Collegati con noi

Sport

Parte lo show dei re del tennis, Sinner in semifinale

Pubblicato

del

Jannik Sinner in formato schiacciasassi parte in quarta nel Six Kings Slam, torneo esibizione in programma da oggi a sabato a Riad, in Arabia Saudita. Nel primo match di giornata il 23enne di Sesto Pusteria, numero uno del mondo, ha battuto in due set, per 6-0, 6-3, il russo Daniil Medvedev, n.5 del ranking mondiale e domani, in semifinale, affronterà Novak Djokovic. Tanto per mettere subito le cose in chiaro, l’azzurro ha aperto il match con un break e grazie ai tanti errori del russo si è portato in breve sul 4-0. Medvedev prima con due doppi falli regala il 5-0 al rivale, poi spreca una palla break nel sesto e così cede il set a zero.

Nella seconda partita, Sinner conquista il break nel quinto game e dal 3-2, approfittando anche di un russo sempre più falloso, e nervoso, completa l’opera fino al 6-3 finale. A seguire il secondo quarto di finale, la sfida tra Carlos Alcaraz e Holger Rune (il danese è l’unico tra i protagonisti a non aver vinto ancora uno Slam): il match designerà l’avversario in semifinale di Rafa Nadal, che ha già annunciato il ritiro a fine stagione dopo le Davis Cup Finals di Malaga.

Comunque vada sul veloce dell’impianto ‘The Venue’ – dove i sei partecipanti si contendono un montepremi ricchissimo: 13,5 milioni di dollari (circa 12,4 milioni in euro), di cui quasi la metà sei (sei, 5,5 in euro) destinata al solo vincitore -, in una conferenza stampa alla vigilia della sua prova, Rafa Nadal ha reso omaggio ai futuri dominatori della scena, Sinner e Carlos Alcaraz. “Ci sono tanti giovani forti che stanno giocando benissimo – ha detto il campione maiorchino -, Carlos e Jannik, in special modo, stanno vincendo Slam e Masters e stanno costruendo numeri incredibili. Auguro loro il meglio per continuare ad andare avanti, saranno le stelle del futuro se riusciranno a restare integri e avranno una carriera straordinaria”.

Anche se in campo l’azzurro non sembra risentirne troppo, continua ad aleggiare su di lui la questione doping, dopo la decisione della Wada di appellarsi al Tribunale arbitrale dello sport (Tas) contro l’assoluzione per il ‘caso Clostebol’ decisa dall’International tennis integrity agency (Itia), accogliendo la tesi della contaminazione involontaria. E proprio il Tas, oggi ha rese note le motivazioni della sentenza relativa ad un’altra tennista, la romena Simona Halep, condannata nell’agosto 2022 a quattro anni a nove mesi per positività al farmaco vietato Roxadustat. La ex n.1 al mondo fece ricorso al Tas, che lo scorso marzo ridusse la pena a nove mesi, consentendole di tornare a giocare.

Nella motivazione i giudici di Losanna, pur accogliendo la tesi della assunzione inconsapevole, si chiedono “come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore”, sottolineando “l’incauto utilizzo di un integratore contaminato”, assunto dalla rumena sotto consiglio della fisioterapista personale “che non è un medico o un clinico”. Una vicenda di negligenza, che è stata infatti sanzionata pur in maniera lieve, del tutto diversa rispetto a quella di Sinner, trovato positivo ad una sostanza contenuta in un farmaco dal suo fisioterapista per curarsi un taglio a un dito, col tennista del tutto inconsapevole.

Advertisement
Continua a leggere

Sport

Napoli, una sinfonia perfetta verso il tricolore: Di Lorenzo, Rrahmani e Lukaku suonano all’unisono

Pubblicato

del

Un’intesa perfetta dentro e fuori dal campo, una coralità di dichiarazioni che racconta lo spirito con cui il Napoli si sta avvicinando alle ultime tre tappe decisive verso lo scudetto. La capolista mantiene nervi saldi e piedi ben piantati a terra, forte di un gruppo unito che parla una sola lingua: quella del lavoro, della concentrazione e dell’equilibrio.

