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Cronache

Il destino di Tripoli resta sospeso, l’esercito del generale Haftar non si ferma

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Sordo agli appelli della comunita’ internazionale e delle organizzazioni umanitarie, Khalifa Haftar ha lanciato una nuova offensiva nel tentativo estremo di avanzare sul fronte sud di Tripoli per mettere piede nella capitale. Per tutto il pomeriggio del 14esimo giorno di guerra, i boati della battaglia sono risuonati fin nel cuore della citta’, teatro di una manifestazione anti-francese di molti libici che indossavano i gilet gialli in chiaro segno di sfida al presidente Emmanuel Macron. Mentre il bilancio dall’inizio delle ostilita’ e’ salito ad almeno 174 morti, quasi 800 feriti e migliaia di sfollati tra i quali oltre 7.000 bambini, le truppe del maresciallo hanno contrattaccato sull’asse meridionale del fronte. Violenti combattimenti sono scoppiati ad Ain Zara, punta avanzata dell’offensiva 15km a sudest della capitale, e nell’area dell’aeroporto internazionale verso Tripoli, che dista circa 20km. L’area e’ quella dove si e’ registrata nei giorni scorsi l’avanzata piu’ poderosa delle forze del maresciallo, che sono invece in rotta lungo l’asse sudoccidentale: i Katiba, fedeli al governo di Fayez al Sarraj, sono avanzati di altri 5 km verso sud e si avvicinano ad Aziziya, bastione di Haftar, pressato da ovest dall’avanzata dei soldati di Zintan.

Conferenza di pace Palermo. La stretta di mano tra Haftar e Serraj sotto gli occhi di Conte e Al Serraj non portò la pace

Alcuni residenti di Ain Zara non hanno potuto dare altri dettagli o confermare l’andamento della battaglia. Quel che e’ certo e’ che sullo sfondo di queste conversazioni si potevano udire molto distintamente i rumori dei colpi di armi pesanti e i boati: almeno cinque sono stati i raid aerei delle milizie fedeli ad Haftar, e’ stato riferito. Secondo alcune fonti attendibili a Bengasi, il maresciallo si troverebbe comunque in gravi difficolta’. Lo stesso presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi – grande sponsor di Haftar – non sarebbe affatto contento. Anzi, dal Cairo filtrerebbe “nervosismo” per un’offensiva promessa come un blitz e invece impantanatasi. Tanto che il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico Ahmed Maitig, in conferenza stampa a Roma, ha tuonato che le forze di Tripoli rispediranno “le milizie di Haftar da dove sono venute. La nostra situazione e’ molto migliorata, siamo tutti uniti a ovest, da Tripoli a Misurata, da Zintan a Zawia”, ha assicurato Maitig. A Tripoli intanto cresce l’astio contro Parigi. “Francia, giu’ le mani dalla Libia”, “siamo amici del popolo francese, Macron e’ un dittatore, vada via!”, hanno scandito a piazza Algeria un centinaio di manifestanti, soprattutto donne, scesi in piazza contro “l’invasore Haftar” indossano gilet gialli come nelle manifestazioni contro Macron in Francia. “Stanno con Haftar per avere il nostro petrolio”, era uno dei tanti cartelli in piazza.

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Cronache

Oltre 100 intossicati alla marcia del primo maggio a Valdagno: sospette due fontane non collegate all’acquedotto

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Salgono a oltre 100 le persone rimaste intossicate dopo aver partecipato a una marcia podistica tenutasi lo scorso primo maggio a Valdagno. Nessuno dei pazienti risulta in condizioni gravi, ma l’improvviso e massiccio afflusso al pronto soccorso dell’ospedale cittadino ha fatto scattare immediatamente l’allarme tra le autorità sanitarie locali.

Dalle prime verifiche condotte dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 8 Berica, è emerso un elemento comune tra i partecipanti: tutti si erano abbeverati in alcune fontane private, non collegate all’acquedotto pubblico. Sospettate di essere all’origine dell’intossicazione sono due fontane: quella dei Masteghini (o fontana del Cengio) e quella della Fanana.

Vietato l’uso di due fonti: ordinanza del sindaco

In via precauzionale, il sindaco di Valdagno ha firmato un’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acqua delle due fontanein questione, in attesa dei risultati delle analisi. L’origine della possibile contaminazione potrebbe essere riconducibile alle piogge intense delle scorse settimane, che avrebbero compromesso la qualità delle acque sorgive non protette.

Nel frattempo, campioni d’acqua sono stati prelevati e inviati ai laboratori per essere analizzati. I risultati sono attesi nei prossimi giorni e chiariranno se vi sia presenza di agenti patogeni o sostanze contaminanti.

L’Ulss 8 invita la popolazione a non utilizzare acqua proveniente da fonti non controllate, specialmente durante eventi pubblici. Le persone che dovessero manifestare sintomi gastrointestinali sono invitate a rivolgersi immediatamente al proprio medico o al pronto soccorso.

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Settala, orrore in casa: uccide la moglie a coltellate, la figlia di 10 anni chiama i soccorsi: papà ha ucciso mamma

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“L’ho ammazzata, l’ho ammazzata”. Con queste parole, ubriaco e in stato confusionale, un uomo di 50 anni ha confessato ai carabinieri l’omicidio della moglie, accoltellata nella loro abitazione di Settala, alle porte di Milano. A lanciare l’allarme è stata la figlia di 10 anni, che ha telefonato al 118 intorno alle 23, dicendo: “Papà ha ucciso la mamma”. Una chiamata disperata che ha permesso ai soccorritori e alle forze dell’ordine di intervenire rapidamente.

Una tragedia avvenuta in camera da letto

Secondo una prima ricostruzione, la donna – 43 anni, di origine marocchina – sarebbe stata uccisa nel tardo pomeriggio, alcune ore prima della chiamata, mentre si stava preparando per andare a dormire. Indossava il pigiama e si trovava in camera da letto, dove il suo corpo è stato ritrovato senza vita, vicino a un materasso poggiato sul pavimento. L’uomo l’avrebbe colpita con una dozzina di coltellate. Il coltello è stato rinvenuto nell’abitazione, che è ora sotto sequestro.

L’uomo era ubriaco e già noto per comportamenti molesti

Quando è stato bloccato dai militari, il 50enne era in evidente stato di ebbrezza. Alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, tra cui quella di una vicina, parlano di un uomo spesso molesto e incline all’alcol. Sul posto è intervenuto anche il pm di turno a Milano, Antonio Pansa, che nelle prossime ore chiederà al gip la convalida dell’arresto per omicidio aggravato.

La figlia sarà affidata a uno zio materno

Al centro di questa tragedia resta la piccola di 10 anni, testimone diretta dell’orrore. La bambina verrà ascoltata nelle prossime ore in un’audizione protetta, assistita da uno psicologo, come previsto dalle procedure della magistratura minorile. Sarà affidata a uno zio materno, già attivatosi per accoglierla.

Un delitto che scuote la comunità di Settala e rilancia con forza la necessità di intervenire con strumenti efficaci per la prevenzione della violenza domestica, a tutela delle donne e dei minori coinvolti.

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Cronache

Lite tra giovani nel Trevigiano, un morto e un ferito grave

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Una lite tra una decina di giovani nel Trevigiano si è conclusa con la morte per accoltellamento di un 20enne, Lorenzo C.,  e il ferimento di un 22enne ricoverato in gravi condizioni all’ospedale. Due coetanei sono stati fermati dai carabinieri e portati in caserma per chiarire il loro coinvolgimento nella vicenda. Il fatto è avvenuto alle 4 di oggi nei pressi della discoteca Baita a Lago di Castelfranco Veneto. Secondo una pima ricostruzione dell’Arma i ragazzi si trovavano tutti nel locale e non si esclude che i dissapori siano nati sulla pista d ballo e poi degenerati all’esterno. Accertamenti sono in corso per ricostruire la dinamica dell’aggressione e dei motivi che hanno scatenato la lite tra un numero di giovani ancora in fase di identificazione. La vittima era residente in provincia di Padova.

I soccorsi sono stati attivati dal personale della discoteca che ha chiamato il pronto soccorso dell’ospedale. Sul posto sono quindi arrivati un’ambulanza e i carabinieri, ma al loro arrivo non è stata trovata nessuna delle persone coinvolte. I giovani feriti, infatti, si erano recati nell’ospedale castellano con mezzi propri. Il più grave è stato subito portato in sala operatoria ma è morto poco dopo. L’altro è stato anch’esso trasferito in sala operatoria e poi portato in rianimazione in prognosi riservata. Un terzo giovane ha invece riportato una ferita alla gamba e sta facendo la consulenza ortopedica al nosocomio di Montebelluna. Un quarto ragazzo ha una ferita lieve che è stata suturata e dimesso.

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