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Affare calcio, in Germania si riparte e così i club incassano 300 milioni di diritti Tv: poi si vedrà cosa accadrà

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Il calcio scalda i motori in Germania. Sarà la rappresentazione teatrale di uno spettacolo triste, solitario e finale di una industria retta quasi integralemente da sistemi economici opachi che vivono di diritti Tv. Questi diritti Tv vengono prima dei diritti alla salute dei calciatori in tempi di pandemia virale. Comunque sia la Germania dice di voler avviarsi ad un graduale ritorno alla normalità. I tedeschi sono però consapevoli che potrebbe arrivare uno stop per una nuova ondata di positività al coronavirus. Occhi puntati, dunque, sulla Bundesliga che da sabato riapre i battenti. Sarà la 26/a giornata. Si riparte col derby della Ruhr Dortmund-Schalke, mentre il Bayern posticipa domenica a Berlino. A oltre due mesi dallo stop dell’8 marzo la Germania fa da apripista, mentre Italia, Inghilterra e Spagna potrebbero/dovrebbero/vorrebbero ricominciare a metà giugno. In Germania, però, il virus ha infierito meno rispetto agli altri paesi. Questione di organizzazione sanitaria e di soldi. Appena il virus s’è presentato, la Germania ha chiuso tutto, fatti tamponi a tappeto, tenuto i decessi sotto gli ottomila, quattro volte di meno degli paesi in cui si svolgono gli altri quattro maggiori campionati europei. Il numero dei contagi è inferiore ai 200 mila. Se tutto andra’ per il verso giusto la Bundesliga disputera’ i nove turni residui entro il 27 giugno. Il 9 e 10 giugno ci saranno le semifinali della coppa nazionale mentre la finale si giochera’ il 9 luglio. Il via ufficiale e’ stato dato dalla cancelliera Merkel una settimana fa, dopo una riunione con i 16 presidenti regionali, che godono di ampia autonomia. Tutto bene così? Chissà. Sappiamo che è un business e che appena riparte il campionato i club potranno incassare i 300 milioni dell’ultima rata dei diritti tv. Era stato calcolata, in caso di stop, una perdita di 770 milioni con il fallimento di 13 club in un settore, quello calcistico d’elite, che dà lavoro a quasi 60 mila persone. E allora “gli affari sono affari” e si riparte. Le perplessità rimangono: due giocatori del Colonia e un fisioterapista sono risultati positivi il primo maggio, negativi dopo sei giorni. Il protocollo sanitario sarà  però stringente: ritiro blindato delle squadre, tamponi e test ogni tre giorni per un totale di 25 mila a spese dei club, misure sanitarie e distanziamento, 300 persone al massimo presenti allo stadio, in tre settori diversi. Oltre a giocatori, staff, arbitri, ci saranno addetti alla sicurezza, raccattapalle, fotografi e operatori tv. Vietato sputare, abbracciarsi, stringersi la mano, in panchina tutti con la mascherina. Resta poco chiaro cosa succedera’ in caso di una positivita’, probabile vadano in quarantena solo quelli che avranno avuto contatti accertati. Ma sara’ una specie di work in progress viste le incognite e le difficolta’. Le squadra hanno ricominciato ad allenarsi a fine marzo con cautela. Un ulteriore problema e’ dato da un eventuale stop definitivo: i 18 club di Bundesliga sono divisi in due fazioni. Dieci vorrebbero assegnare titolo, designare i posti in Europa e le retrocessione con la classifica acquista, ma otto sono contrari. Intanto, facendo gli scongiuri, le squadre si preparano a tornare a giocare. Sono vietati gli assembramenti vicino allo stadio, sara’ un esame serio il derby Dortmund-Schalke, molto sentito, che il Borussia affrontera’ senza gli infortunati Emre Can, Witsel e Reus. Il capolista Bayern, in testa con +12 sul Dortmund, giochera’ domenica in casa dell’Union Berlino. Un posto sotto c’e’ il Lipsia di Schick, che ospitera’ il Friburgo, quarto e’ il Moenchengladbach che sara’ impegnato nella trasferta di Francoforte. Dopo l’incubo Covid il calcio prova a ripartire.

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Conte vede il traguardo scudetto: chi vince scrive la storia gli altri la leggono

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“Chi vince scrive la storia gli altri la vanno a leggere. Nessuno si ricorderà di noi se arriviamo secondi, la storia va scritta vincendo”. Così Antonio Conte, ai microfoni di Dazn , dopo la vittoria del suo Napoli a Lecce. “Oggi è stata una vittoria importante ma non la più importante – aggiunge – Temevo questa partita, venivano da un pari con l’Atalanta. Poi c’è stata questa disgrazia che ha colpito una persona che io conoscevo, sono vicino al Lecce e ai leccesi. Noi abbiamo fatto la nostra gara, dovevamo mandare un segnale positivo e lo abbiamo fatto. Nel primo tempo abbiamo giocato bene poi siamo stati meno propositivi”.

