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Economia

Ferrero si “mangia” i biscotti danesi di Kelsen Group

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I celebri biscotti danesi Royal Dansk e Kjeldsens, venduti in oltre cento paesi di tutto il mondo, entrano nell’orbita del colosso dolciario Ferrero. La Cth, una holding belga collegata al gruppo fondato ad Alba, ha acquisito, per 300 milioni di dollari, l’azienda che li produce, la Kelsen Group, dalla Campbell Soup Company. I biscotti Royal Dansk e Kjeldsens, molto apprezzati anche come oggetto di regalo, sono tipici dell’industria dolciaria danese ma la rete di distribuzione globale li ha portati in un numero sempre crescente di mercati. Molto forte la presenza in Cina, Honk Kong e Stati Uniti. Kelsen Group ha circa 400 dipendenti e negli ultimi 12 mesi ha generato vendite per 157 milioni di dollari. Ha sede in Danimarca a Norre Snede. La societa’ danese fa parte di Campbell International, che comprende anche Arnott’s Biscuits, attivita’ di ristorazione in Australia, Malesia, Hong Kong e Giappone e attivita’ di produzione in Australia, Indonesia e Malesia. Nell’accordo di acquisizione siglato da Cth, che dovrebbe arrivare al closing nel primo trimestre del 2020, sono compresi anche i due siti produttivi di Norre Snede e Ribe. Grazie a quest’operazione, la belga Cth incrementa la sua rilevanza nel mercato ‘premium’ dei biscotti assortiti. “La cessione di Kelsen Group – ha spiegato Mark Clouse, presidente e ceo di Campbell – supporta la nostra strategia di concentrarci sul nord America, dove abbiamo marchi iconici e posizioni di mercato forti. E al contempo segue la strada di ridurre il debito”. “Durante tutto il processo di cessione – ha proseguito Clouse – abbiamo preso in considerazione molte opzioni. La vendita di Kelsen separatamente dal resto della nostra attivita’ internazionale genera il maggior valore possibile per Campbell”.

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Economia

Meta sorprende i mercati: boom di utili e scommessa sul futuro con gli occhiali intelligenti

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Meta, la holding a cui fanno capo Facebook, WhatsApp e Instagram, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con numeri superiori alle attese, rafforzando la fiducia degli investitori e rilanciando il proprio impegno strategico nel campo dell’intelligenza artificiale e dei dispositivi wearable.

Nei primi tre mesi del 2025, l’azienda di Mark Zuckerberg ha registrato utili netti per 16,64 miliardi di dollari, pari a 6,43 dollari per azione, con un incremento del 35% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il fatturato è salito del 16%, raggiungendo 42,31 miliardi di dollari, superando ampiamente le previsioni degli analisti, che si attendevano utili per 5,23 dollari ad azione su ricavi pari a 41,34 miliardi.

Gli occhiali intelligenti, la nuova frontiera

Oltre ai conti, Zuckerberg ha colto l’occasione per illustrare la visione futura di Meta. Il focus è sull’intelligenza artificiale e su una nuova generazione di dispositivi: gli occhiali smart, indicati come la futura “piattaforma ideale” sia per l’IA che per il metaverso.

«Gli occhiali – ha spiegato Zuckerberg – permetteranno a un’IA di vedere ciò che vedi, ascoltare ciò che senti e parlarti tutto il giorno. Uniranno il mondo fisico e digitale tramite ologrammi». Un passaggio epocale, secondo il fondatore di Meta, destinato a rimpiazzare gli smartphone entro 5-10 anni, considerando che oggi oltre un miliardo di persone nel mondo indossa occhiali.

La partnership con EssilorLuxottica

Protagonista di questa rivoluzione è EssilorLuxottica, partner di Meta nello sviluppo degli occhiali Ray-Ban Meta AI, che hanno triplicato le vendite nell’ultimo anno. Zuckerberg ha annunciato nuovi lanci imminenti, con tecnologie potenziate e funzioni avanzate.

Una visione condivisa anche dal CEO di Essilux, Francesco Milleri, che durante l’assemblea del gruppo ha dichiarato: «Presto non servirà più lo smartphone. Le nostre montature lasceranno le mani libere e uniranno vista e udito per gestire la quotidianità».

Un esempio concreto? La traduzione simultanea disponibile sugli occhiali Ray-Ban Meta, che consente di ascoltare in tempo reale nella propria lingua conversazioni in inglese, francese, italiano e spagnolo, con trascrizione nell’app Meta AI.

