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Economia

Agricoltori in piazza contro i trafficanti di grano: il governo promette la Cun e nuovi fondi per la filiera

Oltre 20mila agricoltori hanno manifestato a Bari, Palermo e in altre città italiane contro speculazioni e crollo dei prezzi del grano. Il ministro Lollobrigida annuncia la Cun dal 2026, costi medi pubblicati da Ismea e 40 milioni per la filiera.

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Oltre 20mila agricoltori del grano sono scesi in piazza a Bari e Palermo, con manifestazioni parallele a Cagliari, Firenze e Rovigo, per dire basta a speculazioni e importazioni che stanno mettendo in ginocchio il settore. A Bari il corteo, guidato da una decina di trattori, ha raggiunto la presidenza della Regione Puglia con circa 8mila persone arrivate anche da Basilicata, Abruzzo, Campania, Marche ed Emilia Romagna. A Palermo, altrettanti manifestanti hanno denunciato il crollo delle quotazioni e l’impossibilità di coprire i costi di produzione.

Le richieste di Coldiretti

Coldiretti ha avanzato sette richieste, a partire dall’istituzione della Commissione unica nazionale (Cun) del grano duro e dalla pubblicazione da parte di Ismea dei costi medi di produzione. “Il prezzo del grano è crollato sotto i 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, mentre i costi sono cresciuti del 20% dal 2021”, ha denunciato Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia, segnalando che solo in questa regione oltre 38mila aziende cerealicole rischiano di scomparire.

La risposta del governo

Dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è arrivato l’annuncio che “dal primo gennaio 2026 la Cun diventerà il luogo in cui agricoltori e compratori stabiliranno il giusto prezzo del grano”. Lunedì Ismea pubblicherà i costi medi, “per evitare concorrenza sleale”. Il ministro ha inoltre comunicato un incremento di 2 miliardi di euro per l’agricoltura nella revisione del Pnrr, che porterà a oltre 4 miliardi le risorse destinate al settore.

La crisi della filiera

Gli agricoltori denunciano la sproporzione tra il prezzo riconosciuto ai produttori e quello pagato dai consumatori: un chilo di pasta costa circa 2 euro, ma per il grano vengono pagati solo 28 centesimi al chilo. “Il rischio è che quadruplicano i terreni lasciati incolti”, ha spiegato Stefania Fontanazza, imprenditrice agricola di Butera (Caltanissetta).

L’appello di Coldiretti

Il presidente Ettore Prandini ha accolto con favore gli interventi del governo ma chiede di rendere strutturale lo stanziamento di 40 milioni l’anno per i contratti di filiera: “Sono lo strumento più concreto per garantire reddito e stabilità agli agricoltori, coinvolgendo anche il mondo dei pastai”.

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Economia

Italia più solida su crediti deteriorati, Germania e Francia in affanno

L’Italia mantiene bassi livelli di crediti deteriorati mentre Francia e Germania registrano un aumento. Al Npl Meeting di Banca Ifis focus su consolidamento e intelligenza artificiale.

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L’analisi di Banca Ifis, presentata al Npl Meeting di Mestre, conferma che l’Italia continua a registrare un basso tasso di deterioramento del credito, mentre a livello europeo crescono i segnali di rischiosità, spinti soprattutto da Francia e Germania.

Nel secondo trimestre 2025 lo stock totale di Npl lordi delle banche significative dell’Ue si attesta a 373 miliardi di euro, con un Npe ratio stabile all’1,84%. A trainare l’aumento sono Germania (+14 miliardi) e Francia (+12 miliardi), mentre Spagna e Italia mostrano una riduzione, legata a una maggiore solidità economica.

L’andamento in Italia

Lo stock complessivo di crediti deteriorati (banche + investitori) in Italia è stimato a 275 miliardi di euro a fine 2025, ben lontano dai picchi del 2015. Il peggioramento riguarda soprattutto le imprese, con un tasso di deterioramento salito dall’1,3% del 2023 all’1,8% del 2024, in particolare nei settori edile, commerciale e hospitality. Le famiglie restano invece stabili allo 0,6%, in linea con gli ultimi cinque anni.

Le sfide future: consolidamento e intelligenza artificiale

Il settore sarà chiamato a confrontarsi con due sfide decisive: consolidamento e adozione dell’intelligenza artificiale.

Il presidente di Banca Ifis, Ernesto Furstenberg Fassio, ha ribadito il valore strategico dell’acquisizione di Illimity, destinata a concludersi con la fusione per incorporazione entro l’autunno 2026. Nasceranno così Ifis-Illimity per la banca retail e Ifis-Impresa per l’attività commerciale.

L’ad Frederik Geertman ha spiegato che entro fine anno sarà completata la due diligence, mentre il nuovo piano industriale sarà presentato nel 2026, dopo le prime valutazioni sulle performance integrate.

