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Cronache

Teatro alla Scala, il sindaco Sala: i fondi sauditi nessuno li ha accettati

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“Nessuno li ha accettati i fondi sauditi, che infatti erano su un conto estero con un anticipo di garanzia da un notaio proprio perche’ nessuno ha dato mandato per staccarli”. Lo ha ribadito il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando dei soldi provenienti dall’Arabia Saudita come acconto per entrare nel Cda del teatro alla Scala, di cui ieri e’ stata annunciata la restituzione dopo la riunione del Consiglio del teatro, di cui lui e’ presidente. Sala e’ tornato sulla vicenda parlando in diretta a Rai Radio 1 alla trasmissione ‘Centocitta”, dove e’ stato intervistato insieme al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Io e il mio collega Fontana ci scontriamo su tante cose, ma la ricostruzione e’ questa – ha detto Sala -. Il dialogo tra il sovrintendente Pereira e i sauditi nasce molto tempo prima e in tanti erano informati, anche il ministro Bonisoli. Da questo ad un certo punto il sovrintendete ha ipotizzato un ingresso saudita nella fondazione, il consiglio si e’ riunito un mese e mezzo fa e ci sono tutti i verbali”. “Che piaccia o no la Scala ha uno statuto che dice che di fronte a possibili nuovi ingressi il Cda valuta e decide – ha concluso -. La nostra sensibilita’ adesso ci dice che non e’ conveniente per noi avere i sauditi, non e’ conveniente per noi e sarebbe una discontinuita’ perche’ non c’e’ mai stato nessun straniero, preferiamo avere aziende”.

Nel Consiglio di amministrazione del teatro alla Scala di Milano “per tradizione non hanno mai seduto stranieri se non sovrintendenti. Se si decide di fare entrare enti stranieri e’ una scelta di fondo importante, non dico che deve essere esclusa ma deve essere affrontato il problema, non si puo’ fare con un colpo di mano, ma si deve discutere”. Lo ha sottolineato il governatore lombardo, Attilio Fontana, intervistato in diretta a Rai Radio 1, alla trasmissione ‘Centocitta”, parlando della polemica sull’ingresso del governo dell’Arabia Saudita nel Cda del teatro milanese. “Io ero a conoscenza della prima parte di questa storia, a luglio Pereira mi parlo’ della possibilita’ di una collaborazione culturale per portare La Traviata e alcuni concerti in Arabia Saudita – ha aggiunto – e la cosa mi sembrava molto positiva. Ma l’ingresso nel Cda e’ cosa che ho scoperto negli ultimi giorni e di cui ero all’oscuro”. “Nessuno me l’aveva comunicato, ma non e’ quello il problema, la cosa sbagliata e’ che addirittura eravamo arrivati a ricevere dei fondi quindi qualche passo avanti era stato fatto – ha concluso -. Questo non si fa con un colpo di mano assurdo come quello che si stava facendo, ma se ne discute”.

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Voto di scambio a Cercola: voti venduti a 30 e 20 euro

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Trenta euro a voto per la prima tornata elettorale e venti per il ballottaggio: questo il tariffario della compravendita delle preferenze a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2023. E’ emerso nell’ambito di una indagine dei carabinieri e della DDA (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) su una serie di episodi di voto di scambio politico-mafioso documentati nel comune vesuviano.

Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre. Le elezioni finite al centro delle indagini sono le amministrative del 14 e 15 maggio 2023, quindi del successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio dello stesso anno.

Gli indagati (per loro vale il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva) sono accusati di compravendita di voti per essere eletti. Quando scoprono che la tornata elettorale è andata male fanno i moralisti e contestano agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato. Emerge anche questo nell’ambito dell’indagine dei carabinieri e della DDA di Napoli sul voto di scambio politico mafioso a Cercola. Nella conversazione intercettata dai militari della Sezione Operativa di Torre del Greco e di Cercola, a parlare sono alcuni indagati che avevano impegnato qualche migliaio di euro per accaparrarsi i voti: si lamentano del fatto che ciononostante per loro era andata male: “Se li sono comprati i voti… hanno i soldi e comprano…”.

Nel comunicato stampa diffusa dai carabinieri si fa rilevare che “il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva”.

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Uomo ucciso a Pavia, sospetti su amico

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E’ stato ucciso probailmente da un amico l’uomo di 36 anni trovato morto stamattina per strada alla periferia di Pavia. Il delitto sarebbe avvenuto in un appartamento vicino al luogo del ritrovamento e il cadavere portato in strada da una persona che la vittima conosceva, da cui era ospitata, ed ora è interrogata. L’omicidio sarebbe accaduto al culmine di una lite. Sul posto i carabinieri. L’allarme è stato dato da alcuni passanti che hanno visto il corpo per strada.

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Cronache

Donna scomparsa a Lanciano e ritrovata viva a Castelvolturno, volevo farla finita

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La maestra di ballo e fitness di Lanciano, Milena Santirocco, di 54 anni, scomparsa il 28 aprile scorso e ritrovata viva sabato sera a Castel Volturno dopo sei giorni di ricerche sul litorale abruzzese si è allontanata volontariamente da casa con l’intento di suicidarsi: non si è trattato di un sequestro di persona, come dichiarato dalla donna ai primi soccorritori che l’avevano raggiunta nella caffetteria in Campania. La donna avrebbe confessato l’intenzione di uccidersi durante l’interrogatorio di ieri davanti al pm di Lanciano, Silvia di Nunzio. A riportarlo è il quotidiano regionale ‘Il Centro’.

Con questo articolo il racconto di questa storia finisce.

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