La difesa è il vero punto di forza

Il successo di misura a Lecce porta in dote la quarta partita consecutiva senza subire gol e la diciassettesima in stagione. Merito anche di Amir Rrahmani, pilastro difensivo del Napoli e stakanovista silenzioso: «È stata una gara difficile, ma abbiamo tenuto botta. Tutto parte dal lavoro degli attaccanti, quando pressano bene diventa più facile per noi dietro».

Una solidità difensiva da record, con soli 25 gol subiti: il miglior dato tra i top 5 campionati europei. Numeri che spiegano il primato.

Di Lorenzo: «Siamo mentalizzati, ma serve ancora attenzione»

Il capitano Giovanni Di Lorenzo invita tutti a non abbassare la guardia: «Vittoria pesante, ma non decisiva. Mancano tre gare e dobbiamo restare concentrati. Ci siamo guadagnati tutto sul campo e dipendiamo da noi stessi».

Il leader azzurro sottolinea la trasformazione di questa squadra: «Ripensando a come avevamo chiuso la scorsa stagione, è incredibile essere in testa. Dal ritiro di luglio abbiamo fatto tanti sacrifici. Ora serve massima concentrazione».

Lukaku: «Come diceva Kobe, il lavoro non è finito»

Il centravanti Romelu Lukaku, alla sua 130ª partita con Conte, si è visto annullare un gol per fuorigioco millimetrico, ma non perde l’ironia: «Colpa del mio 48,5 di piede».

Poi torna serio: «Dobbiamo restare concentrati, abbiamo tre punti di vantaggio ma non possiamo rilassarci. Come diceva Kobe Bryant, il lavoro non è ancora finito».

Sull’intesa con Raspadori e McTominay: «Stiamo trovando i giusti equilibri. Mettiamo sempre in difficoltà le difese».

E sulla Champions, un pensiero all’Inter: «Auguro loro il meglio, ma noi dobbiamo pensare solo al nostro cammino».

Continua a leggere

In Evidenza

Sinner torna a Roma da numero uno: il Foro Italico si prepara a una giornata storica

Pubblicato

del

Dopo tre mesi di assenza e la squalifica scaduta, Jannik Sinner fa il suo ritorno agli Internazionali d’Italia: atteso il primo allenamento sul Centrale. Con lui anche Musetti: sei anni dopo la loro semifinale da giovanissimi, tornano entrambi nella top 10 mondiale

L’attesa è finita: domani il Foro Italico si stringerà attorno a Jannik Sinner, che alle 19 scenderà in campo per il suo primo allenamento ufficiale agli Internazionali d’Italia da nuovo numero uno del mondo, tre mesi dopo l’ultima apparizione nel circuito. L’evento sarà aperto ai 10.500 spettatori titolari dei biglietti “ground” e promette il tutto esaurito.

Una giornata evento: dal volo a Roma al primo allenamento sul Centrale

Sinner è atterrato oggi a Roma con un volo da Nizza. In programma: pranzo leggero in hotel, breve riposo e una sgambata privata, prima dell’accredito ufficiale, simbolo del suo rientro da tennista “libero”. Alle 16 la conferenza stampa, quindi alle 18 la doppia celebrazione della Coppa Davis e della Billie Jean King Cup sul Centrale con gli altri azzurri, e infine l’allenamento. Un rientro in grande stile, curato nei minimi dettagli dalla security del torneo, che ha pianificato percorsi e accessi da oltre due mesi.

Sei anni dopo: da ragazzi sconosciuti a top 10 del tennis mondiale

Nella celebrazione degli azzurri Sinner ritroverà Lorenzo Musetti, fresco di semifinale a Madrid e per la prima volta tra i top 10 del ranking. I due si affrontavano il 9 maggio 2019 nella semifinale delle pre-qualificazioni proprio al Foro Italico: erano i numeri 262 e 453 del mondo. Jannik vinse in rimonta e si guadagnò una wild card per il tabellone principale, diventando il più giovane italiano a vincere un match in un Masters 1000.

