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Cronache

Ragazze investite e uccise, si cerca verità della dinamica anche attraverso i video

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Pochi frammenti di immagini per aggiungere verita’ sulla dinamica del terribile incidente nel quale hanno perso la vita due sedicenni, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, travolte e sbalzate da un Suv guidato dal ventenne Pietro Genovese ora ai domiciliari. Immagini che potrebbero dire di piu’ sulla scena dell’incidente, con le ragazze che stanno per attraversare Corso Francia e l’auto che sopraggiunge. In attesa dell’interrogatorio di Genovese, che il 2 gennaio apparira’ davanti al gip Bernadette Nicotra, continua l’attivita’ istruttoria della Procura di Roma e gli accertamenti della Polizia di Roma Capitale. Nell’ambito delle verifiche sono stati acquisiti i video delle telecamere di sicurezza di alcuni esercizi commerciali lungo Corso Francia che potrebbero aver ripreso gli istanti prima e dopo il terribile incidente che ha fatto sbalzare le due ragazzine che stavamo attraversando lontano dalle strisce pedonali, col rosso e in un tratto buio dove la visuale e’ resa ancora piu’ ardua per la presenza della rampa verso la tangenziale. E sulla verifica della dinamica non si concentra solo il lavoro della Procura ma anche della difesa di almeno una parte lesa, ovvero la famiglia di Camilla Romagnoli che nominera’ un perito di parte esperto proprio di questa materia. Un’indagine difensiva per ottenere “una ricostruzione scientifica dell’incidente” “E’ agli esclusivi fini dell’accertamento pieno della verita’ – spiega l’avvocato della famiglia Romagnoli, Cesare Piraino – . Abbiamo anche contattato uno dei periti italiani piu’ prestigiosi nella ricostruzione scientifica degli eventi complessi e drammatici”. Insomma si annuncia una battaglia a colpi di perizie nella vicenda giudiziaria anche per tentare di capire, in una ridda di tragiche responsabilita’, chi ha sbagliato di piu’ concorrendo in maniera maggiore al tragico epilogo che ha lasciato due adolescenti senza vita. Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di versioni contrastati da parte di alcuni testimoni. Nell’interrogatorio svolto nell’immediatezza dei fatti, Genovese, ancora in stato di choc, aveva affermato di non avere visto le due 16enni attraversare la strada. Circostanza sostenuta anche da uno dei due amici a bordo con lui sul Suv: “quelle due ragazze sono sbucate all’ improvviso, correvano mano nella mano. Era impossibile evitarle. Pioveva, era buio, ma ricordo perfettamente cos’e’ successo: ho visto due sagome apparire dal nulla e poi il corpo di una di loro rimbalzare sopra il cofano”. Circostanza sostenuta anche da un teste citato nell’ordinanza: “l’impatto e’ stato inevitabile e violentissimo. La prima ragazza e’ stata colpita in pieno. Ho visto una gamba o un braccio volare in aria”. L’altro passeggero a bordo del Suv racconta i momneti dopo l’impatto. “Pietro ha continuato a guidare per altri duecento metri circa ma aveva cambiato faccia. Era come un autonoma, non sembrava in se’, anzi sembrava proprio non capire piu’ niente”. Infatti poi l’auto si arresta sulla rampa verso la tangenziale e a quel punto i tre si fermano e vanno verso il luogo dell’impatto dove le due ragazzine giacevano in terra morte. Nell’ordinanza il gip cita una serie di testimoni secondo i quali la velocita’ dell’auto guidata da Genovese, che procedeva in considerazione del semaforo verde, “era sostenuta”, superiore ai 50 km orari.

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Aggrediscono un uomo dopo una lite, arrestati due fratelli

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I carabinieri della compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 39 e 35 anni, di origine balcanica, accusati di lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e minaccia. Le indagini sono scattate dopo una lite tra i due indagati e un 40 enne loro connazionale in un bar a Campofelice di Roccella, scoppiata una sera ad inizio del mese di aprile. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire agi autori del raid che dopo il diverbio hanno organizzato una spedizione punitiva contro la vittima. Gli indagati infatti, avrebbero rintracciato la vittima e l’avrebbero aggredita nel suo appartamento con calci e pugni davanti alla moglie e al figlio minore.

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G7: Scontri al corteo, polizia respinge gli antagonisti

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Serata di tensione, nel centro di Torino, per il corteo contro il G7 promosso dal centro sociale Askatasuna e dai collettivi studenteschi, nel primo giorno della riunione dei ministri dell’Ambiente alla Reggia di Venaria. La polizia ha usato prima gli scudi per respingere i manifestanti poi ha fatto ricorso a idranti e lacrimogeni, infine anche a qualche manganellata. I manifestanti, che volevano dirigersi verso gli alberghi che ospitano le delegazioni e Palazzo Madama, sede della serata di gala, hanno continuato a spostarsi nel centro cittadino cercando varchi, ma i cordoni di polizia hanno chiuso ogni possibile accesso. Dal corteo sono state lanciate a più riprese uova, fumogeni e qualche bottiglia contro le forze dell’ordine. Il primo momento caldo a poche decine di metri dalla partenza del corteo, da Palazzo Nuovo, la sede universitaria dove militanti dei centri sociali e dei collettivi studenteschi si erano riuniti in assemblea. La polizia ha subito fatto indietreggiare i manifestanti all’imbocco di via Po. Il corteo si è poi ricomposto e diretto verso altre zone del centro nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle zone transennate, dove si sono verificati altri momenti di tensione. Vicino al cinema Massimo alcuni antagonisti hanno lanciato tavolini di un dehors e sono stati fatti indietreggiare anche con qualche manganellata. Nel pomeriggio erano stati gli attivisti di Extinction Rebellion a prendersi la scena salendo a sorpresa sul tetto di un edificio in piazza Carlo Emanuele II, sede della facoltà di biologia, da dove hanno mostrato uno striscione con la scritta ‘The king is nake, G7 is a scam’ (Il re è nudo, il G7 è una presa in giro’.). Poi gli attivisti avevano bloccato una strada ballando al ritmo della musica techno: una cinquantina le persone identificate dalla Digos della questura di Torino che durante le perquisizioni ha sequestrato corde da arrampicata e coltellini modello svizzero.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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