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Salute

Crollo delle nascite perchè sempre meno donne sono in età fertile

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“L’andamento demografico per 3/4 anni non è modificabile, perche’ stiamo vivendo nel periodo in cui e’ entrata in eta’ fertile la generazione di donne nate tra il 1975 e il 1995, ventennio in cui nacquero pochi bambini rispetto agli anni precedenti. Quindi la prima causa della denatalita’ oggi in Italia e’ rintracciabile in meno donne che possono fare figli”. Lo dice chiaramente Rino Agostiniani, vicepresidente della Societa’ italiana di pediatria (Sip), che in una videointervista alla Dire ricorda: “Ogni anno a febbraio, in concomitanza della pubblicazione del rapporto sugli indicatori demografici dell’Istat, ritorna sempre il tema della denatalita’ come se fosse una novita’. Siamo consapevoli che l’andamento demografico nei prossimi anni sara’ questo e lo diciamo da tempo”. Al baby boom degli anni ’50 e ’60 e’ seguito, quindi, il crollo delle nascite dal ’75 al ’95. “Il 1995 fu proprio l’anno in cui si registro’ il minimo storico dell’indice di fecondita’- aggiunge Agostiniani- che fu piu’ basso di quello attuale”. Tuttavia all’epoca “anche se si facevano meno figli c’erano piu’ donne, e l’incremento delle nascite avvenne grazie a quelle non italiane giovani che, facendo piu’ figli, facero risalire gli indici. Dal 2008- ricorda il vicepresidente della Sip- il numero di figli per donna e’ nuovamente calato anche per le donne non italiane, riportando un ulteriore decremento che perdura tuttora e che si stabilizzera’ nei prossimi anni su queste cifre. Le previsioni demografiche lo dicono gia’”. Cosa fare per rilanciare la natalita’ in Italia? “Si possono mettere in atto strategie per facilitare le coppie a fare figli. Il modello francese, ad esempio, punta sugli incentivi economici- continua il direttore dell’Area di Pediatria e Neonatologia dell’Azienda Usl Toscana Centro- quello scandinavo invece ha investito sulla fornitura di servizi e assistenza. Un insieme di entrambi i modelli sarebbe l’ideale, ma la strategia seguita dai paesi scandinavi nel tempo ripaga di piu'”. Un altro problema e’ l’aumento dell’eta’ in cui la donna arriva al parto del primo figlio. “Mi colpisce che la fecondita’ della donna e’ piu’ alta tra i 35 e i 39 anni, che tra i 25 e i 29 anni. È chiaro che se il primo figlio viene partorito tra 35 e 39 anni- sottolinea il neonatologo- sara’ dura poi pensare al secondo”. Per Agostiniani non si tratta di egoismo: “Si rimanda la decisione di diventare genitori a causa di una reale difficolta’ nella programmazione di un figlio, vuoi da un punto di vista economico che di gestione familiare. I figli pesano soprattutto sulle madri”. Il problema, allora, si rintraccia nella solitudine vissuta da molte coppie. “Sono cambiate le organizzazioni sociali- conclude il vicepresidente della Sip- e cio’ rende difficile la possibilita’ di gestire i figli e la famiglia. Invece dell’assegno di cittadinanza o di quota 100 apriamo gli asili e investiamo nei bambini, nelle famiglie e nei giovani”.

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Salute

Da Napoli uno studio innovativo per gestire il dolore cronico

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L’Azienda Ospedaliera dei Colli unica realtà italiana protagonista di uno studio internazionale su un innovativo protocollo di neurostimolazione del midollo spinale per la gestione del dolore cronico. I dati dello studio, condotto dall’Unità Operativa di Terapia del Dolore, diretta dal dottor Alfonso Papa, saranno presentati nel corso del prossimo Congresso Mondiale dell’International Neuromodulation Society (INS), in corso a Vancouver fino al 16 maggio. Lo studio è stato condotto, oltre che dall’Unità operativa di Terapia del Dolore dell’Azienda dei Colli dai seguenti centri in Europa: Charité -Universitätsmedizin di Berlino; University Hospital La Paz di Madrid; University Hospital di Colonia; Poitiers Hospital University di Poitiers; Rijnstate Hospital di Arnhem, nei Paesi Bassi; University and Polytechnic Hospital La Fe e Hospital de la Ribera di Valencia; Heinrich Heine University di Düsseldorf; St. Marien-Hospital di Hamm, in Germania; The James Cook University Hospital di Middlesbrough (UK) ; Nantes University Hospital di Nantes.

Al centro del protocollo, conosciuto come Fast (Fast-Acting Sub-Perception Therapy SCS), la capacità di generare un campo elettrico tridimensionale altamente mirato. Si tratta di una procedura chirurgica di alta complessità che prevede il posizionamento di un elettrodo tra le vertebre che, attraverso il rilascio di impulsi, diminuisce o addirittura azzera la percezione del dolore. “Il centro di Terapia del dolore diretto dal dottore Papa è una eccellenza internazionale. È stato il primo in Italia per questa particolare procedura ed è centro di formazione nazionale e internazionale per tecniche chirurgiche come la neurostimolazione del ganglio della radice dorsale (DRGSCS). I pazienti affetti da dolore cronico hanno la possibilità di migliorare sensibilmente la loro qualità di vita”, è il commento di Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli. (

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Cronache

Sanità, apre il Centro Ustioni all’Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli

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Domani alle 10:30, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, sarà a Napoli all’Ospedale Santobono (ingresso da via Mario Fiore) per visitare e inaugurare il nuovo Centro Ustioni Pediatrico, reparto unico in Italia per tecnologie e tecniche all’avanguardia. Accompagnato dal direttore generale dell’Aorn Santobono-Pausilipon, Rodolfo Conenna, inoltre, De Luca visiterà i cantieri del nuovo Blocco Operatorio e effettuerà un sopralluogo alle opere per l’adeguamento sismico della struttura.

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In Evidenza

Morto a 2 mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale

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E’ morto dopo due mesi dall’intervento il primo uomo che si era sottoposto al trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato, l’ospedale ha dichiarato di non avere alcuna indicazione che la causa sia stata proprio il trapianto. Lo riferisce il Guardian. Richard “Rick” Slayman, 62 anni, era stato sottoposto all’impianto di rene di maiale nell’ospedale generale del Massachusetts. I chirurghi avevano affermato di ritenere che l’organo sarebbe durato almeno due anni. Ieri, la sua famiglia e l’ospedale hanno confermato la morte di Slayman.

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