Da allora le loro carriere si sono rincorse: razionale e solitario Sinner, passato da Piatti a Vagnozzi e Cahill; emotivo e leale Musetti, sempre al fianco del coach Simone Tartarini. Il derby di Roma 2019 è stato il primo di una serie di sfide (Anversa 2021, Montecarlo 2023) vinte tutte da Jannik. Ma Lorenzo rivendica la sua identità: «Sinner è un esempio, ma io devo fare la mia strada».

Un’Italia da superpotenza tennistica

Con dieci italiani nei primi 101 del ranking ATP, il tennis azzurro vive un momento d’oro. Sinner vuole riprendere la centralità che gli spetta, mentre Musetti è chiamato a confermare la crescita. La tensione è alta, e il sorteggio di domani alla Fontana di Trevi potrebbe già anticipare un altro possibile derby.

Tutto cominciò sei anni fa. Ora, sul rosso di casa, i due simboli del tennis italiano tornano a splendere insieme.

Continua a leggere

Politica

Gianni Petrucci: “Non mi candido, ma il Coni ha bisogno di cambiare rotta”

Pubblicato

del

L’ex presidente del Coni rompe gli indugi in un’intervista al Corriere della Sera: “Serve più dialogo con la politica e meno autoreferenzialità. E vi dico chi dovrebbe entrare in Giunta”

A un mese esatto dalla chiusura delle candidature per la successione a Giovanni Malagò alla presidenza del Coni, Gianni Petrucci, storico numero uno dello sport italiano per 14 anni e attuale presidente della Federbasket, rompe il silenzio e interviene nel dibattito con la sua consueta schiettezza.

“Non mi candido, ma voglio dire la mia”

«Non mi interessa la presidenza, né un ruolo di vice, né la Giunta. Ho già dato. Sono uno spirito libero e posso permettermi di dire quello che penso e che provo», chiarisce subito Petrucci. Una risposta definitiva? «Sì, soprattutto se le cose vanno avanti come stanno andando: male».

“Rapporto col governo da ricostruire”

Petrucci denuncia una classe dirigente sportiva troppo autoreferenziale e in contrasto permanente con la politica: «Il Coni non è più quello di una volta. Ora la cassa la tiene lo Stato, e con lo Stato bisogna dialogare. Soprattutto le piccole e medie federazioni, che vivono di contributi pubblici».

Contesta anche i trionfalismi: «Non sono i dirigenti a vincere medaglie, ma atleti, tecnici, società e lo Stato che li finanzia. Dobbiamo essere meno presuntuosi e capire che la nostra autonomia è di secondo grado».

“Il prossimo presidente? Serve discontinuità”

Chi si candiderà dovrà “ripassare Einstein”, dice ironico: «Bisogna cambiare quando necessario. Basta guerre con la politica. Serve autorevolezza e pesi massimi in Giunta».

E qui Petrucci fa nomi e cognomi: «Gravina o Marotta vicepresidente, e in Giunta Binaghi e Barelli, dirigenti di federazioni che funzionano. Come puoi pensare a un Coni forte senza di loro?».

“Buonfiglio? Ha coraggio, ma serve un altro profilo”

Senza citarlo apertamente, Petrucci mette in discussione la candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Canoa e sponsorizzato da Malagò: «Conosco il curriculum degli ex presidenti del Coni in rapporto al suo. Se ha i voti, buon per lui. Ma il concetto che il presidente debba essere “uno dei nostri” è provinciale. Dobbiamo aprirci».

“Abodi? Servono impianti. E un piano quadriennale”

Al ministro dello Sport Petrucci chiede «un programma chiaro e aiuti per gli impianti, che sono in condizioni disastrose». E su Diana Bianchedi taglia corto: «Mi sembra già dimenticata». Su Luca Pancalli: «Ci sono rimasto male quando non ci ha dato i paralimpici, ma vedremo il programma».

“Malagò promosso sul piano umano, ma…”

Il giudizio su Malagò è diplomatico: «Promosso per il rapporto umano e per la sua conoscenza dello sport, ma sul piano politico mi astengo». E chiude con una battuta sul padre del presidente uscente: «Un grandissimo dirigente sportivo. Da lui ho comprato un’auto nuova, non usata».

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto