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Politica

Su giustizia sprint di Bonafede con “assist” di Renzi

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Prosegue l’impegno del Guardasigilli Alfonso Bonafede per trovare l’accordo pieno con i dem, alleati di governo, sulla riforma della giustizia – prescrizione e sorteggio per il Csm sono i difficili nodi da sciogliere – con l’obiettivo di raggiungere in Parlamento l’approvazione del ‘pacchetto’ sul settore civile e penale, e sulla legge elettorale delle toghe, entro la fine dell’anno. A sorpresa, Bonafede incassa l’appoggio di Matteo Renzi proprio sul tasto piu’ spinoso, quello della riforma elettorale di Palazzo dei Marescialli. “Sul Csm – ha detto il leader di Italia Viva – sono piu’ d’accordo con Bonafede che con Orlando. Con Andrea ricordo una bella discussione a Palazzo Chigi in cui io proponevo il sorteggio, ispirato da Gratteri e lui che mi spiegava la sua contrarieta’ e l’impossibilita’ tecnica di farlo”. “Se si arriva al sorteggio per il Csm – ha proseguito l’ex premier parlando con il ‘Foglio’ – personalmente ci sto. Anche perche’ l’ipocrisia di chi finge che solo qualche corrente facesse le cene per accordarsi sugli incarichi direttivi e’ ipocrisia pura”. Su twitter, il vicepresidente dem Andrea Orlando accoglie la notizia dicendo che “quella sulla giustizia non e’ l’unica affinita’ tra i due”, Bonafede e Renzi, e “questo puo’ essere un bene per la tenuta della maggioranza”. La volonta’ del Guardasigilli c’e’ tutta per mettere in agenda un nuovo incontro al ministero di Via Arenula con la delegazione del Pd guidata da Orlando, ed e’ difficile che all’appuntamento partecipino Italia Viva e Leu. Per ora i due partner piu’ piccoli del governo giallo rosso – Italia Viva e Leu – non hanno ricevuto nessuna convocazione, ma fanno sapere che sono pronti a rispondere alla chiamata. Contatti con Liberi e Uguali non mancheranno, al ministro Bonafede “interessa molto” confrontarsi con Pietro Grasso. Corrono piu’ sul filo di lana le chance di una intesa a portata di mano con Italia Viva, terzo azionista di maggioranza che cresce nei sondaggi e flirta con il garantismo del centrodestra. Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva, annuncia che il partito procedera’ in autonomia. “Diremo la nostra in aula, liberamente”, ha detto Boschi al ‘Messaggero’. “Per noi comunque le priorita’ sono altre: la crescita, evitare la recessione, gli investimenti verdi, il family Act. Alla Leopolda parleremo di questo, non di Bonafede”, ha tagliato corto l’ex ministra. Nello sprint sulle riforme, non ci sono solo le incognite dei rapporti nella maggioranza non facilitati dall’outing di Renzi sul sorteggio. Nella tabella di marcia del Guardasigilli e’ previsto anche un nuovo giro di tavolo con l’Associazione nazionale magistrati, che ha posizioni di totale chiusura sul sorteggio, con il Consiglio nazionale forense e con gli avvocati delle camere penali e civili. Finora nulla di calendarizzato. Fuori dalle consultazioni rimangono, oltre al capitolo intercettazioni, anche la novita’ del giro di vite sui grandi evasori, con il carcere. Bonafede, intervistato dal ‘Fatto’, ha spiegato che “l’intenzione e’ colpire persone condannate in via definitiva. Chi sbaglia deve pagare”. Dall’opposizione e’ sempre fumata nera. “La pseudo-riforma rossogialla e’ un tentativo di giustificare la barbarie della soppressione della prescrizione: per rimanere al governo, il Pd sta consentendo al M5S di portare a termine un eccidio costituzionale”, ha ribadito Francesco Paolo Sisto di Fi.

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Economia

Bilanci di previsione, virtuoso 86% dei Comuni ma non al Sud

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Comuni diventati virtuosi nella presentazione dei bilanci di previsione. Quest’anno sette su dieci già a metà febbraio avevano approvato e trasmesso il documento e alla data del 15 marzo la percentuale di comuni in linea era salita all’84%. Il dato risulta da un’elaborazione dei dati del Mef fatta dal Centro studi enti locali. Il dato, si spiega, è di netta rottura rispetto al passato e testimonia l’efficacia delle misure adottate lo scorso anno dal Ministero dell’Economia per interrompere il circolo vizioso dei posticipi infiniti che aveva caratterizzato gli ultimi decenni.

Ciò che emerge è però, ancora una volta, è “l’esistenza di divari siderali tra varie aree del Paese che vede contrapposti casi come quello siciliano, dove solo 30 comuni su 100 risultano aver approvato e trasmesso il bilancio, e la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, dove questa percentuale sale al 96%”. Dopo anni di slittamenti nel 2023 un decreto ministeriale, ha riscritto il calendario delle scadenze contabili e anche se è comunque stata necessaria una proroga al 15 marzo quest’anno ben 4.695 comuni, il 59% del totale, hanno iniziato l’anno corrente con un bilancio di previsione già approvato e non si sono avvalsi del tempo aggiuntivo concesso dal Viminale.

