestione dei casi di positivita’ e la limitazione della dad, sono il ritorno delle prove Invalsi che faranno capolino dal 1 marzo: i primi a partire saranno i maturandi; dal 1 al 30 aprile sara’ il turno degli alunni di terza media; a seguire, a maggio, sara’ la volta degli studenti di seconda e quinta primaria e di quelli di seconda superiore. “Le Prove Invalsi 2022 non saranno correlate all’ammissione all’universita’”, chiarisce oggi Roberto Ricci, presidente dell’Istituto Invalsi, mettendo a tacere alcune voci in proposito. Ad alcuni parlamentari, poi, che hanno posto il tema di prevedere nuovamente il latino nelle scuole medie, eliminato dal 1977, il ministro Patrizio Bianchi, rispondendo aduna interrogazione, ha spiegato che una eventuale sua reintroduzione richiederebbe un intervento normativo che andrebbe ad incidere sull’intero assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della media con una rimodulazione dell’intero piano di studi e dei relativi quadri orari. Tuttavia, i Collegi dei docenti possono, nell’ambito delle loro prerogative, attivare insegnamenti e potenziare discipline, nel limite massimo del 20 per cento dell’orario delle lezioni. E questa possibilita’ e’ ulteriormente consentita qualora nell’ambito dell’organico dell’autonomia le istituzioni scolastiche dispongano di docenti appartenenti alla specifica classe di concorso.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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