A tre giornate dal termine il suo Napoli è saldamente al comando: “E’ una tappa importante questa. Siamo arrivati gestendo un’emergenza – le parole di Conte – Sembra tutto normale, oggi ha giocato Olivera centrale per la prima volta. La squadra ha risposto con tutti i suoi effettivi, tutti vogliono fare qualcosa di straordinario. Oltre all’unità d’intenti ci devono essere dei valori, siamo cresciuti tantissimo dalla partita con il Modena. Partita stressante? Sono partite che ti sfiniscono, comprendi l’importanza. Pareggiare o vincere oggi ci cambiava la vita, ecco perché sono rientrato prima, dovevo scaricarmi”.

“Oggi si è fatto male Lobotka – ha proseguito il tecnico – mi auguro che possa recuperare perché stiamo continuando a perdere dei pezzi, però non molliamo. E questa è la dote principale di questa squadra. Stiamo sul pezzo e vogliamo continuare fino alla fine. Ho perso e vinto degli scudetti all’ultima giornata, ho l’esperienza giusta per far capire ai ragazzi l’importanza. La storia la scrive chi vince, non si ricorderà nessuno se arriviamo secondi”.

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Nuoto: nuovo record mondo 100 metri farfalla per Gretchen Walsh

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La nuotatrice americana Gretchen Walsh ha battuto due volte il record mondiale dei 100 metri farfalla in vasca lunga, fissando il tempo a 54,60 secondi a Fort Lauderdale, in Florida. Walsh ha dapprima migliorato il suo record scendendo a 55,09 secondi nelle batterie, per poi scendere a 54,60 nella finale della Tyr Pro Swim Series. L’atleta ventiduenne deteneva già il record mondiale, conquistato il 15 giugno scorso con il tempo di 55,18 secondi, poche settimane prima di vincere la medaglia d’argento nella disciplina ai Giochi di Parigi dietro la connazionale Torri Huske.

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Inter, vittoria di misura e testa al Barcellona: 1-0 contro il Verona con il rigore di Asllani

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Una vittoria preziosa, ottenuta con pragmatismo e ampio turnover: l’Inter supera il Verona per 1-0 a San Siro grazie a un rigore trasformato da Asllani e può ora concentrarsi con serenità sulla sfida decisiva contro il Barcellona.

Simone Inzaghi, squalificato e sostituito in panchina da Massimiliano Farris, rivoluziona la formazione rispetto alla gara europea: l’unico titolare confermato è Bisseck. Con lui in difesa De Vrij e Carlos Augusto, mentre sugli esterni agiscono Darmian e Zalewski. In mezzo al campo, Asllani in regia, affiancato da Frattesi e Zielinski. In avanti, spazio a Correa e Arnautovic.

L’inizio è tutto nerazzurro. Carlos è tra i più ispirati e già al quinto minuto propizia l’episodio chiave: imbucata per Arnautovic e fallo di mano netto di Valentini in area. L’arbitro Manganiello, dopo revisione al VAR, assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Asllani: esecuzione impeccabile e primo gol in campionato per il centrocampista albanese, che spiazza Montipò e firma l’1-0.

Il Verona fatica a reagire. Il 5-3-1-1 di Zanetti punta sulla densità e sul gioco sporco, ma l’Inter controlla senza affanni. Zalewski è particolarmente attivo sulla sinistra, mentre l’unica vera occasione per gli ospiti è un destro potente di Sarr, respinto con attenzione da Martinez. L’illusione del raddoppio arriva ancora da Asllani, ma il suo tiro colpisce solo l’esterno della rete.

Nella ripresa, il copione non cambia subito: il Verona prova timidamente ad alzare il baricentro, ma l’Inter gestisce il possesso senza forzare. L’ingresso di Dimarco e Mkhitaryan prima, poi di Taremi e Acerbi, porta forze fresche, ma l’atteggiamento rimane conservativo. I nerazzurri badano a contenere, Martinez si fa spesso coinvolgere nel giro palla per addormentare il ritmo e spegnere le iniziative dell’Hellas.

Nel finale qualche brivido, ma nessun vero pericolo per la porta nerazzurra. L’Inter archivia la pratica con un 1-0 di sostanza, senza entusiasmi ma con pieno controllo. Tre punti pesanti in ottica campionato e una spinta in più verso l’attesissimo ritorno con il Barcellona. Ora, sì, la testa può andare tutta lì.

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