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Economia

Fs lancia il nuovo Frecciarossa 1000: 36 treni entro il 2029, investimento da 1,3 miliardi

Fs investe oltre 1,3 miliardi per 36 nuovi Frecciarossa 1000 entro il 2029. I convogli, più veloci, green e tecnologici, entreranno in servizio dal 28 settembre. Strisciuglio: entro il 2027 l’85% dei treni regionali sarà nuovo.

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Ferrovie dello Stato accelera sull’innovazione con un investimento da oltre 1,3 miliardi di euro destinato al nuovo Frecciarossa 1000. Entro il 2029 arriveranno 36 convogli, con opzione per ulteriori dieci, a un ritmo medio di dieci treni l’anno. Il debutto ufficiale avverrà già domenica 28 settembre, con la prima corsa inaugurale sulla tratta Roma-Napoli.

Donnarumma: estate positiva e più puntualità

Durante il viaggio inaugurale, l’amministratore delegato di Fs Stefano Donnarumma ha espresso soddisfazione per la stagione estiva, con “volumi di traffico paragonabili al 2024 e una puntualità migliore di circa il 10%”. Ha riconosciuto l’impatto dei cantieri in corso ma ha sottolineato che il completamento porterà a linee più moderne, tecnologiche ed efficienti.

Più treni regionali e nuovi progetti in Europa

Anche il trasporto regionale è al centro degli investimenti. L’a.d. di Trenitalia, Gianpiero Strisciuglio, ha annunciato che entro il 2027 l’85% della flotta sarà rinnovata, con oltre 1.000 treni nuovi, dotati di tecnologie avanzate e spazi dedicati alle biciclette.

I nuovi Frecciarossa 1000, progettati da Hitachi Rail e prodotti a Pistoia e Napoli, sono abilitati a viaggiare non solo in Italia ma anche in sette Paesi europei: Francia, Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, Belgio e Spagna. Proprio in Spagna, dal 2026, saranno operativi tre nuovi convogli, con l’obiettivo – ha detto Donnarumma – di rendere “sempre più efficace la nostra presenza”.

Tecnologia, sostenibilità e comfort

I nuovi treni raggiungono i 300 km/h, con omologazione fino a 360 km/h. Dispongono di un sistema di trazione evolutoche migliora l’efficienza e motori elettrici che riducono i consumi. Il tasso di riciclabilità arriva al 97,1%, con un recupero dei materiali del 98,2%, segnando un passo avanti rispetto alla generazione precedente. Anche gli interni e le dotazioni di bordo sono stati ripensati per garantire maggiore comfort ai passeggeri.

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Economia

Antitrust, maxi-multa da quasi un miliardo di euro a Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per intesa sul prezzo dei carburanti

L’Antitrust ha inflitto 936 milioni di multa a Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per un cartello sul prezzo dei carburanti. Le compagnie contestano la decisione e annunciano ricorsi.

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per un totale di 936,6 milioni di euro, accusandole di aver dato vita a un’intesa restrittiva della concorrenza nella vendita di carburanti. L’indagine, avviata grazie alla denuncia di un whistleblower, ha stabilito che le società si sono coordinate dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2023 per determinare il valore della componente bio introdotta nei carburanti in base agli obblighi normativi.

Il valore di questa componente è salito da 20 euro/mc nel 2019 a 60 euro/mc nel 2023, con aumenti di prezzo contestuali e coincidenti tra le compagnie, facilitati anche da informazioni pubblicate sulla rivista di settore Staffetta Quotidiana.

Le sanzioni alle compagnie

Nel dettaglio, le multe decise dall’Antitrust sono:

  • Eni: 336,2 milioni

  • Esso: 129,3 milioni

  • Ip: 163,6 milioni

  • Q8: 172,5 milioni

  • Saras: 43,7 milioni

  • Tamoil: 91 milioni

Restano escluse Iplom e Repsol.

La reazione delle aziende

Durissime le repliche delle compagnie. Eni ha parlato di decisione “paradossale” e “abnorme”, annunciando ricorsi in tutte le sedi competenti e denunciando un danno reputazionale grave. “La ricostruzione dell’Antitrust ignora le logiche di mercato e travisa la realtà dei fatti”, ha dichiarato il gruppo, ricordando che una precedente sanzione sul Diesel+ era stata annullata dal Consiglio di Stato.

Anche Saras e Api-Ip contestano la decisione, definendo le accuse “infondate” e annunciando azioni legali.

I consumatori e l’ipotesi di class action

Il Codacons ha parlato di una “violazione gravissima” che avrebbe prodotto danni enormi ai consumatori e ha annunciato la possibilità di avviare una class action per chiedere risarcimenti.

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