Stando a quanto emerso da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali, basata sui dati della Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (Bdap-Mef), sono stati approvati entro il 15 marzo scorso i bilanci dell’84% dei comuni italiani. All’appello mancano quelli di 1.268 comuni. Questi enti hanno un profilo abbastanza preciso: la stragrande maggioranza è di piccole dimensioni. Nove di questi comuni su dieci hanno infatti meno di 10mila abitanti e il 64% è localizzato al sud e nelle isole. Nel nord Italia, nel suo complesso, risulta essere stato già trasmesso al Mef il 92% dei preventivi. In particolare, spiccano per efficienza: Emilia Romagna e Valle d’Aosta (entrambe a quota 96%) e Trentino Alto Adige e Veneto (95%). Ottimi anche i risultati registrati in: Lombardia (93%), Friuli Venezia Giulia (90%) e Piemonte (89%). Chiude il cerchio la Liguria, con l’85% di comuni adempienti.

Scendendo verso sud la percentuale decresce gradualmente, restando comunque buona al centro, dove mediamente sono stati già approvati e trasmessi 89 bilanci su 100. A trainare verso l’alto questo gruppo sono soprattutto Toscana (95%), Marche e Umbria (93%). Più indietro i comuni laziali, fermi a quota 81%. Meno rosea, ma comunque in netto miglioramento rispetto al passato, la situazione del Mezzogiorno dove i comuni più tempestivi sono stati 6 su 10. In particolare, le 3 regioni in assoluto più distanti dalla media nazionale sono – nell’ordine – la Sicilia, la Calabria e la Campania.

Nella banca dati gestita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla data del 24 aprile, risultano essere stati acquisiti soltanto 117 bilanci di previsione di comuni siciliani su 391, meno di uno su tre. Al di là dello Stretto ne sono stati trasmessi 236 su 404 (58% del totale), in Campania il 67% dei preventivi sono stati approvati nei tempi. Prima della classe, per quanto riguarda il meridione, è la Basilicata (92% di bilanci approvati), seguita a breve distanza dalla Sardegna (885) e dalla Puglia (86%). Chiudono il cerchio l’Abruzzo e il Molise, rispettivamente con l’80% e il 77% di comuni che hanno già inviato al Ministero il proprio preventivo.

Secondo il Centro Studi Enti Locali questi dati, nel loro insieme, testimoniano un effetto tangibile prodotto dalla nuova programmazione ma preoccupa la distanza abissale che continua a caratterizzare i risultati ottenuti da enti di territori diversi. Il processo di riforma della contabilità e dell’ordinamento degli enti locali, i cui cantieri sono aperti, dovrà necessariamente tenere conto anche delle criticità finanziarie e organizzative, ormai strutturali ed endemiche, di alcuni territori e individuare delle soluzioni efficaci per far sì che queste distanze siano colmate.

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Politica

Europee: Vannacci presenta il suo libro giovedì a Napoli

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Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee, presenterà il suo libro “Il mondo al contrario” giovedì 2 maggio a Napoli. Lo annuncia Luigi Mercogliano, presidente per la Campania del comitato “Il mondo al contrario” che trae il suo nome dal titolo del libro scritto da Vannacci. La presentazione del libro si terrà giovedì 2 maggio alle ore 17 nel teatro del centro culturale “In arte Vesuvio”. Interverranno alla presentazione con l’autore il presidente campano di “Mondo al contrario” Luigi Mercogliano, il giornalista Sergio Angrisano e lo scrittore Massimo Scalfati.

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Politica

Emiliano all’Antimafia: inopportuno io venga in audizione

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Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha inviato una lettera alla Commissione parlamentare antimafia in cui spiega di non ritenere opportuna in questo momento una sua audizione, come richiesto già una settimana fa dall’ufficio di presidenza della stessa commissione. La motivazione del governatore sarebbe dovuta ad una serie di delicati impegni legati alla recente fase politica in Consiglio regionale, come la votazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti. L’audizione avrebbe riguardato le vicende e le inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose nel territorio pugliese e in particolare a Bari.

“Quello di Emiliano è un evidente gesto di debolezza. Se lui adombra eventuali gesti di strumentalizzazione politica si sbaglia. Noi conosciamo bene i limiti e i poteri dell’Antimafia e confermo da parte mia la richiesta di audizione del presidente della Puglia, affinché venga fatta chiarezza su alcune vicende”. Così la senatrice di Italia Viva e componente della commissione antimafia, Raffaella Paita, in merito alla lettera inviata dal governatore della Puglia, in cui Emiliano ha spiegato alla commissione di non ritenere opportuna una sua convocazione in questo momento.

La commissione Antimafia ha ufficialmente convocato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per il 2 maggio. Lo si apprende da fonti della commissione secondo le quali l’audizione è fissata per le 10.30.

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