Una nuova industria alle porte

Milleri ha parlato di un «nuovo mercato» che si apre per EssilorLuxottica: il wearable computing, partendo da montature e lenti ma con l’obiettivo di estendersi ben oltre. È il caso dei nuovi Nuance Audio, occhiali per la correzione di lievi deficit uditivi. Sullo sfondo, intanto, il mercato specula su una possibile partecipazione azionaria diretta di Meta in Essilux, a suggello di una collaborazione strategica sempre più solida.

 

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Economia

‘Bezos venderà sino a 4,7 miliardi di azioni Amazon’

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Il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, prevede di vendere azioni della società per un valore fino a 4,75 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi, secondo il Financial Time, che cita documenti depositati presso le autorità di regolamentazione. Bezos, che ha lasciato il ruolo di ceo del colosso di Seattle a metà del 2021, intende vendere fino a 25 milioni di azioni attraverso un piano di vendita ordinato che si estenderà fino alla fine di maggio 2026. Al prezzo di chiusura di ieri, pari a 190 dollari per azione, la quota in questione vale circa 4,75 miliardi di dollari. Secondo l’ultimo resoconto trimestrale di Amazon, il piano di vendita è stato avviato all’inizio di marzo. La notizia è arrivata poche ore dopo che Amazon aveva lanciato un avvertimento sull’impatto della guerra commerciale globale di Donald Trump, prevedendo che vendite nette e utili operativi potrebbero risultare inferiori alle stime di Wall Street.

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Economia

Istat: lavoro in frenata a marzo, disoccupazione giovanile al 19%

A marzo l’occupazione cala di 16mila unità e la disoccupazione giovanile sale al 19%. Boom di contratti stabili, ma donne e under35 restano indietro.

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Frena il mercato del lavoro a marzo 2025: secondo i dati diffusi dall’Istat, si registra una riduzione mensile degli occupati di 16mila unità (-0,1%), una flessione che colpisce soprattutto le donne e i giovani sotto i 35 anni. Crescono invece gli occupati tra gli over35, gli uomini e i lavoratori a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione resta stabile al 63%, lo stesso livello record di febbraio, mentre la disoccupazione torna a salire, al 6%, con un’impennata tra i giovani (15-24 anni), che toccano il 19% (+1,6 punti percentuali).

Più persone in cerca di lavoro, ma anche più posti stabili

Nonostante il rallentamento, il bilancio annuo resta positivo: rispetto a marzo 2024, ci sono 450mila occupati in più (+1,9%). A trainare l’occupazione sono soprattutto i lavori stabili: +673mila dipendenti permanenti in un anno, contro una flessione di 269mila contratti a termine. Crescono anche gli autonomi (+47mila). Il lieve aumento della disoccupazione è accompagnato da un calo degli inattivi, segno che più persone tornano a cercare lavoro.

Sindacati in allerta: donne e giovani ancora penalizzati

I dati riaccendono il dibattito politico all’indomani del Primo Maggio. Se da un lato il governo rivendica la crescita dell’occupazione – un milione di posti in più nei due anni e mezzo di governo Meloni –, dall’altro i sindacati sottolineano la persistente fragilità di donne e giovani nel mercato del lavoro. Ivana Veronese (Uil) denuncia il basso tasso di occupazione femminile: «Troppe donne inattive e scoraggiate, costrette a lasciare il lavoro dopo la maternità».

Sicurezza sul lavoro: confronto in arrivo a Palazzo Chigi

Altro tema centrale resta quello della sicurezza nei luoghi di lavoro, con i sindacati che tornano a chiedere maggiori controlli, formazione e prevenzione, ricordando le recenti tragedie come quella di Luana D’Orazio e i cinque operai morti a Casteldaccia. Il governo ha stanziato 650 milioni per la sicurezza e ha convocato le parti sociali per l’8 maggio a Palazzo Chigi. Cisl e Uil vedono l’incontro come un’apertura, ma Maurizio Landini (Cgil) avverte: «Senza risposte sarà mobilitazione».

Calderone: «Patente a crediti anche oltre l’edilizia»

Sul fronte normativo, la ministra del Lavoro Marina Calderone ha confermato l’obiettivo di estendere la patente a crediti – attualmente prevista per il settore edile – anche ad altri comparti produttivi, come misura di contrasto agli incidenti sul lavoro.

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